Guardate la locandina di La Moglie In Bianco...L'Amante Al Pepe, leggete il cast...e saprete esattamente dove si va a parare. Commedia (ultra) sexy e (ultra) trash "alla Tarantini", ma pure "alla Banfi" prima della ripulita per famiglie, con l'immancabile corredo di cavalle da trotto e con improbabili situazioni familiari non adatte ai salottini buoni. Peppino Patanè (Banfi), deve risolvere una complicata situazione ereditaria. Suo padre (sempre Banfi) ha lasciato il cospiscuo patrimonio al nipote, nonché figlio di Peppino, a patto che lo stesso si sposi entro l'anno e metta al mondo un figlio, onde fugare i sospetti di "ricchioneria" che lo circondano. Pare cosa facile, ma effettivamente le circostanze non muovono in favore del giovane Patané, così che Peppino deve ingegnarsi a proporgli situazioni che testino la tradizionale virilità di famiglia. Gianluchino (che torna da un soggiorno a Londra, e che si presenta alla stazione in completo rosa, con l'orecchino e una collezione di riviste di maschi culturisti) viene quindi messo sotto assedio sia dall'amante di Peppino (una stratosferica Susan Scott), sia dalla giovane infermiera Pamela Prati. Dopo la consueta girandola di equivoci e letti scoperecci, in pieno stile pochade all'italiana, Gianluca convolerà a nozze con la Prati e procreerà Calogero Giuseppe Maria Federico Patanè. Ma proprio sul finale, il padre lo sorprenderà a tubare con un giovanotto del paese (avendo però soddisfatto la clausola testamentale, almeno l'eredità sarà salva).
Lo scontro di gnocca in La Moglie In Bianco...L'Amante Al Pepe è tra la matura Susan Scott (allora 42enne) e Pamela Prati (22enne e che nel film ne dimostra pure meno). Sebbene Gianluca Patanè ceda alle lusinghe della Prati, Cineraglio era schierato tetragono dalla parte della Scott. Per carità, gran figliola la Prati, ma ancora un po' acerba (e poi, nonostante il fisico, non mi è mai sembrata "bellissima"); la carica di sensualità della Scott invece è assolutamente dirompente ed esplosiva, mozzafiato. Banfi come è ovvio fa il mattatore, sbraca a destra e manca, doppio ruolo e canzone dei titoli di testa e di coda, per altro spassosissima ("e adesso, evribodoli....."). Volgarità a gogo (per dire, il nonno rivolto alla cameriera che esce dalla camera da letto del nipote: "Avete già finito? E che fate come i canguri dell'Albania...cinque colpi e via?"), film politicamente scorrettissimo (ghey e donne trattate come pezze da piedi), ritmo vorticoso. Sul finale, grande squadrettamento dello schermo con copule multiple in contemporanea, praticamente tutti contro tutti. C'è pure Ria De Simone (popputissima), che fa la sorella di Banfi, sabotatrice del testamento in quanto esclusa.