
Forse non tutti sanno che - reciterebbe La Settimana Enigmistica - Gloria Guida, probabilmente l'icona più famosa del cinema di genere italiano (ok, la Fenech e la Bouchet, ma le signore erano franzose, la Guida era roba nostrana, secondo il principio equo e solidale del chilometro zero), nasce cantante e non diva del grande schermo. Nel '72 partecipa a Un Disco per l'Estate ed inizia a pubblicare singoli, l'anno dopo tentano di mandarla a Sanremo ma non viene accettata. Il primo film arriva nel '74 ed è proprio La Ragazzina, titolo quantomai adatto visto che la Guida aveva all'epoca 18 anni (e nel film interpreta un po' azzardatamente una sedicenne effettivamente sin troppo sviluppata). E' un lungimirante Mario Imperoli (il cui nome è riportato con una "i" di troppa in locandina) a scritturarla; la rivorrà con sé l'anno successivo per Blue Jeans. Monica (Gloria Guida) frequenta il liceo, attorno a lei i suoi compagni e compagne sono nel pieno dei calori ormonali, mentre Monica vuole conoscere il sesso solo con la persona giusta. Leo (Gian Luigi Chirizzi) le ronza insistentemente attorno senza troppa fortuna, ma pure il rampante avvocato Moroni (Paolo Carlini) vorrebbe poter godere delle grazie e della gioventù di Monica (pratica che abitualmente coltiva con studentesse che gli procura a pagamento Leo). Intanto Monica si mostra attratta dal professor Bruno De Angelis (Andrés Resino), il quale però a sua volta allaccia una relazione con la moglie dell'avvocato Moroni. -SPOILER: in un drammatico finale, Moroni cercherà di sedurre con la forza Monica in un casolare di campagna. Monica però riuscirà a scappare, raggiungendo la strada; qui Moroni, gettatosi disperatamente all'inseguimento, verrà falciato da un camion. Nell'ultima scena Monica fa visita alla tomba dell'avvocato al cimitero.
Se inizi il mestiere con una pellicola come La Ragazzina non è poi troppo difficile capire dove andrà a parare la tua carriera. Ad onor del vero va detto che la Guida è una di quelle che non si mai lamentata; sicuramente avrebbe voluto fare pure altro ma, anche a distanza di tempo, ha sempre parlato con affetto e tenerezza dei suoi film scollacciati. Laddove anche quelle pellicole contassero più nudi e più concessioni epidermiche rispetto al cinema attuale (ma la tv contemporanea le ha ampiamente superate), la leggerezza, la schiettezza e la genuinità con la quale venivano affrontate le rende ancora adesso roba da educande rispetto al volgere della società dagli anni '70 ad oggi. All'epoca la Guida esplose proprio come "la ragazzina" a tutti gli effetti, tanto che a ruota seguirono pellicole come La Minorenne, Quell'Età Maliziosa, La Liceale, Peccati Di Gioventù, etc, tutte a rimarcare lo stesso concetto, ovvero la sintesi di erotismo e adolescenza, sesso e lolitismo. L'attrice di Merano ("naturalizzatasi" poi romagnola) era il volto ed il corpo giusto al posto giusto nel momento giusto, una specie di apparizione mariana (il paragone non suoni blasfemo), un miracolo insomma che andava oltre le più rosee aspettative, poiché una perla come la Guida per il filone della commedia sexy fu semplicemente la sublimazione del genere, tanto da divenirne il simbolo assoluto. La Ragazzina di per sé non è che sia un gran film, vive naturalmente solo della "prestazione" (generosissima) della Guida e della morbosità della situazione. Sgradevoli, come era giusto che fossero, i personaggi maschili; sui generis anche Monica, poiché se da una parte ha un rigore morale più intransigente rispetto alle sue coetanee, dall'altra è anche la studentessa che in assoluto veste con meno metri di stoffa addosso e che, quando viene avvicinata da uomini, ci flirta maliziosamente per poi ritrarsi sul più bello o ammollare un sonante schiaffone. Parallelamente alla esuberante condizione adolescenziale della protagonista si svolge l'amorazzo di Sandra Moroni (Colette Descombes), la moglie dell'avvocato, ritrosa e ipocrita, che cede piuttosto rapidamente alla avances del prof. De Angelis, ripagando il marito vizioso con la stessa moneta, quella dell'adulterio. Da segnalare l'involontaria citazione del film di Di Leo quando ad un certo punto Monica dice di non vedere l'ora di "avere vent'anni" (e purtroppo allora ne vedrà di brutte). Musiche di Nico Fidenco, accattivanti perlomeno quanto i primi piani del corpo della Guida.