Lo Squalo

Lo Squalo
Lo Squalo

Nel 1975 la Universal Pictures prese un romanzo inglese che stava riscuotendo un discreto successo soprattutto in madrepatria (ispirato a degli attacchi di squali sulla costa del New Jersey nel 1916), un regista alle prime armi, un budget milionario, e ci investì sopra una terrificante mole di ambizioni ed aspettative. Fu così che Steven Spielberg consegnò al mondo Jaws, Lo Squalo, il film che lanciò la sua carriera, divenne il maggior incasso mai conseguito fino ad allora, generò una vera e propria fobia per gli squali, inventò praticamente il merchandising legato al cinema, e battezzò il genere dei "mostri marini".

Spielberg aveva all'attivo i soli Sugarland Express e Duel (quest'ultimo girato sostanzialmente come film indipendente). Quando gli fu proposto Lo Squalo ci vide molte affinità con Duel, nuovamente la caccia di una grande creatura, un leviatano, un "primate", ai danni dell'uomo, una sfida per la sopravvivenza, prevalere o soccombere. Una sorta di sequel di Duel, ma stavolta in grande stile, ed ambientato nell'Oceano. E Spielberg pretese che il film fosse effettivamente girato nell'Atlantico; una roba impensabile poiché i film "marini" solitamente venivano girati negli studios, presso grosse vasche e cisterne, o tutt'al più dentro a un lago. Il proposito di Spielberg fu quantomai megalomane, ma perseguito in nome del realismo, della verosimiglianza. Una prima metà del film è ambientata su terra, nell'isola di Amity (Martha's Vineyard), ma poi tre uomini, l'oceanografo Matt Hooper (Richard Dreyfuss), il capo della polizia locale Martin Brody (Roy Scheider) e il cacciatore di squali Quint (Robert Shaw), salpano a bordo dell'Orca per catturare il grande bastardo bianco che terrorizza l'isola ed ha già mietuto morti. Da quel momento in poi tutto avviene in mare aperto, una caccia primitiva e ancestrale i cui confini tra preda e predatore si confondono continuamente.

Di recente è stato pubblicata in bluray una nuova edizione del film, a quasi 40 anni dalla sua uscita. Oltre alla rimasterizzazione in digitale della pellicola, il cofanetto include circa 4 ore di contenuti extra, grazie ai quali si può scoprire un film nel film, ovvero la mostruosa fatica erculea che girare il film richiese. A fronte di 55 giorni preventivati per le riprese, occorsero 5 mesi solo per girare a Martha's Vineyard, senza contare il prima e il dopo. Parliamo del '75, e quindi della tecnologia di 8 lustri fa; lo squalo, anzi, gli squali erano creature meccaniche, mosse da principi idraulici, lunghi a grandezza naturale (circa 7 metri e mezzo), niente computer grafica. I "mostri" si bloccavano continuamente (la produzione non aveva concesso tempo sufficiente al testing dei congegni), e questo spinse Spielberg e gli autori a rivedere in tempo reale la sceneggiatura, continuamente, improvvisando e cambiando i programmi giornalieri. Molte delle migliori scene del film però nacquerò proprio grazie a questi inconvenienti. Se Lo Squalo fosse stato girato oggi avremmo dozzine di sequenze con "Bruce" (così avevano ribattezzato il Grande Bianco meccanico) che scorrazza in primo piano, squarta gente a profusione e sbruffoneggia in ettolitri di sangue; nel 1975 Spielberg invece afferrò l'elementare ma fondamentale concetto hitchcockiano che "meno si vede, più fa paura", dettato dalla stringente necessità di non inquadrare un aggeggio di sette metri di lattice e tubi di metallo che non ne voleva sapere di funzionare. Ecco che per una cinquantina di minuti lo squalo viene costantemente evocato nel film, ammazza pure dei bagnanti, ma nessuno lo ha ancora materialmente visto. Certo, la spettacolare musica di John Williams (vincitrice dell'Oscar) lo ha annunciato più di una volta e lo spettatore sa che c'è, la sotto, anche se ancora non ci ha sbattuto il muso contro. Così come più avanti, l'espediente dei barili gialli fu un'altra brillante idea di Spielberg per girare quarti d'ora di pellicola senza avere a disposizione il protagonista del film. Nel film è presente anche un palese omaggio a Hitchcock, nella scena in cui Scheider assiste dalla spiaggia all'assalto dello squalo ai danni di un bambino; Spielberg ricorre al cosiddetto "Vertigo Shot" (dal film Vertigo, ovvero La Donna Che Visse Due Volte), ripresa che utilizza la tecnica del dollying, muovendo in avanti la telecamera mentre nello stesso momento si fa uno zoom all'indietro, creando così un particolare effetto visivo che esalta lo stato emotivo peculiare del personaggio in quel preciso momento.

