D'Amato gira La Iena nel mezzo di mille porno (1997), un film che ha la funzione di camera di decompressione per Massaccesi, contentissimo - si dice - di potersi dedicare ad altro, distogliere l'attenzione da quelle pellicole alimentari realizzate a ritmo industriale. Non che La Iena sia un film d'essai, con chissà quali pretese autorali, si tratta di un softcore, un thriller vietato ai minori di 14 anni di ambientazione americana, però perlomeno non è un fotti fotti senza un perché....o quasi, ma vediamo un atimo. Dunque, Emy (Cinzia Roccaforte) è la moglie di un uomo d'affari sempre in giro per lavoro. Durante uno dei suoi periodi di solitudine un disgraziato si introduce nella sua villa, secca la cameriera con una pallottola in fronte e mette sotto assedio la mogliettina biondo platino. Prima la stupra, poi le chiede 500.000 $ per liberare la sorella Francesca. Non solo, mostra a Emy delle foto che ritraggono il marito con un'amante. Emy si deprime alquanto, a tal punto da concedersi a Roy il malfattore (David D'Ingeo). In casa non ci sono contanti e le banche sono chiuse fino a lunedì, tocca aspettare e nel frattempo convivere in una maniera o nell'altra (e l'altra sappiamo qual è). Nel frattempo il maritino tutto lavoro e affari è a godersi l'intrallazzo con l'amante roscia, Angela (Linda Comeshaw). - SPOILER: i personaggi sono tutti legati tra loro, Francesca e Roy sono in combutta per fregare Emy, Angela e Roy sono in combutta per fregare Emy, il marito e Francesca. Ma alla fine la vera iena si dimostrerà Angela che, ucciso Roy (il quale ha ucciso Francesca e Emy), fuggirà col malloppo.
Non si salva nulla del film, tranne i seni delle attrici. Al primo fotogramma in cui compare in scena la Roccaforte è già nuda. La cifra del film è chiara, purtroppo. La sceneggiatura è tristemente propedeutica alle scene erotiche, per altro noiosissime, perché tutte uguali e inutilmente tirate per le lunghe. Sembra la fiera del vorrei ma non posso, da una parte D'Amato è felice di staccare dal porno, dall'altro pare sempre essere frustrato dal non poter portare la scena di sesso fino al suo (estremo) compimento. La caratterizzazione di Emy è terribile, la povera Roccaforte deve recitare con una cofana che non le dona affatto, oltre ad assumere atteggiamenti da oca stupidina e vogliosa. Il riferimento sembra quello di una Marilyn scioccherella. Assolutamente incomprensibile ed ingiustificabile il suo twist comportamentale. Va bene la sindrome di Stoccolma, ma che dopo aver visto il cadavere della cameriera trucidata, dopo essere stata stuprata, dopo essersi sentita chiedere mezzo milione per liberare la sorella rapita, decida che Roy sia irresistibile e gli si conceda anima e corpo è francamente insostenibile e rende palese quanto la sceneggitura sia solo uno scivolo verso le scene di sesso. Roy è un inetto assoluto, assalta la casa convinto di ricevere 500.000 bigliettoni pronta cassa, né si pone il problema che è venerdì sera e le banche riapriranno solo dopo due giorni, praticamente uno della Banda Bassotti.
Il resto è folclore, come la roscia infoiata che si ingroppa Roy durante un festino a casa di Emy. Come detto, complimenti ai seni delle tre attrici che si mostrano ripetutamente e generosamente per tutta la pellicola, ma in testa allo spettatore non rimane altro perché non c'è molto altro da ricordare. Massaccesi, a mio parere, gira con poca impegno, quasi con la mano sinistra, sceglie attori dozzinali (la Roccaforte non lo sarebbe ma il contesto è quel che è), per non parlare del doppiaggio atroce che ammazza ulteriormemnte un film già scadente di per sé. Emy, oltre ad avere la voce di Minnie, trascorre quarti d'ora a gemere, chissà che divertimento per la doppiatrice della Roccaforte. Locandina scorrettissima, la Roccaforte quel pistolone non lo imbraccia mai.