Malizia Erotica

Malizia Erotica
Malizia Erotica

Suona subito un po' troppo sfacciato il titolo vero? Intendo, il riferimento a Malizia di Samperi, per altro con una locandina che di fatto ricrea la stessa situazione, una specie di contesto familiare, domestico, con il ragazzino in piena tempesta ormonale che scruta sotto la gonna di qualcuna. E infatti, che questa commedia spagnola (in originale El Periscopio), sia stata distribuita in Italia come Malizia Erotica non stupisce, il richiamo è proprio al film di Samperi del 1973, con l'aggiunta dell'aggettivo esplicito "erotica" per non dare adito a dubbi che proprio di quello si parla. La storia è quella di un ragazzino, Alfonsino (Ángel Herraiz), figlio di una famiglia borghese nella quale il padre è un allocco terrorizzato dal perdere i capelli (José Sazatornil) e la madre è un'adultera che manda avanti l'economia familiare (Mila Stanic) e si concede dei capricci grazie ai soldi spillati all'amante; in questo clima il ragazzo smania per le prime voglie e l'oggetto del suo desiderio sono una coppia di infermiere del piano superiore (Bárbara Rey e Laura Gemser). Le due si prestano al gioco, hanno un comportamento piuttosto disinibito, ammiccano ad ogni avance e per altro conducono un rapporto lesbo pur non disdegnando amori eterosessuali. Alfonsino prende a spiarle tramite un periscopio che si costruisce come compito di scienze per la scuola. Una volta scoperto, viene dapprima cazziato dalla Gemser per poi essere accolto in tutt'altra maniera della Rey che intravede un tornaconto nella bramosia del ragazzo, tant'è che per una serie di equivoci e circostanze riesce a farsi dare una pelliccia della madre che la donna si era conquistata a colpi di prestazioni con l'amante.

Siamo dalle parti dei sepolcri imbiancati, le donne del film sono tutte macchinatrici, opportuniste, individualiste e usano il proprio corpo come moneta di scambio. Gli uomini sono totalmente in loro balia, tonti come il marito o leggermente più furbi ma comunque schiavi della ghiandola mammaria e dunque ricattabili, come il figlio Alfonsino. La pellicola addirittura comincia con il ragazzo che va in un cinema a luci rosse (imbrogliando sui documenti) e accetta la compagnia in sala di una prostituta, per poi venir pizzicato dalla buoncostume e minacciato di essere portato in commissariato. La scanserà solo pagando una multa cash e regalando il proprio orologio ad uno dei due poliziotti, peccato che sia la (finta) prostituta che i (finiti) poliziotti fossero dei poco di buono d'accordo tra loro e usi a questo tipo di truffa per fregare gli avventori dei cinema porno, soprattutto se "in difetto", come un minore. Il tono è quello della commedia sexy, anche se si ride il giusto e l'aspetto morboso è decisamente preponderante. Tutte le scene che coinvolgono la Gemser e la Rey hanno poco di commedia e molto di erotico, si ride più in famiglia per ciò che combina Sazatornil, una macchietta che concia il proprio cuoio capelluto peggio che una donnetta. La Gemser qui ha già concluso il suo filone exploitation su Emanuelle dunque è il volto ed il corpo dell'erotismo abborraccione per eccellenza, mentre la Rey (arrivata prima a Miss Spagna nel 1970 per la rinuncia al titolo della vera prima classificata, Josefina Román) ne è un po' il contraltare iberico; la loro coppia funziona essendo basta sugli opposti, scura di carnato e capelli la Gemser, dal carattere più ombroso e scostante, eburnea e rossiccia di capelli la Rey, col fare molto più burroso. Eppure, nonostante il gran profluvio di reggicalze da parte di entrambe, mi ha molto più colpito la Stanic, una donna bella e sensuale anche se meno spiccatamente erotica (forse proprio per quello), memorabili le sue scene con Alfred Lucchetti. Cameo anche di Daniele Vargas (oculista di famiglia).

Da segnalare che Alfonsino apprende i rudimenti del cannocchiale a scuola, durante le lezioni del prete professore, che è Gabriele Tinti. Quando più avanti Alfonsino spia dalla finestra le copule delle infermiere vede la Gemser accoppiarsi con un amante... che è Tinti. La cosa non viene contestualizzata nel film, visto che Tinti è un prete, infatti quel fortunato amante è solo un corpo e non riveste alcuna economia nel film. Tinti non sta interpretando il prete ma solo lo "sparring partner" per la Gemser e questo è dovuto al fatto che lui era il suo compagno nella vita e che la Gemser accettava di girare quel livello di scene intime solo con Tinti. Questa coproduzione italo spagnola venne anche debitamente insertata per crearne una copia hard da vendere sui mercati internazionali. Nel finale, dopo che Alfonsino ha potuto avere le gioie sperate dalle infermiere racconta in prima persona la quotidianità delle sue giornate e di quelle del suo microcosmo familiare, in un epilogo con voce off che sa di commiato. Divertenti le musiche di Ubaldo Continello, compresa la spensierata canzone dei titoli di testa "Something's In The Air".

Trailer ufficiale

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