La Gatta Con La Frusta

La Gatta Con La Frusta
La Gatta Con La Frusta

Nel 1959 Wade Miller scrive La Gatta Con La Frusta, nel 1964 Douglas Heyes, regista di estrazione prettamente televisiva, ne trae un lungometraggio per il cinema. La pellicola tiene a battesimo tanto lui, come director per il grande schermo, quanto Ann-Margret nel suo primo ruolo drammatico e di un certo peso, dopo le prove attoriali più leggere e con Elvis Presley (Viva Las Vegas). La Gatta Con La Frusta doveva avere il preciso scopo di dare visibilità all'attrice svedese, dimostrare il suo talento e la sua versatilità, ed aprirle autostrade hollywoodiane. La stessa Ann-Margret raccontò di aver partecipato in quel periodo a film senza nemmeno sapere di aver accettato il ruolo, per via del suo agente che firmava contratti a catena di montaggio pur di piazzarla ovunque, secondo il motto che ogni lasciata sarebbe stata persa. E così, al seguito di John Forsythe, la bella rossa (qui in bianco e nero... forse bionda) interpreta un personaggio affatto semplice e banale, decisamente maledetto e che in realtà avrebbe potuto crearle anche qualche noia, a causa di certo clima perbenista e bigotto. La chiave del film è piuttosto exploitation, il taglio tradisce i natali televisivi di Heyes, il quale tuttavia mantiene la tensione alta e vibrante in modo encomiabile. Ogni minuto viene aggiunto nuovo sale alla pietanza, ci sono continue sorprese e rovesciamenti di fronte, lo spettatore non può mai dirsi tranquillo o sicuro su cosa accadrà di lì a breve. Il candidato politico a futuro Governatore David (John Frosythe) si ritrova nel proprio letto di casa, a propria insaputa e nel bel mezzo della campagna elettorale, una ragazza. Dapprima pensa ad un complotto politico ai propri danni, ma poi si convince che la ragazza è solo una povera vittima di una famiglia violenta e decide di aiutarla. - SPOILER:  Purtroppo per lui le cose non stanno affatto così. La ragazza è una sbandata che se la intende con un manipolo di balordi dall'indole criminale. David finisce tra le loro grinfie e, costretto a salvare costantemente le apparenze, cede ad ogni loro ricatto, fino al drammatico finale.

Una fotografia livida e opaca, un ritmo serrato e indiavolato, un'ottima prova recitativa da parte di tutto il cast, musiche altrettanto nervose e luciferine, un senso di asfissia e di minaccia che avrebbe fatto felici tanto Hitchcock quanto Roman Polanski; tutto concorre a creare un'ambientazione affilata come la lama di un rasoio, dalla quale per lo spettatore è piuttosto arduo uscire indenne. Ann-Margret è davvero pirandelliana, la sua bellezza funge da magnete ma la sua psiche paranoica e malata respinge come le spine di una rosa sin troppo attraente. Al film furono mosse critiche di eccessiva crudezza e cattiveria, giustificate perché per esser crudo è crudo (naturalmente in rapporto all'epoca). Fu detto e scritto che il personaggio di Forsythe risultava poco credibile dato che in realtà in qualsiasi momento si sarebbe potuto sottrarre alla gang dell'arancia meccanica semplicemente facendo una telefonata a qualche amico influente. Ritengo la critica poco lungimirante per due motivi: 1) David è presentato come un buono, un uomo moralmente corretto e specchiato (alla Cary Grant), la cosa può risultare poco verosimile in quanto politico, ma questo presenta la sceneggiatura ed a ciò dobbiamo attenerci. Dunque, come tale, è credibile che decida di non avvalersi di sotterfugi poco edificanti per salvarsi. 2) Chiedere un favore così imbarazzante avrebbe creato un debito con qualcuno, dunque mettersi nelle mani di terzi (e potenti) avrebbe potuto portare ad un ricatto, magari una volta divenuto Governatore. Anche in tal caso non risulta così difficile da capire il perché David eviti di legarsi mani e piedi, e cerchi in autonomia di risolvere il problema. E' vero che il finale cambia rotta e dal cinismo seguito fin lì si rivolge ad un binario più conciliante, moralista e rassicurante. Questo è forse l'unico appunto che mi sentirei di muovere concretamente al film, altrimenti preciso, efferato ed inesorabile come un meccanismo ad orologeria. Lo spaccato sul politicamente corretto della società americana dei primi '60 e sul disagio giovanile è alquanto accentuato. I quattro ragazzacci che giocano con la vita di David come fosse una marionetta fanno venire la pelle d'oda, quattro spostati senza arte né parte, e con evidenti turbe psichiche, il prodotto di famiglie e di una società che stanno andando alla malora, trascinando nel gorgo pure la "meglio gioventù" della nazione. Inizialmente per il ruolo della Margret si era pensato a Nancy Kwan (esplosa con Il Mondo Di Suzie Wong) e Brigitte Bardot (che però declinò il ruolo). Bene che Ann-Margret abbia potuto così ben interpretare il personaggio ma certo sarebbe stato anche interessante scoprire come la Kwan o la Bardot, ognuna a suo modo, avrebbero reso la gatta con la frusta.

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