La Moglie In Vacanza…L’Amante In Città

La Moglie In Vacanza…L’Amante In Città
La Moglie In Vacanza…L’Amante In Città

Più che un film, un derby La Moglie In Vacanza...L'Amante In Città, di Sergio Martino (1980), uno scontro di titane, anzi di amazzoni, ovvero Barbara Bouchet ed Edwige Fenech, un po' come Heat che vede contrapposti De Niro e Pacino, o come se negli anni '80 avessero prodotto un action che vedeva contrapposti Stallone e Schwarzy (è successo nel 2013 con Escape Plan, che però vedeva i due alleati). Tradizionalmente la Bouchet e la Fenech sono le due icone rappresentative della commedia sexy all'italiana (anche se non sono le uniche, affatto, la lista è fortunatamente assai lunga, praticamente infinita), dunque un incontro/scontro come quello ideato da Martino (assieme al fratello produttore Luciano e ad un team di ben sei sceneggiatori che vedeva coinvolto anche Michele Massimo Tarantini) ha qualcosa di mitico e di epocale. Il guaio sarebbe stato schierare un cast del genere, che per altro comprende pure Montagnani e Banfi, e toppare il film, facendo magari una robetta insulsa che si esauriva tutta nei nomi in cartellone. Ma stiamo parlando di Sergio Martino, avete presente? Praticamente il numero uno del genere, almeno a parere di chi scrive, ed infatti si va sul velluto, La Moglie In Vacanza...L'Amante In Città spacca.

La trama vede Monatgnani sposato con la Bouchet, ma amante della Fenech. A sua volta la Bouchet se la intende con Tullio Solenghi, dipendente della ditta di insaccati di proprietà del marito. La Bouchet però crede che Solenghi sia un nobile rampollo (il cui motto è "semper erectus" e lo stemma araldico è una torre chiaramente fallica); l'inganno è maturato grazie a Banfi, maggiordomo di un vero Conte. Solenghi sfruttando la connivenza del cugino Banfi e la magione del Conte, seduce la Bouchet e instaura con lei una relazione. Equivoci a go go, pochade e rovesciamenti di fronte, tutti all'insegna della lingerie e di belle chiappe sode, fino a che la scena si sposta a Courmayer, dove tutti i protagonisti, per motivi vari, si ritrovano a condurre le vacanze. Il classico stratagemma della camera il cui numero 6 (316) si tramuta in 9 (319) genera una carambola di fraintendimenti, malintesi e qui pro quo, ai quali si aggiungono anche altri personaggi, come il mirabolante violinista russo Vasha Milova (Renzo Ozzano) e l'assillante suocera di Montagnani, Marisa Merlini. Finirà che gli amanti Fenech e Solenghi convoleranno a nozze, apparentemente abbandonando al loro menage matrimoniale la Bouchet e Montagnani, anche se l'ultima scena fa capire che il buon Solenghi se le spupazzerà entrambe.

A seguire il percorso della vicenda, le sue situazioni comiche, le sue locations vacanziere, salta subito all'occhio il paragone con lo stereotipo di molti cinepanettoni; ovviamente Martino gira assai prima (il primo Vacanze Di Natale di Carlo Vanzina è dell'83, e comunque quello NON è un cinepanettone, mi riferisco piuttosto ai film di Neri Parenti degli anni '90 e 2000) e il suo cinema ha un sapore apparentemente simile ma profondamente diverso. Per quanto abbondino situazioni erotiche e "scorreggione" La Moglie In Vacanza...L'Amante In Città non riesce mai ad essere volgare, triviale, superficiale, merito certamente degli attori (Banfi e Montagnani, mica pizza e fichi....), ma anche di una sceneggiatura di ferro, di battute realmente divertenti e di un mestiere assoluto di Martino che trascende la semplice commedia e si fa Cinema. Dopodiché, è chiaro che il genere sia quello della commedia sexy, ma spesso guardando un Natale Sul Nilo o un Natale In India si corre il rischio di rimanere impassibili per 90 minuti (a fronte di budget da capogiro impiegati), mentre con La Moglie In Vacanza...L'Amante In Città si ride di continuo senza mai venire "urtati" dal facile ricorso alla tetta o alla scorreggia (che altrove fanno da tappabuchi per la comicità che non c'è).

Martino adotta da subito lo stratagemma di far parlare i vari attori direttamente con lo spettatore; Montagnani, la Fenech, la Bouchet, Banfi, guardano in camera e spiegano la situazione dal proprio punto di vista, creando anche qualche paradosso buffo, ad esempio Banfi che parla al telefono con Solenghi ma lo fa aspettare perché deve spiegare al pubblico che lui è stato "incastreto" da quel farabutto del cugino, e mo' sta "inguaieto". Proprio la coppia Banfi/Soleghi ricorda vistosamente quella Boldi/De Sica, sia fisicamente che nelle dinamiche dei personaggi, solo che tra i primi ed i secondi ci sono millenni luce (pare però che il personaggio di Solenghi fosse stato pensato proprio per De Sica). Ovviamente il piatto forte del film sono le due primedonne, la Bouchet è una moglie un po' repressa, insoddisfatta del marito, alla ricerca di un maschio "potente", la sua è la vocazione dell'amante. Mentre la Fenech è un'amante infelice, riluttante ad essere relegata al ruolo di rovina famiglie, e che aspirerebbe invece ad essere una brava mogliettina; mette quindi costantemente il bastone tra le ruote a Montagnani perché lui si decida a mollare la moglie definitivamente. La Fenech è una gatta dispettosa e rancorosa, e Montagnani finisce col prendere sberle dall'amante e dalla moglie. Si narra che tra le due attrici sul set vivesse una sana rivalità, tant'è che solo nel finale le due accettano di recitare assieme, condividendo la scena (e prendendosi pure a schiaffoni), per il resto del film è una equilibrata spartizione di pellicola. La Bouchet si offre molto più generosamente, la maggior parte delle sue scene sono in guepierre e poco più (indimenticabile nei secoli la scena in cui Banfi le mette la cremina sui glutei "di platino"), tuttavia l'unico topless del film è della Fenech, sempre vestitissima tranne che in quell'occasione; anche in questo caso dunque una certosina divisione di compiti.

Da notare che ha una minuscola particina anche Maria Teresa Ruta, è l'infermiera che si vede nel finale, quando tutta la truppa rimane assiderata dopo un rovinoso bagno in piscina, tra le nevi (indovinate quale parte anatomica si congela a Montagnani?). Belloccia. Giusti nel Dizionario Stracult però millanta un suo "celeberrimo" spogiarello che nel film non esiste (a meno che la copia del dvd Federal non l'abbia espunto). Secondo è ultimo film della Ruta dopo Sabato, Domenica E Venerdì, peccato non abbia continuato, il physique du role c'era tutto. P.S. ...Ah, e se proprio lo volete sapere, il derby lo vince la Bouchet al novantesimo.

Trailer ufficiale

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