L’Ultima Tentazione Di Cristo

L’Ultima Tentazione Di Cristo
L’Ultima Tentazione Di Cristo

Nel 1988 avevo 14 anni, non è che fossi particolarmente interessato ai film su Gesù Cristo, sostanzialmente mi era bastato il Gesù di Nazareth di Zeffirelli visto in tv con i miei genitori e che da bambino mi aveva notevolmente inquietato. Ricordo bene tutta la polemica che il film di Scorsese portò con sé, con accuse di blasfemia e irrispettosità verso la fede ed i fedeli cattolici. Innanzitutto il film preannunciava sin dai titoli di testa di non basarsi sui Vangeli ufficiali ma sul libro scritto da Nikos Kazantzakis, pubblicato postumo nel 1960. Scorsese con quelle elucubrazioni ci era andato a nozze, ritrovandoci tutti i propri tormenti e ne aveva tratto un film. E già questo risultava poco ortodosso; quello però che fece saltare sulla sedie le gerarchie cattoliche e più in generale tutti i benpensanti vicini alla Chiesa fu la famosa ultima tentazione di Cristo  (William Dafoe), tentazione da parte del Diavolo ovviamente, alla quale il Messia decide di cedere, ovvero scendere dalla croce, evitarsi il martirio fino alla fine ed iniziare una vita "normale" con moglie (Maddalena) e figli, lasciando che Israele se ne vada alla malora. Sarà Giuda (Harvey Keitel) a richiamarlo all'ordine, facendolo divorare dai sensi di colpa per il proprio egoismo. Giuda è un personaggio davvero speciale per Scorsese, non solo è sostanzialmente un co-protagonista assieme a Gesù ma, differentemente dai Vangeli, il suo tradimento è un atto d'amore che il suo Maestro stesso lo costringe a compiere. Gesù deve essere catturato dai romani perché il volere di suo Padre si compia e per essere catturato lontano dalla gente Gesù deve essere sorpreso nel Gethsemane, da solo. Deve essere quindi Giuda ad indicarlo ai romani. Giuda si oppone in ogni modo a questa sua personale "croce" ma alla fine cede alla richiesta di Gesù. Rivederlo quindi vecchio e malato, sul letto di morte (in una scena che pare mutuata dal Mantegna) lo fa andare su tutte le furie per la vita che lui si è dovuto portare sulle spalle in quanto traditore di Gesù. Prende a male parole il suo Signore, lo accusa di vigliaccheria. - SPOILER: sarà la reazione di Giuda a scuotere Gesù che pregherà il Padre di perdonarlo e ristabilire il disegno originario. Lo spettatore quindi tornerà al Golgotha e per Cristo tutta la sua vita successiva alla crocifissione non sarà stata che un sogno, un 'allucinazione del Diavolo. Gesù finalmente adempie al volere del Padre.

Scorsese gira un film potentissimo, che non ha la minima cura estetica, non c'è alcuna ricerca del bello o del glamour per ammaliare lo spettatore, anzi l'estetica del film a tratti respinge, né aiutano i 164 minuti di durata. Tuttavia Scorsese ha delle intuizioni magnifiche, penso alla meditazione di Gesù nel deserto, ai suoi miracoli, al suo peregrinare presso un villaggio dove un santone praticamente gli predice di essere il Messia, verità alla quale Gesù stesso rifiutava di credere. Poi abbiamo addirittura David Bowie nei panni di Ponzio Pilato. Ed anche Satana ha il suo fascino per come è messo in scena da Scorsese. Appare chiaro quanto questo Cristo sia un Cristo degli e per gli uomini, mentre ad esempio di quello di Mel Gibson nella sua Passione fosse una specie di spauracchio millenaristico degno dei predicatori medievali con gli occhi iniettati di sangue, tutti volti a terrorizzare il proprio auditorio anziché coinvolgerlo nel travaglio, nelle angosce, nelle ossessioni e negli incubi che Gesù stesso dovrebbe aver avuto, nella sua lacerante condizione di uomo e sangue divino al contempo. Defoe rende tutto ciò egregiamente, le musiche di Peter Gabriel aggiungono un tocco rock volutamente psichedelico e tribale, creando una giusta mistura di carne e spirito con la sua world music, che poi credo fosse la ricetta che Scorsese andava cercando.

Ci sarebbe dovuto essere De Niro al posto di Defoe ma l'attore dichiarò poi che non se la sentì di impersonare Cristo, per altro con una sceneggiatura così iconoclasta. poi fu la volta di Aidan Quinn, Christopher Walken. La scelta infine ricadde su Defoe anche grazie al suo sergente Elias Grodin in Platoon, una figura sacrificale in modo emblematico (con tanto di morte nella posa di Gesù Cristo a braccia aperte come sulla croce). Il film fu interamente girato in Marocco e venne presentato al Festival di Venezia del 1988. Le reazioni anche nel nostro paese furono alquanto scomposte e ad esempio a tutt'oggi nelle Filippine e a Singapore il film non è mai stato trasmesso o proiettato, mentre in Cile, Grecia, Sud Africa, Turchia e Argentina il divietò è andato avanti per anni. In Francia alcuni spettatori nei cinema subirono violenze da parte di detrattori fanatici esaltati che appiccarono un incendio a base di clorato di potassio e acido solforico. Gesù era troppo debole, aveva troppi dubbi, troppe incertezze, era insomma troppo umano e troppo poco divino e Scorsese lo mostrava addirittura mentre si accoppia con Maria Maddalena (Barbara Hershey). Scorsese ricevette la candidatura all'Oscar per la regia, la Hershey e Gabriel ai Golden Globe, anche se la pellicola venne boicottata in ogni modo possibile nelle sale causando incassi non proprio fenomenali, soprattutto nello stivale al cui centro svetta la cupola di San Pietro. Evangelisti americani si offrirono di comprare i negativi del film dalla Universal per poterli distruggere una volta per tutti. La sceneggiatura è del fidato e solidissimo Paul Schrader.

Trailer ufficiale

Galleria Fotografica