La Dalia Azzurra

La Dalia Azzurra
La Dalia Azzurra

Raymond Chandler, padre del genere hardboiled e di Philippe Marlowe, scrisse questa sceneggiatura per il film (la sua prima appositamente per il cinema), poi diretto da George Marshall (regista di lungo corso, che dirigerà un paio di volte anche Jerry Lewis). Le riprese iniziarono a sceneggiatura ancora aperta (nel marzo del '45), una fretta dovuta al fatto che Alan Ladd rischiava di essere richiamato nell'esercito degli Stati Uniti a guerra ancora in corso. Terza volta nella quale l'attore fa coppia con Veronica Lake (accadrà una quarta ed ultima con Saigon, nel '48), quest'ultima già etichettata con epiteti poco carini tra i corridoi degli Studios hollywoodiani. E' noto ad esempio che Chandler la chiamasse Moronica Lake (con "moron" che in inglese sta per ritardo mentale). La Lake aveva il suo caratterino, pare soffrisse di disturbi psichici, nello specifico schizofrenia; c'era chi la definiva "bitch" (letteralmente "stronza") e chi si rifiutava di lavorare con lei. L'attore Joel McCrea ad esempio non volle girare un secondo film accanto a lei affermando che la vita era troppo corta per girare due film con Veronica Lake. La Lake perse il padre a 10 anni, un figlio a 21 anni, morto ad una settimana dalla nascita, divorziò da vari mariti, fu alcolista, venne citata in giudizio dal fisco per evasione e dalla madre per non essersi occupata sufficientemente di lei. Le fu persino imposto dal Governo di cambiare look poiché a causa dell'imitazione della sua pettinatura (un'onda che le cadeva sull'occhio destro e le copriva metà del volto, detta peekaboo bang) molte operaie americane avevano subito gravi infortuni sul lavoro rimanendo incastrate coi capelli nei macchinari. Per un periodo della sua vita, a causa della schizofrenia le fu impedito di vedere i figli, venne arrestata più volte per ubriachezza e si ridusse a fare la cameriera d'albergo. Bette Davis la definì "la persona più bella mai arrivata a Hollywood". La Dalia Azzurra fu il suo ultimo successo prima di essere parcheggiata dalla Paramount in film e ruoli minori, e prima della definitiva rescissione del contratto nel 1948. Morì di epatite conseguente alla cirrosi epatica, ad appena 50 anni.

La Dalia Azzurra non è un grandissimo film, o meglio, assolutamente gradevole (soprattutto per rivivere quel certo tipo di atmosfere noir in bianco e nero dell'epoca), non si distingue rispetto a decine di altri coevi. Questo perlopiù a causa di una regia un po' anonima e di un andamento degli eventi un po' troppo lineare e dritto, almeno per 3/4 di film, poi in effetti la storia prende un'impennata che conclude in modo più scoppiettante l'intera vicenda. Il vero punto di forza è William Bendix, che interpreta un curioso personaggio, assai più sfumato e approfondito degli altri, che rimane impresso anche oltre i titoli di coda, grazie ad una interpretazione generosa e convincente e ad una scrittura del ruolo indubbiamente molto intensa. Per il resto La Dalia Azzurra (che poi in originale è blu) si ricorda prevalentemente per altri aspetti collaterali. La Lake, per quanto detto sopra, e la cornice del militare che torna dalla guerra (in questo caso il secondo conflitto mondiale), trovando un'America profondamente cambiata ed una casa dissestata. A pensarci bene è la stessa parabola dei reduci del Vietnam che Hollywood racconterà ampiamente 30 e passa anni dopo. Alan Ladd (scelto appositamente per far coppia con la Lake, 1.50 m, poiché era l'unico eroe sufficientemente basso) rientra dal Pacifico e trova una festa in casa, la moglie ubriaca ed individua da subito un probabile amante della donna. A questo si aggiunge che il figlioletto dei due è morto mentre il marine era al fronte, e addirittura scopriremo ben presto che la morte è stata dovuta ad un incidente automobilistico causato dalla moglie in stato di ebrezza. Ladd torna a casa da eroe della nazione e piomba nell'incubo, non c'è più niente ad aspettarlo, niente che valga la pena, il suo Paese non lo ha aspettato bensì lo ha travolto. Atmosfere notturne, pioggia a dirotto, caratteri rudi, spicci, violenti; in un contesto così oscuro, la luce è rappresentata dalla biondissima Veronica, dark lady moglie di un faccendiere poco di buono (per l'altro l'amante della moglie di Ladd), che si strugge per l'immacolato Ladd e lo aiuta come può a dimostrare la propria innocenza a fronte di un delitto del quale è accusato ma che non ha commesso.

- SPOILER: tutto procede con molta tensione ma poche sorprese fino a quando Benedix, amico commilitone di Ladd, non si autoaccusa del crimine. Benedix è affetto da problemi psichici, dovuti ad una pallottola presa in battaglia che gli ha lasciato come ricordo una placca di metallo nel cranio. L'uomo è costantemente in bilico tra amnesie, sfuriate di collera e gesti di grandissima umanità. Questo sarebbe dovuto essere il vero finale del film previsto da Chandler ma la Marina degli Stati Uniti si oppose e ne venne scritto un altro più conciliante (ma decisamente meno efficace). Il delitto viene compiuto dal guardiano del complesso degli appartamenti dove vive Ladd con sua moglie; durante una lite (con la moglie ubriaca), l'uomo inavvertitamente spara al petto della donna e poi fa ricadere i sospetti sul marito che ha appena scoperto di essere stato tradito mentre era in guerra. In qualche misura quindi tutto è bene quel che finisce bene. Troppo poco crudele per lasciare il segno.

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