L’Ultimo Squalo

L’Ultimo Squalo
L’Ultimo Squalo

Mentre la Universal lavorava al terzo film de Lo Squalo (1975) inventato da Spielberg, e proseguito poi sotto le mani di Jeannot Szwarc (1978), Enzo G. Castellari girò tra gli States e Malta il suo Squalo personale, creando non poche beghe ai colletti bianchi di Hollywood. Successe infatti che il film andò prepotentemente bene, incassando 18 milioni di dollari nel primo mese di programmazione (Lo Squalo ne fece 7 nel primo fine settimana di proiezione) e infastidendo non poco la Universal, la quale avviò subito una causa per plagio. Se da una parte era abbastanza evidente la filiazione del film di Castellari da quello originale (con personaggi e passaggi di sceneggiatura davvero troppo simili), d'altra parte è anche palese che la Universal si giocò la carta dello "scippo" più che altro per porre argine allo sfracello di consensi che la pellicola italiana stava mietendo al botteghino, andando potenzialmente a nuocere all'imminente Jaws 3D che avrebbe forse potuto trovare un pubblico stanco e già saturo di squali. Fatto sta che la Universal la causa la vinse e The Great White (come venne distribuito il film Oltreoceano) venne ritirato da tutte le sale.

A Port Harbour, William Wells (Joshua Sinclair) sta correndo per la carica di Governatore; tra le iniziative promosse dall'ambizioso politico una gara di windsurf. Pochi giorni prima della manifestazione però uno degli sportivi candidati alla vittoria sparisce proprio mentre si esercitava in acqua. Successivamente viene ritrovato un pezzo di tavola maciullata in modo inequivocabile, il legno porta su di sé i segni dei denti di uno squalo (enorme). Una delle compagne del surfer allerta il proprio padre, Peter Benton (James Franciscus), scrittore esperto di squali, che a sua volta - facendo coppia con un espertissimo cacciatore di squali della zona, Ron Hamer (Vic Morrow) - allerta Wells, intimandogli di annullare la gara. Un altro corpo viene trovato a largo (anzi, pezzi di corpo), ciononostante Wells intende permettere l'esibizione di windsurf, pur delimitando l'area con transenne subacque e reti antisqualo, e osservando rigide norme di sicurezza. Durante la gara viene puntualmente avvistato lo squalo, e fortunatamente il massacro è evitato. Benton e Hamer decidono di partire alla caccia ed a loro insaputa, anche i ragazzi di South Bay si imbarcano avventatamente nella medesima impresa. Dapprima sono Benton e Hamer a rimetterci quasi la pelle (lo squalo li imprigiona in una grotta sotterranea), quindi tocca ai ragazzi, e purtroppo proprio la figlia di Benton viene morsa ad una gamba dopo essere caduta in acqua. La comunità è sconvolta e nuovamente riparte la caccia allo squalo; inizialmente ci pensa lo stesso Wells, convinto che la sua unica possibilità di elezione risieda nell'uccisione del "mostro"; lo bracca con l'elicottero ottenendo però di essere ucciso (e l'elicottero distrutto a dentate); quindi è il turno di Benton e Hamer che ripartono motivati stavolta anche da un senso di vendetta. Hamer ci rimetterà la pelle ma il suo sacrificio consentirà a Benton di far esplodere proprio nelle fauci dello squalo una violentissima carica di dinamite che spezzerà in due il famelico predatore.

Castellari quasi riesce per davvero nell'impresa; partendo con un film platealmente derivativo, il regista romano mette in piedi una produzione assolutamente dignitosa e per certi aspetti sorprendente. E dire che la lavorazione aveva avuto i suoi inconvenienti, come l'animatronix della creatura che si tronca durante la lavorazione, costringendo Castellari a poterne utilizzare solo il testone. Si rimedia approvigionandosi di immagini di repertorio di squali sottomarini (ma lo stacco qualitativo è marchiano) e limitando le comparsate del Grande Bianco ai soli momenti di vero climax del film, le aggressioni con gran mangiate di arti inferiori dei malcapitati. Ora, il film è davvero discreto e Castellari merita tutti i complimenti del caso; nonostante ciò il paragone con Spielberg crea qualche imbarazzo. Nocturno lo bollò come il "miglior seguito de Lo Squalo", anche se di sequel ufficiale non si tratta (semmai più un remake poveristico), e le paure della Universal probabilmente gonfiarono il reale peso specifico della pellicola. Il capolavoro di Spielberg - perché di quello si tratta - non teme concorrenza, pur riconoscendo a L'Ultimo Squalo tutte le qualità, l'inventiva e la tenacia di aver sfidato il film americano sul suo stesso terreno (anzi, nelle stesse acque). A livello di effetti speciali Castellari ne esce sconfitto - e grazie alla pinna, direte voi. Non solo aveva un budget infinitamente inferiore ma gli si ruppe pure il giocattolo strada facendo. Non che Spielberg non dovette affrontare vari problemi, sia tecnici che metereologici, ma certo la Produzione delle due pellicole ebbe una cornice sicuramente diversa. Il ricorso a modellini subacquei (neppure riuscitissimi) si nota facilmente, e spesso si ha anche la sensazione che le dimensioni dell'enorme squalo non vengano rispettate con coerenza.

Castellari comunque è scaltrissimo, ha degli attori che, senza strafare, garantiscono ruoli efficaci e credibili, con il Morrow di Hamer che richiama senza troppi complimenti (anche fisicamente) il Quint di Robert Shaw, e il politico scafato di Sinclair che riprende il sindaco Larry Vaughn di Murray Hamilton. Le musiche sono degli inossidabili fratelli De Angelis, che puntano su atmosfere meno genialoidi del seminale dum-dum-dum-dum di John Williams. Castellari fu soddisfatto del risultato finale, lo ritenne il suo film tecnicamente più riuscito e si beò di averlo realizzato con molti meno soldi a disposizione di Spielberg (e, a suo dire, con parecchia più furbizia). Il comportamento del pesciolone rimane sempre discutibile - come accade anche nella saga originale - il suo atteggiamento estremamente aggressivo, crudelmente logico e pianificatore avrà naturalmente scontentato qualche attento biologo marino, inorridito davanti ad uno squalo che scientemente prende a musate una caverna nel tentativo di seppellire vivi due sub, o che si getta fuori dall'acqua come un salmone di 12 metri per afferrare al volo un elicottero e trascinarlo negli abissi marini, ma fa parte dello show baby, è bisogna accettarlo. Certo, fanno un po' ridere le reti antisqualo fatte coi lacci di scarpe che vengono strappate dal predatore come fossero burro, per non parlare delle esplosioni "letterali" causate sui natanti non appena il muso del pesce le punta con violenza. Ma il top credo sia il momento Rambo di Joshua Sinclair, quando, levatasi la giacca da politico cacciavoti, si getta in camicia e cravatta alla pesca dello squalo, armato di bisteccone e argano, una roba degna di Chuck Norris. Da notare che, forse per colpa del doppiaggio italiano, non è chiaro in che luogo si svolga la vicenda, poiché inizialmente pare di essere in Georgia, e si cita la Florida come uno Stato confinante dalle cui acque potrebbero arrivare sorprese. Online però si parla di ambientazione floridiana, e persino californiana. Le rare volte che passa in tv è sforbiciato qua e là, io l'ho visto nell'edizione (integrale) Ceca della Ritka, con audio italiano e sottotitoli cechi non rimovibili (....mortacci loro!).

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