L’Ufficiale E La Spia

L’Ufficiale E La Spia
L’Ufficiale E La Spia

Il nuovo adattamento cinematografico del caso Dreyfus è il parto della collaborazione di Roman Polanski e Robert Harris. Già L'Uomo Nell'Ombra era nato da un romanzo di Harris, stavolta il libro dello scrittore sarebbe stato ispirato dallo stesso interesse nutrito da Polanski per Dreyfus, e Polanski a sua volta avrebbe poi tratto dal romanzo il film, la cui sceneggiatura è stata scritta a quattro mani naturalmente con Harris. Dunque una sinergia perfetta per portare ancora una volta all'attenzione dei francesi la vicenda del capitano Alfred Dreyfus, accusato e condannato dal tribunale militare francese nel 1894 di aver cospirato contro la Francia, avendo venduto informazioni a potenze straniere (la Germania) e per questo confinato sull'Isola del Diavolo, per un calvario durato complessivamente una decina d'anni. Lo stesso interprete di Dreyfus (Louis Garrel), come anche il protagonista Jean Dujardin (il suo ruolo è quello del tenente colonnello del controspionaggio Picquart) hanno candidamente ammesso di non aver mai conosciuto nei dettagli la vera storia di Dreyfus. I francesi sono i primi a masticarla per sommi capi, senza avere contezza del livello di abominio (giuridico ed umano) che quella tragica vicenda rappresentò in una Francia (ed in un'Europa) alle porte del '900, con tutti i prodromi dei totalitarismi e dell'intolleranza razziale che poi sarebbero drammaticamente esplosi nel secolo a venire. Polanski, ebreo come Dreyfus, se ne fa carico e affronta l'affare Dreyfus come una vera e propria spy story, senza per questo abdicare alla riscossa civile in formato 35 mm.

Ho apprezzato moltissimo l'elegante ed ariosa mise-en-scène, aspetto nel quale Polanski è da sempre un maestro indiscusso. Il film è disseminato di tanti deliziosi quadretti d'ambiente nei quali pare davvero di essere nella Francia del 1894 e anni a seguire. Bellissimi i costumi, tanto delle signore, quanto dei gentiluomini e le uniformi militari. Meravigliosi tutti quei parquet che scricchiolano sotto gli stivali e le decorazioni floreali delle grandi porte delle magioni dei baroni dell'Esercito. Encomiabile l'asciuttezza e la sobrietà con cui Polanski dà corpo e respiro ai fatti, senza indulgere mai nella retorica, nell'enfasi o nel pathos a buon mercato. Salvo in un'occasione, che si nota proprio perché è una nota stonata fuori dal coro, ovvero quando Picquart, oramai braccato, torna a casa dopo anni di assenza in Africa, Tunisia ed Algeria e, nel bel mezzo di un soqquadro di mobili e suppellettili sfasciate per le ricerca di documenti compromettenti a suo carico, si siede al pianoforte e si lascia andare ad una suonata malinconica, una roba da Attimo Fuggente (o peggio, da Canone Inverso) che proprio fa a cazzotti con il rigore virile del resto della pellicola (e con lo stesso personaggio stentoreo e razionale di Picquart). Una debolezza assolutamente perdonabile, perché L'Ufficiale E La Spia (in originale intitolato secondo lo stigma di Émile Zola, J'Accuse) è un film di enorme bellezza, che gratifica in tutto e per tutto gli occhi dello spettatore. C'è posto per il consueto ruolo affidato alle grazie della compagna di Polanski, la bellissima Emmanuelle Seigner, moglie adulterina di Luca Barbareschi (Philippe Monnier), co-produttore del film.

L'opera è stata presentata al 76° Festival del Cinema di Venezia e dette adito ad accese polemiche poiché la presidente di giuria, l'argentina Lucrecia Martel si disse imbarazzata dalla presenza di un film del regista francese al Festival, in riferimento al caso ancora non risolto di accusa di stupro su una ragazzina di 13 anni risalente al 1977. La Martel, in pieno #metoo, espresse tutta la propria disapprovazione per tale inopportuna - a suo dire - presenza. Per tutta risposta Polanski fece sapere che non avrebbe reagito in alcun modo, non intendendo "combattere contro i mulini a vento". Il film si è poi aggiudicato il leone d'argento Gran Premio della Giuria, nello stesso anno in cui il leone d'oro al miglior film è andato a Joker... e basterebbe questo per comprendere come molto probabilmente, senza le polemiche di cui sopra, L'Ufficiale E La Spia si sarebbe  portato a casa un felino di ben altro metallo rispetto all'argento.

Trailer ufficiale

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