Dracula (1931) fu una sorprendente novità per la Universal, soprattutto al botteghino; Frankenstein moltiplicò le soddisfazioni, consolidò il canone che era stato creato con Dracula - stava nascendo il cinema horror americano, inteso post sonorizzazione delle pellicole - e fu così che la Universal mise inmmediatamente in produzione un film sulla Mummia (1932), sull'onda del fatto che nel 1922 fu aperta la vera tomba di Tutankhamon, sulla quale pendevano tremebonde maledizioni che suggestionarono non poco l'opinione pubblica. Come protagonista fu scelto ad occhi chiusi Boris Karloff, colui il quale all'epoca di Frankenstein, nonostante già molti titoli in curriculum, era un perfetto sconosciuto, ma che dopo la creatura di Mary Shelley divenne il più importante e richiesto attore di pellicole del genere, offuscando anche Bela Lugosi. Non fu affatto semplice per Karloff interpretare la Mummia; per l'unica scena che lo vede completamente bendato, dovette sottoporsi a 12 ore di trucco, e qualcuna meno per lo strucco. Per il resto del film, in cui interpreta Imothep/Ardath Bey, doveva comunque subire 4 ore di trucco, make up degli anni '30, quindi resine schiaffate in faccia e cotone, col risultato che quella roba aderiva all'epidermide e levarsela di dosso richiedeva pazienza, sopportazione biblica e qualche cicatrice.
Karloff è Imothep, un sacerdote sepolto vivo per blasfemia, avendo tentato di far risorgere, mediante una proibitissima pergamena di Osiris, una sacerdotessa che ama follemente, ricambiato. Il film è narrato ai tempi del 1932, con Imothep (aka Ardath Bey) che torna in vita, rievocato maldestramente da archeologi irrispettosi. Il suo scopo diventa la riconquista dell'amata principessa Anck-es-en-Amon, che in questi 3700 anni si è reincarnata in mille corpi, e che ora alberga in una mezzosangue anglo-egiziana, Helen Grosvenor (Zita Johann). La donna bazzica la cerchia degli archeologi e dunque Imothep è costretto a ricorrere a tutti i suoi poteri medianici, e qualche omicidio, per carpirla a sé e mettere in essere i rituali necessari a ricongiungere lo spirito della donna con il suo corpo mummificato da millenni. Tutto sembra doversi compiere nottetempo al museo egizio de Il Cairo, ma gli antichi Dei del Nilo ci mettono lo zampino....
Lo schema narrativo de La Mummia è pressoché identico a quello di Dracula (Karl Freund passa dalla direzione della fotografia alla regia tout court, assunto dalla Universal appena due giorni prima dall'inizio delle riprese). Ovvero: non morto che torna in vita, lotta romantica per una donna, dalla quale è amato e respinto al contempo, poteri di ipnosi e soggiogazione delle menti, monili di protezione (croci in Dracula, talismani ne La Mummia), scienziati che ne sanno più di occultismo e superstizione che di scienza. Alcuni dialoghi sono davvero simili, tant'è che togliendo i nomi dei personaggi dalla sceneggiatura si potrebbe quasi rimanere interdetti sull'identità del film in questione. Persino negli effetti speciali ci sono delle assonanze, come i faretti sparati nelle pupille del protagonista. Come per Dracula, sono evidenti retaggi del cinema muto; si pensi ad esempio alla visione a flashback di Imothep e Anck-es-en-Amon nell'antico Egitto, narrazione che Karloff mostra alla Johann attraverso uno specchio d'acqua. Interessante la figura di Zita Johann, attrice dotatissima ma estremamente sui generis, amante dell'occultismo e convinta assertrice della reincarnazione, praticamente perfetta per il suo ruolo di sacerdotessa Anck-es-en-Amon. Sostenne di aver vissuto una delle sue due esperienze extracorporee di pre-morte durante le riprese. Quattro seguiti negli anni '40, oltre all'immancabile parodia con Gianni e Pinotto (stesso destino dolceamaro di Dracula). Sulla fine degli anni '50 la mitica Hammer gira la sua serie (altri 4 film). Infine nel '99 la Universal torna sul luogo del delitto, riaprendo la serie con il remake ufficiale diretto da Stephen Sommers, ma che in realtà vira pesantemente sull'avventuroso ironico in chiave Indiana Jones. Naturalmente ne viene fuori una trilogia, con corredo di spin off (vedi Il Re Scorpione con l'ex wrestler The Rock), anch'esso "trilogizzato". Eora il testimone è passato a Tom Cruise....