Prima di approdare a Martha's Vineyard una troupe aveva girato scene dal vero di squali bianchi in Australia, così come di squali veri si doveva trattare nel caso della scena di Dreyfuss immerso sott'acqua, nella gabbia di metallo, attaccato da un "ragazzone" coi denti aguzzi un po' su di giri. Poiché non si trattava di un pesce di oltre 7 metri, ma di dimensioni più piccole, fu adattata anche una gabbia in miniatura con dentro un nano, che avrebbe dovuto fare le veci di Dreyfuss, e far apparire di contro lo squalo come sovradimensionato. Ma il piccoletto anziché fare le veci, fece le feci, e se le fece addosso, visto che uno squalo bianco attaccò per davvero la gabbia, ancora prima che l'uomo vi entrasse dentro. Lo squalo rimase impigliato alle catene e sbatacchiò ben bene l'imbarcazione nel tentativo di disimpigliarsi, per poi inabissarsi con la gabbia. Nello sconvolgimento generale, la pinna dello squalo picchiò ripetutamente sulla barca con forza, ferendo al volto il nano, che si rifiutò quindi categoricamente di girare poi la scena. Ma ebbe ragione lui, la gabbia andò distrutta, trascinata in fondo all'oceano dallo squalo incazzato, e se l'attore fosse stato dentro la gabbia sarebbe morto senza appello. La fifa lo aveva salvato.

I documentari del bluray mostrano quale impatto Jaws abbia avuto sulla cultura popolare, come qualsiasi film divenuto fenomeno, travalicando i confini di mero prodotto cinematografico. Lo Squalo è stato citato in decine di film, i suoi attori sono stati citati in decine di sketch comici (celebre quello di Belushi al Saturday Night Live che imitava Dreyfuss), il merchandising sviluppò qualsiasi oggetto immaginabile col logo e la locandina del film, arrivarono parecchi sequel, ufficiali ed apocrifi, e una gran quantità di pellicole comunque ispirare a mostri marini, Tantissimi registi divenuti poi famosi dicono di essersi ispirati a Spielberg, di essere rimasti folgorati da quel film o di aver deciso di intraprendere la carriera di filmaker proprio per Jaws, vedi Bryan Singer, Robert Rodriguez, M. Night Shyamalan, Steven Soderbergh.

Memorabili le interpretazioni dei tanti attori di primo piano del cast, bravissimi Roy Schader e Richard Dreyfuss, ma impareggiabile fu Robert Shaw, che col suo Quint evoca apertamente il capitano Achab di Moby Dick (persino in punto di morte). Prometeo, Melville, Hemingway, i riferimenti "mitologici" e letterari di Jaws e della caccia di Quint in particolare sono molteplici. Indimenticabile quasi ogni frase che l'attore britannico proferisce nel film, ma soprattutto il suo monologo sulla USS Indianapolis, l'incrociatore militare che portò la bomba atomica poi sganciata sul Giappone durante il secondo conflitto mondiale. Quel dialogo fu scritto originariamente dallo sceneggiatore Howard Sackler, quindi rivisto e ampliato da John Milius, ed infine "metabolizzato" dallo stesso Shaw, che ne trasse fuori una propria versione, quella che poi compare nel film, e che lascia chiunque lo ascolti col fiato sospeso dalla prima all'ultima parola. La vera storia della USS Indianapolis fu resa pubblica praticamente in concomitanza con l'uscita del film, e molti americani, compresi i genitori degli oltre 700 marines morti, scoprirono cosa era veramente successo dal film di Spielberg.

Il film provocò così tanta paura che le spiagge ebbero un numeroso calo di presenze nel 1975, e Spielberg racconta che anche a distanza di anni, la gente continua a fermarlo per strada "incolpandolo" della propria fobia verso il mare ed un "tranquillo" bagno estivo. Tuttavia, nonostante il film lambisca i confini dell'horror, non si tratta di un film di paura; i suoi elementi forti acquisiscono potenza e capacità di incutere terrore per via del fatto che trattano di elementi primitivi, della carica di morte insita nella Natura, qualcosa contro cui l'uomo ha dovuto lottare dal giorno in cui è comparso sulla Terra, qualcosa di più pauroso di qualsiasi orda di zombie, vampiri, licantropi e demoni. Adoro il fatto che Spielberg sappia imprimere una grande semplicità alle sue storie; lo stesso Squalo è totalmente depurato di orpelli ed elementi di approfondimento, è avventura nel senso più puro del termine. Più è semplice più è convincente, ma semplice non fa rima con stupido o superficiale, significa essenziale, basico, quindi qualcosa che senza filtri e intermediazioni arriva dritto al cuore. C'è chi ha paragonato Lo Squalo a un film muto, talmente intenso che sarebbe potuto essere privo di dialoghi, senza perdere nulla della sua energia e della sua capacità di trasmettere emozioni primarie.

Trailer ufficiale

Galleria Fotografica