L’Attrazione

L’Attrazione
L’Attrazione

L'Attrazione (1987) di Mario Gariazzo sarebbe ispirato al dramma teatrale Una Partita A Scacchi di Giuseppe Giacosa, il testo viene esplicitamente citato nel film (anzi, Marino Masé maneggia proprio il libro). In effetti alcune similitudini ci sono; sebbene l'impianto sostanziale diverga, rimane la tenzone (erotica) tra un uomo ed una donna davanti ad una scacchiera. Giacosa immagina nel XIV secolo la nobile Iolanda contrapposta al paggio Fernando, nella cornice di un castello della Val D'Aosta; Gariazzo trasla la partita ai giorni nostri, in un villone alle porte di Roma (Vigna Murata) tra la fotografa di biancheria intima Guérin e il banchiere playboy Masé. Le condizioni sono le stesse, se sconfitta, la Guerén si concederà a Masé; se sconfitto, Masé di toglierà la vita. Non solo, pezzo dopo pezzo, ogni alfiere, pedina, cavallo caduto, costerà una penitenza da pagare, benché "dolce" e "tenera". Attorno ai due avversari si muove il resto della villa, la attuale compagna di Masé, già sposato (Martine Brochard, ex maitresse), la segretaria di Masé (Ann Margarte Hughes, molto Melanie Griffith in Una Donna In Carriera), un medico innamorato della Guérin (lo sbarbatissimo Stefano Sabelli).

Il film inizia tosto, con la Guérin in treno che fuma beatamente una sigaretta a finestrino aperto. Nello scompartimento entra un uomo (lo vediamo solo dalle ginocchia in giù), si avvicina alla Guerén, ed inizia a palparla. Lei, di schiena, si lascia toccare; l'uomo va oltre, le alza il vestito, le scopre le chiappe, e si serve il pasto caldo. Quindi va via, il tutto senza che la Guérin lo abbia mai visto in volto (e neppure lo spettatore). Andiamo bene! Chiaro che il personaggio della fotografa è assai disinibito, sebbene nei dialoghi Gariazzo cerchi invece di caratterizzarla come una inguaribile romantica. Zoccola è pure la Brochard (del resto, quello faceva di lavoro prima di fidanzarsi con Masé), piuttosto in tensione per l'evidente liasion che va stabilendosi tra tra l'uomo e la Guérin, anche se l'erotismo che si respira per la casa la attrae e la irrita al contempo (protagonista pure di una scena di autoerotismo voyeuristico). Lo stesso dicasi per la segretaria. Tutte le donne della villa sono interessate a Masé (manco fosse Alain Delon), tutte condividono un passato e /o un presente con lui, fino al colpo di scena finale che non spoilero (potete vivere anche senza saperlo, tutt'al più, se proprio vi viene la dermatite seborroica da stress perché non ci dormite la notte, ve lo scrivo a richiesta nei commenti).

Rispetto al tipico film "alla Gariazzo", questo è vagamente più curato e patinato, c'è meno quell'aria da porno trash che caratterizza ad esempio una pellicola come Sapore Di Donna, per quanto si rimanga sempre in superficie, a causa primariamente di dialoghi tremendi. La Brochard ne conserva un pessimo ricordo, per lei è stato un film "alimentare" senza né capo né coda, il che è anche abbastanza vero, però queste attrici che prima si denudano, poi incassano l'assegno, e poi rinnegano a colpi di "mondo crudele", mi lasciano sempre a boccuccia storta. Non è un crimine fare film erotici, e l'erotismo in L'Attrazione non manca. Ok, il film è tutto fuorché un capolavoro, di difetti ne ha mille, ma la sua missione la porta a casa, l'eros ha i suoi i momenti (magari un po' cupi), vuoi anche per le physique du role soprattutto della Guérin (una garanzia). Molto belli gli interni della Villa di Vigna Murata, eleganti e lussuosi (e del resto, il film è praticamente girato interamente in interni). Ovviamente c'è il solito sassofono a fare "colonna sonora di film erotico", una botta di originalità.

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