Allo scoccare del nuovo millennio Salma Hayek interpreta La Gran Vida (La Grande Vita da noi), una delle pellicola con cui la Hayek inizia a costruire il mito di "Salma Hayek", attrice in ascesa, nonché bellezza di celluloide universalmente apprezzata. Il film è spagnolo e la messicana ha il ruolo di una treccioluta e scoppiettanta cameriera. Tutto nasce dalla vicenda personale di un povero Cristo, tale Martin, guidatore di autobus di linea, che non trova più motivi per vivere. E' stritolato dalla routine, dalla solitudine e dalla povertà, pertanto decide di farla finita. Un attimo prima di buttarsi giù da un ponte però viene accalappiato da un tizio che gli propone un affare: prendere a strozzo una montagna di soldi e poi morire comunque una settimana dopo; almeno per quei sette giorni se la sarà goduta alla grande. Il tipo diventa il contabile dell'ex aspirante suicida, ora neo miliardario. Ogni giorno una nuova follia, viaggi, piscine, champagne, feste, belle macchine, vestiti firmati, fino all'incontro con Lola, cameriera sboccata dalla quale Martin rimane colpito. Inizia a frequentarla e tra i due sembra scoccare qualcosa. Il contabile però non si fida, vede in Lola un potenziale pericolo. - SPOILER: in effetti tutti i torti non li ha, Lola ha adescato di proposito Martin per spillargli quanti più soldi possibile (è una "professionista"), ma pure il contabile non è ciò che sembra. E' lui in realtà che ha ordito tutto il piano ai danni di Martin, non esiste nessuno strozzino invisibile, il contabile sta solo riciclando danaro sporco per mezzo dell'ignaro Martin. Ma... tutto è bene quel che finisce bene, è Martin vola a Rio a rifarsi una nuova vita con la redenta Lola.
Il film è caruccio e gradevole, anche se ha l'andamento e i colori di un prodotto televisivo. La regia tenta qualche mossa fighèscion di tanto in tanto, ma il tutto risulta un po' sterile e pretenzioso (a livello di movimenti di macchina intendo). La computer grafica usata per il ponte del suicidio ad esempio è proprio bruttarella. Carmelo Gómez (Martin) ha la faccia giusta, un po' sfigato ma sufficientemente acchiappafemmine, col suo ciuffo ed il suo nasone ingombrante. Il contabile pare uscito da Ocean Eleven, una specie di Anthony Hopkins dei poveri in in salsa spagnola. La Hayek è un po' olivastra per gironzolare a Madrid, ma tant'è, ci se ne dimentica un attimo dopo che compare in scena. Tra l'altro qui - pur essendo 34enne - ha un aspetto molto giovane; la sua fisicità è meno matronesca del solito. Concede un paio di scene in reggiseno e l'aspetto d'insieme è meno bombastico (manca un po' di glamour hollywoodiano). Tette però ce ne sono, perché a un certo punto Martin decide di andare in uno strip bar a far baldoria e viene accolto da ballerine dai fisici scultorei. E c'è pure unascena d'amore con la Hayek, fondamentalmente inutile ma nessuno si è lamentato durante la visione, posso confermarlo. Commediola romantica che non stacca praticamente mai dai due protagonisti; i personaggi però sono credibili, anche se di tanto in tanto il film prende una piega scemarella e facilona che rovina un po' il gusto. Si può tranquillamente vivere una vita priva di questa pellicola, ma per i completisti di Salma Hayek ci sono sufficienti motivi per trascorrere quasi due ore in compagnia della loro mejicana preferita.