Il film che Sigourney Weaver gira immediatamente dopo Aliens - Scontro Finale è Mistery (in originale Half Moon Street), sideralmente distante dalle atmosfere e dall'adrenalina della pellicola di Cameron. Forse Sigourney, attrice versatile e volitiva, voleva esattamente questo, cambiare aria, anche perché la paura di fossilizzarsi nel personaggio del tenente Ripley l'ha sempre avuta e quello era già il primo sequel del capolavoro di Ridley Scott. Mistery dunque è qualcosa di completamente diverso, anche se la sottotraccia di inquietudine permane anche qui, seguendola dalla USS Sulaco alla Londra di metà anni '80, nel quartiere "degli arabi e delle squillo", per l'esattezza. La Weaver è la Dr.ssa Lauren Slaugther (un cognome che è tutto un programma), una preparatissima consulente laureata ad Harvard con competenze sui rapporti con il Medio Oriente, la quale tuttavia lavora in un think tank per la gloria, poiché la miseria di 150 sterline al mese la tiene a stecchetto. All'ennesima delusione professionale per un trasferimento sfumato in Kuwait (chi doveva aiutarla addirittura le ruba un articolo che firma a proprio nome), la dr.ssa Slaugther prende in considerazione un'idea che aveva sempre rifiutato, entrare a far parte di un'agenzia di accompagnatrici per uomini facoltosi. Il guadagno si impenna vorticosamente e il lavoro di ricercatrice e consulente si intreccia senza soluzione di continuità a quella di accompagnatrice e, all'occasione, di squillo a tutti gli effetti. Grazie a questa professione assai più glamour entra in contatto con Sam Bulleck (Michael Caine), membro della Camera dei Lord britannica, impegnato nel tessere rapporti di pacificazione tra Israele e mondo arabo. Tra i due si inserisce un terzo personaggio, una sorta di faccendiere palestinese che stringe una forte amicizia con la dr.ssa Slaughter. - SPOILER: molte persone attorno a Lauren si riveleranno essere assai diverse dalla loro apparenza. La dottoressa è finita in un gioco di pedine che mira a sabotare il lavoro diplomatico di Bulleck, la vita di entrambi sarà messa in pericolo.
Mistery è una strana produzione, che viene venduta dal trailer dell'epoca come una sorta di film romantico ed in parte lo è anche ma c'è dell'altro ed è assai pregnante. La pellicola è una spy story totalmente priva di azione, ha lievissimi spunti erotizzanti, tutti appannaggio di una Weaver raramente così nuda e generosa con la telecamera, ed il substrato del racconto ha un'impronta tanto drammatica quanto politica. Verrebbe quasi da dire che in certi passaggi la sceneggiatura si ingarbuglia troppo, non dice quanto dovrebbe, lascia tracce ma poi le sviluppa in modo un po' rozzo, al punto tale che in effetti viene più facile considerare Mistery una vicenda sentimentale pur con qualche scossone qua e là di stampo thriller. La statura dei due attori principali è enorme e da sola regge il film. Michael Caine è solido come la roccia, Sigourney Weaver è bellissima, sofisticata e radiosa, esattamente come il suo personaggio, dai tratti vagamente altezzosi perché consapevole della propria intelligenza a fronte della pochezza delle figure (perlopiù maschili) che la circondano. La dr.ssa Slaughter è sarcastica, ha la battuta sempre pronta, è permalosa ed ha la lingua affilata come il coltello, ma è anche una donna libera, emancipata, coraggiosa. Non solo non si fa nessuno scrupolo nel vivere da escort ma si impone perché possa usare il suo vero nome anziché un nomignolo, ritenendo di non doversi vergognare di ciò che fa. Non sarà proprio così, scoccata la freccia di Cupido con lord Sam Bulbeck rivedrà le sue posizioni, pur conservando tutta la propria integrità. Non ho particolarmente apprezzato la regia di Swaim, che ho trovato un po' anonima e scolastica, quasi televisiva. Il film, tratto dal racconto Doctor Slaughter di Paul Theroux del 1984, venne prodotto dalla gloriosa RKO, il cui ultimo titolo risaliva al 1957 (Il Pilota Razzo E La Bella Siberiana con John Wayne e Janet Leigh). Il finale lascia un po' interdetti perché è improvviso e interrotto, con un ultima scena sostanzialmente appiccicata lì nella quale dopo il climax politico segue il climax romantico.