Lo Squalo 2

Lo Squalo 2
Lo Squalo 2

"Se non l'avessimo fatto noi lo avrebbe fatto qualcun altro..." era la tesi dei produttori de Lo Squalo; la gente voleva tornare su Amity e sapere cosa stava succedendo a Brody e alla sua famiglia. Farsi soffiare un potenziale fantamirabolante incasso (tenendo conto che il primo Squalo aveva messo a ferro e fuoco il botteghino e che, se anche il secondo avesse incassato la metà, sarebbe stato comunque un successo) era da stupidi, e a Hollywood sono delle faine non degli sprovveduti. Fu così che la macchina del business si mise in moto per bissare nel più breve tempo possibile il primo capitolo del più famoso Grande Bianco cinematografico. Qualche anno dopo i terribili fatti di Amity (3 nella realtà, 4 nella finzione cinematografica), un nuovo monumentale carcharodon torna a solcare le acque in prossimità della rive della pacifica isola vacanziera. e sarà un nuovo bagno di sangue.

Sta per aprirsi la consueta spumeggiante stagione balneare, il commercio si frega le mani per i lauti incassi, ma un musone bianco dalla dentatura prominente si affaccia sulla costa, pronto a celebrare un po' di lauti pranzetti a base di carne umana e legni di imbarcazioni. Brody lo sente subito, come un segugio fiuta il pericolo; dopo le prime anomalie e le prime sparizioni, avverte subito i superiori i quali, esattamente come quattro anni prima, non gli credono, o meglio, fanno finta di non credergli, perché un altro squalo significherebbe un contraccolpo economico per Amity, e gli affari sono affari baby. Brody fa il diavolo a quattro (piuttosto scottato dalla precedente esperienza) e per tutta risposta viene rimosso dal suo incarico di sceriffo. Lo squalo imperversa e stavolta i due figli di Brody rischiano in prima persona di diventare bocconcini prelibati, durante una gita in barca a vela. Brody così si improvvisa cacciatore sanguinari pescioloni pinnati e si getta alla pugna, solo contro il mare (lui che ha il terrore dell'acqua, elemento molto attenuato in questo film) Se nel 1975 il predatore era stato fatto esplodere con una bombola cacciata in gola, stavolta sarà un provvidenziale cavo subacqueo dell'alta corrente a deflagrare in modo uber spettacolare il carcharodon famelico.

Più che un sequel, Lo Squalo 2 assomiglia ad un remake; è praticamente tutto identico, cast, produzione, sceneggiatori, musiche, buona parte del plot, l'unica cosa che cambia è quel tizio dietro alla macchina da presa....Spielberg non ne volle sapere di occuparsene, dapprima polemizzò un po' su una trama che sembrava non avere alcun elemento nuovo (...sembrava...), poi disse che il suo film "definitivo" sulla materia lo aveva già consegnato agli archivi, e per altro la complicatissima lavorazione gli era costata dieci anni di salute. Era tempo di volare altrove. A Spielberg subentrò così Jeannot Szwarc (seconda scelta dopo John D. Hancock, sollevato quasi subito dall'incarico per manifesta inadeguatezza ad un progetto su così larga scala, lui che veniva dal teatro e non aveva mai fatto film d'azione....ma allora che cazpetek lo avevano scelto a fare?!), che all'epoca aveva in curriculum tre film tv ed un paio di titoli usciti in sala (tra i quali Bug, Insetto Di Fuoco). Del resto, anche l'emergente Spielberg era stata una scommessa bella e buona....solo che non si possono vincere due scommesse di fila.

Szwarc fece il suo onesto lavoro, portando a casa una pellicola dignitosa e divertente, ma schiacciata dal peso del primo Squalo, al quale rende ossessivamente omaggio e dal quale mutua quasi ogni centimetro di pellicola (Spielberg aveva ragione: "making a sequel to anything is just a cheap carny trick"). Tolta tutta la parte fotocopia di costruzione degli eventi (lo schema: luogo ameno - arriva lo squalo - Brody lo capisce - Brody non viene creduto - ok, e adesso il problema va risolto cazzo!), Lo Squalo 2 si gioca sostanzialmente sulla scampagnata in barca della combriccola dei ragazzi e sulla conseguente battaglia finale tra Brody e lo squalo. Un po' poco per definire il film e conferirgli una sua personalità. Per buona parte di questi 111 minuti stiamo vedendo il primo capitolo, girato con meno inventiva, meno tensione, meno originalità. Ogni qual volta si manifesta lo squalo, musiche di John Williams a parte, avviene tutto in modo più meccanico e prevedibile. Brody va sempre più configurandosi come un piccolo Rambo, e stavolta l'uccisione dello squalo è veramente sborona, con Brody che tiene in mano il cavo elettrico e lo caccia nelle fauci della bestia. Scariche elettriche, fuochi d'artificio, fiamme spettacolari, titoli di coda.

Szwarc optò per mostrare con molta più generosità la creatura, seguendo la filosofia opposta dell'hitchcockiano Spielberg, oltretutto rendendo lo squalo ancora più aggressivo e "atipico" nei comportamenti (negli annali l'attacco addirittura ad un elicottero). Il giochino del "vedo/non vedo", con annuncio tremebondo del "dum...dum....dum...dum..." dei bassi di John Williams non poteva essere sfruttato nuovamente, gli spettatori sapevano cosa dovevano aspettarsi, tanto valeva attaccare a testa bassa sin dall'inizio. Semmai si scelse di rendere il profilo del pesce ancora più inquietante, scarnificandolo a seguito dell'esplosione che si verifica quando lo squalo attacca la barca delle tipe che fanno sci nautico. Per il bestione furono riutilizzati gli stampi dei modelli del primo film, e fu necessaria una pesante manutenzione per via del fatto che valvole e parti meccaniche si erano deteriorate. L'aver puntato sui teenager come protagonisti abbastanza attivi della storia mutò un po' la ragione sociale del marchio Squalo, che senza Robert Shaw e Richard Dreyfuss, diventò un prodotto apparentemente più spettacolare (in realtà solo più fracassone ma meno intenso) e schiettamente blockbuster, perdendo insomma quell'autorialità che Spielberg gli aveva conferito, pur trattandosi sempre e comunque di un film d'azione.

Roy Scheider, che aveva appena lasciato il set de Il Cacciatore per "divergenze creative", si ritrovò mal disposto sul set di Jaws 2 e con un regista col quale ebbe ripetute discussione litigi ("lavorare con Jeannot Szwarc è essere consapevoli che lui non dirà mai di essersi sbagliato o non ammetterà mai di chiudere un occhio su certe cose. Questo per me è una stronzata!"). Il film fu nuovamente girato a Martha's Vineyard, con grande gioia dei locali che nei giorni di lavorazione si aggiravano per l'isola indossando una maglietta recante la scritta: "Universal go home!", segno di evidente apprezzamento per la scelta degli studios. Per le scene in acque si andò Navarra Beach, Florida, che garantiva la giusta profondità dei fondali. Nella scena climax dell'attacco dello squalo ai relitti delle barche a vela dei ragazzi, circolarono dei veri squali martello attorno agli attori, i quali, dovendo recitare espressioni di terrore, non furono creduti dalla troupe che riprendeva bellamente quei ragazzi spaventati e disperati. Per il 1978, Lo Squalo 2 fu il sequel che incassò di più nella storia dei sequel.

Trailer ufficiale

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