La Dottoressa Del Distretto Militare

La Dottoressa Del Distretto Militare
La Dottoressa Del Distretto Militare

Ai vertici dei militareschi scollacciati c'è La Dottoressa Del Distretto Militare di Nando Cicero, anno Fenech 1976. Pellicola bella volgare, e pecoreccia quanto basta per scontentare gli indignados dei cineforum d'essai e l'utente medio del "bel cinema italiano" dei Marco Tullio Giordana, dei Ferzan Ozpet#@ç°§k, e delle Cristine Comencini. E ne avrebbero ben donde, dal loro punto di vista, poiché il tasso di trasheria di questo film raggiunge vette "smodate".

La Fenech è una dottoressa che arriva al distretto militare in sostituzione di Gianfranco D'Angelo (che poi è anche il suo spasimante). D'Angelo è troppo impegnato con la sua clinica privata per vecchietti, e dunque alla Fenech tocca il compito di verificare chi tra i militari degenti simula patologie per non fare la naja e chi ne soffre veramente. Tra le spine precettate con la cartoline, Alvaro Vitali, tenacemente alla ricerca di farsi venire l'ulcera ingollando qualsiasi oggetto liquido e solido, e Alfredo Pea, ragazzetto furbetto, tenacemente alla ricerca di farsi la Fenech.

Il film si caratterizza per la sua natura anarcoide e politicamente scorretta (definito "un baluardo contro la normalizzazione del cinema italiano"); dopo pochi secondi dall'inizio siamo già alle prese con figliole nudissime, ed una mulatta in particolare, con tanto di Schwarzwald che fa capolino dagli slip, la quale si dimena spogliandosi come neanche un'olgettina ad Arcore, e che si fa fare un clistere di camomilla da Pea mugolando di piacere. A seguire è il turno di una biondina, stessa procedura. Se qualcuno capitasse per sbaglio davanti alla tv mentre state guardando quella scena, si convincerebbe che si tratti di un porno, stesse musiche, stesse facce, stesse "atmosfere". Momenti epocali si avvicendano al distretto, come quando Vitali agguanta per scommessa un uovo con le chiappe e lo trasporta da una parte all'altra della stanza (i grandi talenti di Alvaro....), Pea che scorreggia bolle di detersivo, Jimmy il Fenomeno vestito da suora che lava i pavimenti, Nino Terzo che scartavetra le incrostazioni dai piedi di Vitali (che non si era mai lavato i piedi in vita sua....). E come dimenticare lo zoppo iniziale che invece di infilare nel vespasiano, va ad urinare in faccia al portiere nello sgabbiotto, o Carlo Delle Piane che beve le urine....insomma, elementi di comicità alta. In questo contesto si inserisce la povera Fenech, per nulla umiliata dalle scorribande organizzate dalla carovana di Cicero, ma anzi professionale e determinata nel rendere al meglio il suo ruolo. Stato di forma invidiabile, pettorali oltre ogni umana comprensione, un volto di una bellezza e di una pulizia sublimi, la Fenech si trova perfettamente a suo agio dentro questo cassonetto di scorregge e liquami corporali di varia natura, riesce a donare contemporaneamente dolcezza ed erotismo alla pellicola, nonostante sia mortificata dal dover proferire battute tipo: "si, sono una porca! ".

La morbosa componente "amorosa" del corteggiamento (vabbè, chiamiamolo così....) di Pea nei confronti della Fenech stride alquanto con lo svacco scollacciato da sexy commedia militaresca, non c'è quel giusto equilibrio tra sentimenti, erotismo e commedia che ad esempio è presente invece ne La Liceale. Nonostante tutte le malefatte di Pea, alla fine chiaramente la Fenech capitolerà, in una scena di copula piuttosto curiosa, visto che Pea pare il figlio della Fenech e pesa 20 chili di meno. Da segnalare pure il mitico Mario Carotenuto, colonnello che per andare prima in pensione, e con una pingue indennità da invalido, finge continuamente problemi di salute, e Alfonso Tomas (Nicola il parrucchiere), l'indimenticabile e nevrotico Dr. Tomas di Vieni Avanti Cretino.

Trailer ufficiale

Galleria Fotografica