Nerosubianco

Nerosubianco
Nerosubianco

Tinto Brass poteva farsi mancare un film nel 1969, l'anno sicuramente a lui più congeniale? E infatti abbiamo Nerosubianco, che sulle locandine appare scritto nEROSubianco, creando un'evidente accentuazione sulla "mission" cinematografica di Brass, l'eros. Non siamo però nel periodo monografico di Tinto (ovvero da La Chiave in poi, dove il sesso è l'unico vero argomento delle pellicole brassiano, sebbene declinato di volta in volta nel tradimento, nel disimpegno, nel deretano, nel voyeurismo, nell'amore saffico, eccetera), Nerosubianco rientra nel cosiddetto periodo londinese, assieme a Col Cuore In Gola ('67) e Dropout ('70) (ma nel mezzo c'è pure L'Urlo, del '68) e grazie a questo film scopriamo un Tinto Brass freakkettone e psichedelico che certamente risulterà inedito per coloro i quali sono abituato a conoscerlo solo come sommo poeta delle natiche e dei primi piani ginecologici. I topoi della storia non sono poi così distanti da quanto Tinto è andato ripetendo in decenni di carriera; già da questo film abbiamo l'apologo dell'adulterio come "botta di vita", una rinfrescata allo stanco menage matrimoniale che ne ravviva gli umori, gli stimoli la fantasia. Il tradimento come nuovo carburante, un complesso vitaminico; ed il motore nel quale questo carburante viene immesso è naturalmente quello della donna (in senso più o meno figurato....). Ritenendo la donna superiore all'uomo, Brass vede in lei la scaturigine del cambiamento, della modernità, della libertà, dell'emencipazione, la longa mano di Dioniso protegge la donna e la usa come testa d'ariete per riformare e far progredire la moscia, grigia e bacchettona società borghese (nei tardi anni '60 come oggi). Consideriamo che in quegli anni, al di là dei tanti fermenti, la libertà sessuale della donna rimaneva un tabù; non contento di scardinarlo, Brass ci mette sopra pure il carico da novanta, ovvero l'amore interraziale della protagonista Anita Sandres con Terry Carter, un uomo di colore (da cui il titolo). Doppio scandalo, doppia soddisfazione.

La vicenda vede infatti la moglie annoiata di un uomo d'affari accompagnare il marito in un viaggio a Londra, e mentre lui si occupa del business lei si concede una giornata senza meta, errabonda in giro per Londra. Viene adocchiata da Carter, che la segue ovunque lei vada; la donna, apparentemente ritrosa, si sente lusingata dall'interesse ed inizia a fantasticare di avventure erotiche - SPOILER: fino a che l'incontro adulterino si concretizza e riempire di entusiasmo la mogliettina, la quale torna poi tutta rivitalizzata dal marito. La domanda che lo spettatore si pone, visto il tono onirico del film, è la seguente: è accaduto realmente o la Sanders si è immaginata tutto? Poco importa, il messaggio di liberazione dei costumi è comunque giunto a destinazione.

Il regista veneto costruisce un film fortemente influenzato dal momento storico nel quale gira, tanto che, rivisto oggi, appare un po' datato, vintage. Nerosubianco è prevalentemente un film di montaggio; Brass ci mette il massimo impegno. La storia è raccontata in modo frazionato, dispersivo, volutamente caotico. Pensieri e riflessioni dei personaggi si sovrappongo alle immagini, i dialoghi sono fuori sincrono, la musica straborda, immagini di repertorio, estratti di documentari, pubblicità pop warholiana, citazioni surreali (viene insertato nel film il frammento di Un Chien Andalou con l'occhio tagliato), fotogrammi iconici e visionari, tutto concorre a creare un pot-pourri semantico mgari farraginoso e difficoltoso da seguire ma sicuramente originale, vivace, strillato. Si è parlato di "controcultura" (allusioni politiche non mancano), pacifismo, libertarismo, dissacrazione ma, come dicevo in apertura del post, Nerosubianco è innanzitutto un film psichedelico. La colonna sonora è affidata da Brass ai Freedom (con i due ex Protocol Harum Ray Royer e Bobby Harrison), band che esordisce nel '69 con l'album intitolato proprio "Black On White". Sono frequenti le apparizioni della band nel film, ritratta mentre suona le canzoni che commentano le immagini. mentre per l'aspetto visivo del film Brass collabora con Crepax, il papà di Valentina. Tinto Brass appare due volte, prima come ginecologo (ruolo a lui molto caro), poi come regista di un film, proprio sui titoli di coda. Citazioni di Nerosubianco le ritroviamo in Monamour, dove la protagonista viene posseduta ai giardinetti da dei suonatori di colore, e in Tra(sgre)dire, ambientato a Londra, dove la Mayarchuk fa una passeggiata in un parco nel quale tutti sono dediti all'amplesso (proprio come accade alla Sanders in Nerosubianco).

Trailer ufficiale

Galleria Fotografica