Ultimo film della coppia Bud Spencer/Terence Hill, ultimo del periodo in cui lavoravano assieme, perché poi in effetti, dopo uno iato durato 9 anni, torneranno al cinema per un'ultima pellicola, il nostalgico Botte Di Natale (chiudendo come avevano cominciato, col western). Miami Supercops pare la continuazione di I Due Superpiedi Quasi Piatti, sulla carta perlomeno, perché poi nulla ha a che spartire con la pellicola di Barboni, se non l'ambientazione poliziesca e gli scenari floridiani di Miami. Stavolta è Bruno Corbucci a dirigere (Girotti e Pedersoli erano già stati diretti altre volte da Corbucci ma da Sergio, il fratello). Il film porta la sua firma per la regia, il soggetto e la sceneggiatura, dunque larga parte del risultato è senz'altro ascrivibile al director romano. E non sono tutte note liete, poiché della filmografia della "coppia de menare" del cinema italiano questo è probabilmente il film più stanco o comunque uno dei meno spumeggianti.
Steve Forrest e Doug Bennet sono due agenti del corpo di Polizia di Miami, o meglio, Forrest lo ha abbandonato per incompatibilità con la burocrazia e si è messo a fare il pilota di elicotteri. Anni addietro i due avevano arrestato Joe Garrett, uno dei tre rapinatori di una banca che avevano messo a segno un colpo da 20 milioni di dollari. Dopo 9 anni di prigione il bellimbusto ha raggiunto Miami dove si è messo sulle tracce di uno dei suoi complici di allora (il terzo sarebbe morto in un incidente). Garrett a Miami ci lascia le penne e i due agenti cercano di recuperare il filo e ricostruire i suoi spostamenti, con l'intenzione di risolvere il caso rimasto insoluto per tutto questo tempo. - SPOILER: il magnate Robert Delmann, l'uomo più in vista della città, affarista e benefattore protetto politicamente, si scopre essere Ralph Duran, uno dei complici di Garrett. Dopo aver cambiato chirurgicamente i suoi connotati si è costruito una nuova identità a Miami e fa affari indisturbato. Almeno fin quando Forrest e Bennet non si mettono sulle sue tracce. Dopo sparatorie e scazzottate il bene trionferà sul male e Duran verrà assicurato alle galere americane.
Una regia sin troppo televisiva (nonostante il budget non modestissimo a disposizione e la bellezza delle location), una sceneggiatura priva di sussulti, ed un certo senso di routine subentrato nelle Produzioni con Spencer e Hill, rendono questo film uno dei meno interessanti della premiata ditta. Non che sia orrendo, come da più parti mi è capitato di leggere, ma indubbiamente rappresenta uno stanco punto di arrivo che ha giustamente sancito la chiusura dell'attività su grande schermo. Buffo perché elementi positivi ce ne sarebbero, a cominciare dalla soundtrack ordita dai fratelli La Bionda, alle belle riprese di una sfavillante e sempre estiva Miami, alla gradevole partecipazione di due attrici (non protagoniste) femminili come Jackie Castellano, l'informatrice di Terence Hill - una faccia da serial tv alla Dynasty o Dallas - e Rhonda S. Lundsteadt, culturista muscolosissima arruolata per l'occasione come camionista con la quale Spencer ha un flirt. Le ragazze potevano essere impiegate di più e meglio, dando più respiro e dinamismo allo script. Il resto del cast di contorno non presenta facce di spicco né una recitazione che non sia di maniera (prettamente televisiva per altro). Tutto scorre molto liscio e piatto, mentre si attende pigramente la conclusione delle indagini, cullati esclusivamente dal fatto che un film con Bud Spencer e Terence Hill rappresenta sempre un qualcosa di "familiare" e accogliente per chi ha seguito la coppia sin dagli anni '70. La resa dei conti finale è davvero anonima e bruttarella, con trovate dozzinali (vedasi i barattoli di pomodoro che esplodono come secchiate gettate in faccia ai criminali), e più in generale tutti i momenti action del film hanno un che di approssimativo e tirato via sbrigativamente. Una chiusa crepuscolare di una carriera tutta all'insegna dell'adrenalina, del divertimento e dei buoni sentimenti.