Con una impressionante sequenza di spaghetti western alle spalle, racchiusi tra il '67 ed il '71, Demofilo Fidani esplora il "genere" dedicandosi ad altri filoni, giallo, poliziesco gangsteristico, chiudendo la carriera con due erotici, La Professoressa Di Lingue, più virato sul tipo "commedia sexy", e Calde Labbra, strettamente ancorato ai canoni erotici, con la starlette transalpina Claudine Beccarie che faceva dentro e fuori dal cinema hard. Il mestiere di Fidani è genuinamente rivolto allo western, dove ha messo a segno diversi centri, dedicatosi al cinema sexy raggiunge risultati assai più modesti. La Professoressa non fa eccezione. 95 minuti che non di rado annoiano, costruiti su tutti gli stereotipi classici del genere, la maestrina giovane e discinta, il ragazzino complessato e ingrifato, il babbo (e in questo caso pure il nonno) ancora più ingrifato del figlio, ovviamente sposato con una moglie inguardabile, il paesello di provincia che mormora (qui in realtà c'è tutta Perugia, alla quale viene anche dedicata qualche ripresa), i buchi della serratura, le docce, il voyeurismo. Il film si basa su due elementi fondanti, la commedia ed il nudo pruriginoso, ma il punto è che fa acqua su entrambi i versanti. Di ridere non se ne parla nemmeno, siamo ad una sorta di Bagaglino in saldo, con situazioni pierinesche sciatte, inconcludenti e grossolane. Il personaggio più comico sarebbe quello del nonno veterano di guerra fascistone (Pietro Tordi), nientemeno che il colonnello Trombatore, il marmittone rincoglionito alla Giorgio Bracardi per intenderci. E se quello è il "più comico" c'è da preoccuparsi seriamente per tutti gli altri.
Né va meglio per quanto riguarda l'ingrediente sexy, vista la evidente e irritante svogliatezza della Benussi in scena. La bella Eufemia aveva ben presente di non essere sul set di Ultimo Tango A Parigi e non faceva alcunché per nasconderne il fastidio. Il suo ruolo è un nudo continuo intervallato da dialoghi pretestuosi e stupidini, qualche faccetta e situazioni propedeutiche al sesso. Nulla che potesse granché invogliare un'attrice; per altro ricordo di aver letto il disappunto della Benussi per come venne trattata dal cinema (prevalentemente dal nostro cinema), ovvero relegata a bomba sexy del cinema commerciale degli anni '70. Partita con Pasolini, approdata a Bava e Di Leo, finì con l'essere richiesta solo per pellicole chiaramente indirizzate a chi cercava brividi caldi in sala. La Professoressa Di Lingue è una delle tante, esperimento un tanto al chilo che fonde le situazioni domestico-familiari samperiane alla Malizia con il filone delle professoresse, supplenti, liceali e ripetenti; grandi stacchi di cosce, seni che sbucano da scollature sempre troppo distratte, una pletora di infoiati attorno al corpo del (o da) reato, una finta ritrosìa che poi con qualcuno deve pur capitolare. Come detto però il film annoia mortalmente, non si segnala né per un cast memorabile, né per una buona sceneggiatura, né per ritmo o battute divertenti; e oltretutto anche il comparto erotico è offerto allo spettatore senza grande estro.
Paradossalmente l'erotismo qui manca quasi del tutto, a meno che non si voglia confondere l'avere un'attrice nuda davanti alla MdP con il concetto di erotismo. Femi Benussi (sempre spettinata) non ha voglia, Fidani forse ha anche voglia ma è refrattario al concetto di cinema sexy, mancano le zampate vincenti di buoni caratteristi a tamponare le falle. L'esito finale è che, salvo le accurate visite anatomiche alla Benussi, ci rimane ben poco da fare durante la visione, se non qualche sbadiglio di troppo. Inutile dire che con un titolo del genere il fatto che esistesse anche un porno omonimo (con Milly D'Abbraccio) era il minimo che ci si potesse aspettare, ed il rischio è che alla fine risulti persino preferibile. Nel dvd Cinekult da menzionare una featurette extra con Roger Fratter che illustra con dovizia e competenza il film, anche in questo caso una parentesi assai più interessante del film stesso.