Le Crociate – Kingdom Of Heaven

Le Crociate – Kingdom Of Heaven
Le Crociate – Kingdom Of Heaven

La sceneggiatura di Kingdom Of Heaven (da noi, sbrigativamente importato come Le Crociate) era originariamente stata pensata per un film intitolato Tripoli che non venne poi realizzato, William Monahan (premio Oscar nel 2007 per The Departed) la riadattò così per i gusti di Ridley Scott, da sempre voglioso di realizzare un film sul tema delle crociate, o più propriamente sulle guerre di religione che esse implicarono. Il regista di Alien e Blade Runner fece le cose alla grandissima generando un vero e proprio kolossal dagli immani costi realizzativi (130.000.000 dollari), set (Spagna e Marocco), numero di attori e comparse coinvolte, e anche durata del lungometraggio (144 minuti la versione cinematografica, 194 la director's cut uscita poi in homevideo). Un film assolutamente nelle corde di Scott che poté sbizzarrirsi in tutta la sua grandeur visionaria e produttiva. 135 giorni di riprese, circa 150.000 costumi realizzati, eserciti a perdita d'occhio e la costruzione di grandi macchine d'assedio e da guerra del XIII secolo (naturalmente ad uso "cinematografico", non vere). Ennesimo film che i detrattori di Scott hanno "amato odiare", criticandolo per le mille inesattezze storiche, le licenze poetiche (spesso additate come superficialità) e la rappresentazione dell'Islam contro il Cristianesimo. Il bello è che Scott ha dovuto subire ogni genere di accusa; lato cristianesimo quella di parteggiare addirittura per i mussulmani, dando un ritratto in particolare dei cavalieri templari come degli ottusi barbari assetati di sangue e potere. Allo stesso tempo soprattutto la comunità islamica americana temeva fortemente che il film potesse soffiare sul fuoco del pregiudizio nei loro confronti, anche considerando che Le Crociate arriva appena quattro anni dopo l'attentato alle Torri Gemelle di New York, una fase storica in cui le guerre di religione erano tornate ad essere di estrema attualità.

Certamente Scott non gira un film partigiano o sciovinista, non difende né la croce né la mezzaluna, mostra estremo rispetto per i due capi degli eserciti (Baldovino di Gerusalemme e Saladino), uomini illuminati infinitamente più avanti dei rispettivi popoli, clero ed esercito, intenti a preservare un bene superiore e a mostrare ammirazione ed amicizia per il proprio avversario ed il suo codice culturale. Semmai, come spesso accade a Scott, è il sottobosco circostante ad essere ritratto a colpi di stereotipi estremamente manichei e netti, al limite della bidimensionalità (evidentemente funzionali all'avanzamento della storia, quella con la esse minuscola). E' il caso di Guido Da Lusignano (Marton Coskas), Rinaldo di Chatillon (Brendan Gleeson) o ad esempio del prete consigliere di Baliano (Orlando Bloom) durante l'assedio di Gerusalemme (Michael Sheen). Per la verità lo stesso Baliano (ispirato al realmente esistito Baliano di Ibelin) interpretato da Orlando Bloom è un personaggio dalla moralità quasi trascendentale, un puro, un giusto, pur essendosi macchiato di assassinio (e tuttavia è difficile che il pubblico non parteggi per lui anche in tal caso); una sorta di icona paradigmatica che non fa della sfumatura il suo principale tratto caratteriale. Va anche detto che un racconto del genere richiedeva figure quasi mitiche per poter essere narrato a pieno potenziale. Un paradigma esemplare, il cui lascito etico è sostanzialmente quello di agire secondo coscienza e verità, indipendentemente dal nome del proprio Dio (e soprattutto dal volere dei suoi corrotti sacerdoti). Le Crociate va gustato per il suo maestoso pregio estetico, ogni fotogramma è pura magia cinematografica, un film prima di tutto visivo. Naturalmente il tema scelto è altamente divisivo ed infatti si tratta di uno dei titoli più discussi di Scott, anche e soprattutto per le posizioni ideologiche che inevitabilmente si è portato dietro.

Lasciando da parte le polemiche (e le variazioni storiche che Scott si concede, che personalmente non ritengo affatto criminali ma legittime se si parla di "autorialità"), sono invece da lodare le prove attoriali di Edward Norton (Baldovino), il re lebbroso che per tutto il tempo indossa un maschera - una prova non facile per Norton, privato della sua espressività fisica - nonché di Jeremy Irons (Tiberias), David Thewlis (il cavaliere ospitaliere) e Liam Neeson (Goffredo di Ibelin, padre di Baliano). Eva Green è naturalmente bellissima, eppure il suo personaggio - la principessa Sibilla - ha qualcosa di fittizio e posticcio che senza le fattezze della Green (dalla resa sorprendentemente esotica) non avrebbe avuto per la verità granché da dire. Da notare che Scott fa interpretare la sorella del Saladino (Ghassan Massoud, doppiato magistralmente dal nostro Remo Girone) a sua moglie Giannina Facio, praticamente l'unica altra donna del film, benché sia in scena una manciata di secondi appena. Molto belle tutte le scene di battaglia, sia quelle più contenute in termini numerici, sia il gran finale con l'assedio di Gerusalemme, degno di quello al fosso di Helm Deep. Le Crociate è andato assai bene nel mercato arabo e più in generale a est degli Stati Uniti, dove invece ha deluso le aspettative (complice anche la pessima campagna stampa orchestratagli contro). Potrà forse non essere il miglior film di Scott ma risulta ugualmente imperdibile da un punto di vista visivo e, quanto ad epicità, non è secondo a nessuno.

Trailer ufficiale

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