La Vergine E La Bestia (aka Les Désaxées)

La Vergine E La Bestia (aka Les Désaxées)
La Vergine E La Bestia (aka Les Désaxées)

Prima ancora che di film bisognerebbe aprire un blog per parlare della demenziale follia dei titolatori italiani, quei distributori che, importato un film dall'estero, si prendono la briga non solo di cambiargli titolo ma di stravolgerne completamente l'attinenza col film, come se il regista gliene avesse appicciato uno sorteggiandolo a caso con dei bigliettini estratti da un bussolotto. Già tradurlo basterebbe ma non si accontentano, ci devono mettere del proprio, un estro creativo che faccia capire che qualche Gabriele D'Annunzio italiano si è spremuto le meningi per lasciare la sua firma. E' così ad esempio che nel 1972 Les Désaxées (traducibile con "gli spostati") diventa La Vergine E La Bestia. Se il titolo originale rimanda immediatamente a The Misfits di John Huston, quello italiano sta a metà strada tra Salvatore Baccaro e Joe D'Amato. Non ci sono né vergini né bestie in questo film e la perversione di aver scelto un titolo così stupido e decontestualizzato dà veramente la cifra di quale doveva essere la situazione all'epoca. Les Désaxées è un raffinato ed elegantissimo film di Michel Lemoine, regista e protagonista della storia, che vede una coppia di coniugi alle prese con il poliamore. I due si amano alla follia ma soprattutto lui vuole provare nuove esperienze ed avere altre donne, ma siccome il suo amore per la moglie è devoto e sincero, vuole fare queste esperienze con lei. Inizialmente lei accetta ma dopo la prima esperienza, pur avendo tutto sommato gradito, decide di lasciarlo libero di sperimentare in autonomia perché per lei è difficile scindere così nettamente corpo e sentimenti. Per altro subentrano delle complicazioni, ovvero che gli amanti magari vogliono avere l'esclusiva e dato che i due coniugi non hanno alcuna intenzione di separarsi, la moglie concede al marito ogni libertà. Anche lui fa lo stesso, ma di fatto è praticamente solo lui a cambiare partner ogni sera, a tal punto che progressivamente la moglie si sente sempre più trascurata e lui sempre più inebriato da nuove conquiste. Le donne gli cadono letteralmente tra le braccia, ne ricava una in ogni situazione, una vertigine che presto lo porta ad abbassare il livello delle sue compagnie. Una sera trascorre  cena e dopocena con una ragazza che lui evidentemente non reputa al suo livello. E' rozza, infantile, sciocchina ed anche a letto non ha alcuna misura. Piuttosto deluso, il marito fa ritorno a casa avendo tradito la promessa di rincasare presto. Per strada si ripete quanto quel periodo di follia e smarrimento sia oramai giunto al termine, perché l'unica persona che per lui veramente conta, l'unico amore totalizzante della sua vita è sua moglie.

- SPOILER: nottetempo, la donna molto depressa aveva dapprima rifiutato e poi accettato l'invito di un corteggiatore di andare a Versailles, ma un incidente stradale la uccide e la strappa per sempre al marito.

Il taglio che Lemoine dà a questo dramma erotico è molto aristocratico e prezioso, tantissimi primi piani, musica ad incorniciare le espressioni ed i volti potenti delle attrici ed il suo (uno sguardo veramente magnetico). Nonostante la poca avvenenza delle attrici coinvolte, il trucco e l'insieme di suoni ed immagini rendono i fotogrammi sempre apprezzabili. Gli accoppiamenti tra amanti sono estetizzanti, a tal punto che si tratta quasi di coreografie mimate, a tratti anche un po' troppo estenuanti, segno che Lemoine non cerca tanto la lussuria in sé e per sé quanto l'elevazione a potenza di un certo formalismo, sensuale ed iconografico. Spesso i due coniugi si definiscono come dei borghesi e Les Désaxées sembra esattamente incorniciare quel tipo di ambiente, una borghesia molto altolocata, snob, debosciata, sprezzante e tutta autoreferenziale. Le loro paturnie si basano sul niente, non c'è speculazione filosofica di alcun tipo, c'è solo la perenne osservazione del proprio ombelico e la totale incuranza della sensibilità altrui. Claudia Coste, sembra Ofelia, anche se fisicamente ricorda invece molto Shelley Duvall, Janine Reynaud è una specie di tigre della savana e le sue sembianze rimandano vagamente a Ingrid Pitt. Poi c'è tutto il corollario di donnine di Michel, fatte unicamente per una notte di bagordi e via. Del film esiste anche una versione insertata con parti pornografiche ed espunta di parti della versione softcore, dura 78 minuti ed è circolata col titolo di Marianne Bouquet.

Trailer ufficiale

Galleria Fotografica