L’Ultimo Treno Della Notte

L’Ultimo Treno Della Notte
L’Ultimo Treno Della Notte

"Non si era mai visto nulla di più atroce...il film più agghiacciante mai realizzato...il capolavoro del sex & violence", etc., etc., un film che viene presentato così, si può non vedere? E sia, si spengono le luci, inizia la proiezione al Cineraglio Cinemà. Riemerso 89 minuti dopo, devo dire che non è stata una passeggiata, affatto. Disturbante, angosciante, feroce, crudele, spietato, L'Ultimo Treno Della Notte non so che in che posizione si possa mettere nella classifica dei più film agghiaccianti e violenti forever and ever, ma poco importa, fa male comunque, con o senza medaglia d'oro. La trama si potrebbe banalmente riassumere in un gruppo di balordi da Arancia Meccanica che sevizia e tiene in ostaggio i passeggeri di un treno nella notte di Natale. Abbandonato il treno, i reietti si rifugiano in una villa di un chirurgo, padre di una delle due ragazze uccise (con annesse violenze sessuali) sul treno. La loro vera identità viene però scoperta, ed i crimini commessi, vendicati (almeno parzialmente).

Lado prende scientificamente a badilate le media e ricca borghesia del tempo, quella che se ne frega altamente delle condizioni di disagio della società, a patto che nessuno tocchi la "roba", la proprietà privata, o sovverta le regole del presunto viver civile. Quella che ritiene che le rogne alberghino sempre altrove e non in casa propria. Questo più o meno il discorso programmatico di Enrico Maria Salerno (chirurgo con i miliardi, la villona e la moglie agée ma pur sempre discreta), alla cena con amici della notte di Natale. Il solito commensale progressista ribatte che bisogna cambiare la società, non adattarsi pigramente, ma Salerno, da buon conservatore, dice che una buona educazione, la famiglia e dello sport praticato con regolarità possono cambiare la società, nel giro di qualche generazione. Lado investe molto in questo confronto (che mostra drammaticamente in parallelo con le violenze che figlia e nipote di Salerno stanno subendo in treno, a dimostrazione che le cose non capitano sempre "agli altri"), lo ritiene un ritratto feroce ed amaro della classe borghese. A me è parso poggiato su cliché abbastanza facili e stereotipati, ma indubbiamente è uno snodo narrativo importante nel film, aiuta a meglio comprendere i personaggi e il "messaggio" dell'autore. Soprattutto alla luce del finale, quando il giustiziere Salerno, cartucciera in spalla e fucile per le mani, ammazza i balordi che aveva inconsapevolmente ospitato nella propria proprietà. Ma i balordi non agiscono da soli, sul treno fanno comunella con una trentenne borghese (se non si fosse capito, Lado ama follemente la borghesia....), che all'apparenza discetta di morale cattolica, ma alla prima occasione si dimostra una ninfomane con tendenze sadiche. I due ragazzotti (Flavio Bucci e Gianfranco De Grassi) e la bionda e algida Crudelia (Macha Méril) si trovano a meraviglia, ed il loro rapporto si configura rapidamente secondo lo schema della donna manipolatrice (la mente) e i due sbandati manipolati (uno è pure eroinomane) a far da manovalanza.

- SPOILER: Sul treno c'è spazio per i peggiori elementi del consorzio civile, come ad esempio un padre di famiglia guardone, che approfitta della situazione e partecipa alle violenze sessuali ai danni di due studentesse che dalla Germania stanno tornando a casa (la figlia e la nipote di Salerno), senza avere il minimo scrupolo (poi, pentito, telefonerà alla Polizia denunciando anonimamente i criminali che gli avevano offerto lo stupro su un vassoio d'argento). Le due ragazze moriranno entrambe, e solo grazie alla radio e alle prime indagini della polizia, Salerno e sua moglie addiverranno alla consapevolezza che le persone che stanno ospitando in casa sono proprio i colpevoli dell'uccisione della figlia. La diabolica Méril si venderà come un ostaggio dei due ragazzi e, in quanto borghese (e donna, apparentemente angelicata), verrà creduta da Salerno che la risparmierà, uccidendo solo i due uomini. Tantissimi altri dettagli della storia varrebbero la pena di essere narrati, ma questo svilirebbe la visione individuale del film, oltre che comportare un lungo e barbosissimo post alla Guidobaldomaria Riccardelli. Sappiate che accade molto, veramente molto, in questi 89 minuti, e che il vostro stomaco subirà di tutto. C'è la colonna sonora di Morricone, anche se la dolcissima canzone iniziale (che incornicia le compere natalizie dei borghesi) è opera di Demis Roussos.

Lado racconta che in Commissione Censura il film causò lo svenimento di uno dei membri (una donna) e la corsa in bagno a vomitare di un altro (sempre donna), più che comprensibile visto che, per dirne una, la figlia di Salerno viene sverginata con un coltello da De Grassi, e muore subito dopo in una pozza di sangue (e poi pure gettata dal treno). Il film fu giudicato adattissimo....per il rogo, e ovviamente Lado dovette riproporlo più volte, con taglie e sforbiciate (sebbene, racconta sempre Lado, la pellicola espunta non fu buttata via, ma recuperata e rimontata, all'italiana insomma....). Nonostante i 36 anni sulle spalle, L'Ultimo Treno Della Notte è una durissima prova anche oggi, per chiunque abbia un biglietto ferroviario in tasca ed un treno da prendere a breve scadenza...

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