Moana

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Moana

Onestamente pensavo sarebbe stata immondizia e invece, pur senza essere niente di che, si è lasciata vedere. La biografia televisiva moanesca si basa su un paio di pubblicazioni, licenze poetiche comprese, che narrano della vita di Moana, sostanzialmente secondo il punto di vista che Moana era una divinità. Nella fiction è santificata dal primo minuto, ha tutte le qualità, è speciale sotto tutti i punti di vista, una creatura titanica circondata da caccole umane ed escrementi antropomorfi vari. Il primo problema della fiction è Violante Placido, come se alla Ferilli facessero interpretare Dalida, per dire, tutti si ammazzerebbero dalle risate ("guarda che l'hanno fatto.... ah si!?"). La somiglianza fisiognomica è stata ricreata ad arte (e questo vale anche per tutti gli altri protagonisti), eccezion fatta per il burro della vera Moana che la Palcido non ha. Ma è la recitazione che lascia interdetti: lei ci prova pure a fare il verso a Moana, si vede che ha studiato le mossette, i sorrisini e il tono di voce seducente; ne viene fuori un ibrido tra un eterno personaggio alla Muccino/Comencini e una Jessica Rabbit un po' tonta.

Fausto Paravidino fa Riccardo Schicchi, ecco, lui è un Dio per davvero, lasciatemelo dire. La sua interpretazione è azzeccata e divertentissima, Schicchi alla fine ti sta realmente simpatico, un "rivoluzionario" farabutto capitalista con gli ideali di cartapesta, pieghevoli e riponibili comodamente nel taschino. Cicciolina ha le sembianze di Giorgia Wurth e le due si assomigliano alquanto. Avevo letto che la Staller se l'era presa per come veniva rappresentata (si era parlato di 30 milioni di danni richiesti a Sky per l'utilizzo illegittimo del nome e del personaggio, registrati financo all'Ufficio Brevetti) e non si fatica a comprenderne le ragioni, poiché nella fiction Cicciolina è un'arrivista gmeschina eelosa, nulla di più. Il che può pure darsi corrisponda alla realtà, però vederselo sbattuto in faccia (e sto facendo una metafora) non è carino. Che poi, diciamocela tutta, non è che nel mondo del porno Schicchi fosse una farabutto, Cicciolina una squallida e Moana invece Madre Teresa + Zichichi + Leonardo Da Vinci, anche se incidentalmente faceva porno (anche se invece pare salvasse le popolazioni del terzo mondo da fame e carestie).

Per quanto visto sin qui, è palese il tentativo di elevare la figura di Moana da tutto il resto, uno sfondo indistinto di gentucola che non vale niente. Ora, Moana era bella, mediamente colta, intelligente, una donna fascinosa e carismatica, però la solita operazione "Giovanna D'Arco" sa di stantìo e terribilmente banale, oltre che prevedibile e pure un po' provinciale. C'è questa costante sottolineatura che fare porno e al contempo essere una persona con una propria profondità emotiva, una sensibilità, parlare in italiano corrente con congiuntivi, condizionali, preposizioni, articoli e pronomi, sia una specie di accadimento epocale, uno stupefacente capriccio della natura, che evidentemente si è sbagliata dando origine ad una creatura soprannaturale. Bah, alla fine questo taglio narrativo pesa, perché è paternalistico, ottuso. L'intento dichiarato degli autori era quello di "entrare nel mistero di un personaggio estremo e contraddittorio e costruire una storia sullo sfondo di un contesto poco esplorato". Ecco, direi che è senz'altro fallito. Tutto è molto orizzontale (e non sto facendo una metafora), non si scava mai davvero, nessun dialogo degno di nota, nessuna situazione potente, tutto scorre via liscio liscio, incolore, anzi grigio qualunque. Il commento di Schicchi, quello vero, dopo aver visto la fiction è stato: "grottesca, piena di invenzioni e licenze creative del regista: mi è sembrata un'Alice nel paese delle meraviglie del porno". Già, appunto.

La regia di Alfredo Peyretti è anonima, mi pare si siano succeduti almeno un paio di registi dietro la macchina da presa, causa incomprensioni e disaccordi produttivi; chi voleva una versione più spinta, chi meno, chi più filosofica, alla fine è venuta fuori la calma piatta. "Il film è rock e anarchia" - ha detto Peyretti, famoso per aver diretto la fiction di Raiuno Gente Di Mare (ah beh...). "Non mi sono posto limiti. Sky mi ha dato la possibilità di raccontare la storia in maniera libera e io l'ho fatto". Una precisazione a uso e consumo di Peyretti: "rock e anarchia" erano i Sex Pistols non i Dari. Tante volte avesse sbagliato prospettiva.... Sul versante "hard" la Placido ogni tanto sta a tette di fuori, i sospironi e le strusciate epidermiche si sprecano, ma stringi stringi le situazioni sono caste e sotto attento controllo (vm. 14). Vedremo come prosegue la vicenda stasera, anche se ho poca voglia di sciropparmi la parte malattia/sofferenza/morte, con prevedibile beatificazione finale della Moana che sublima attraverso la malattia fisica la sua natura di entità celestiale semi-divina.

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