La Fredda Luce Del Giorno è un thriller con Sigourney Weaver, motivo del mio interesse per questa pellicola del regista magrebino El Mechri. Ambientazione spagnola ed un cast che riunisce due dinosauri come Cotoletta Willis e la Weaver, con la differenza che il primo soccombe dopo 15 minuti di film e l'altra occupa tutta la restante parte. Willis è un agente della CIA, forse corrotto, forse no; sta di fatto che la sua famiglia viene rapita e lui ammazzato. Il figlio (Henry Cavill) si ritrova invischiato in questa guerra di spie senza avere la più pallida idea di cosa, come, dove, quando e perché. Sa solo che in 24 ore deve salvare la vita della sua famiglia e che si trova in un paese straniero dove non conosce niente e nessuno. La cosa più bella del film è proprio la costruzione dal niente; passo dopo passo, minuto dopo minuto (fotogramma dopo fotogramma), Cavill mette assieme i pezzi, i contatti che gli servono (pure tante botte), e si avvicina al traguardo. Ci vuole pure molta fortuna in situazioni come queste, per carità (si veda il volo tra i palazzi con il cavo dell'antenna parabolica), ma il ragazzo è tenace e volitivo, non prende i "no" come risposta possibile, e incassa da Dio.
El Mechri (passaporto francese, origine tunisina) dà un signor ritmo al film, non c'è un momento di stanca, e alcune scene sono anche piuttosto crude (si veda l'interrogatorio che Cavill subisce dall'agente del Mossad, o la parte nella discoteca Fabrik, nella quale Cavill riceve delle cure mediche improvvisate per la ferita da arma da fuoco). Bruce Willis gigioneggia un po', con quella sua faccia da carta da forno, ma del resto lo chiamano per quello. Grande la Weaver, che qui fa la parte di una super stronza implacabile, personaggio negativo, viscido e maschino, e le riesce benissimo! Fossi un regista la vorrei in ogni film. Per il resto, discreta fotografia, le scene d'azione ci sono ma non mirano all'effetto ultraspettacolare, anzi, c'è tutto un inseguimento in auto che mi ha ricordato il Frankenheimer di Ronin (anch'esso ambientato in Europa come La Fredda Luce Del Giorno), ovvero realismo, sostanza, concretezza, pragmatismo, senza bisogno di mega esplosioni, cappottamenti ai limiti della fisica e riprese impossibili in chiave Matrix. Il titolo del film fa schifo, perché non dice niente e potrebbe valere per almeno altri 250 mila thriller, ma è pure identico in originale, quindi è proprio El Mechri che aveva finito tutta la fantasia dietro la macchina da presa e ha partorito il titolo più banale del mondo (o magari qualche genio di produttore che ce lo sapeva lui....).