E fanno tre. Dopo i primi due capitoli è arrivato il momento di tornare a sorvolare le isole proibite della Costa Rica (da Isla Sorna a Isla Nublar), che abbiamo lasciato selvaggiamente popolate di tutte le specie possibili ed immaginabili di dinosauri ricreati in laboratorio grazie alla tecno-ingegneria della InGen. Spielberg arretra in sala di produzione e lascia la macchina da presa a Joe Johnston, che era già stato in lizza per The Lost World. Anziché realizzare le solite due ore e passa di pellicola, Johnston opta per un taglio sobrio ed asciutto (si fa per dire), limitandosi ai canonici 90 minuti senza tanti perché e percome. La pappa è scodellata, come siamo arrivati ai dinosauri e ad un'isola che riproduce un piccolo mondo preistorico lo sappiamo, non rimane che trovare un pretesto per buttarci dentro ancora una volta un po' di personaggi random e godersi l'azione. Tornano Sam Neil e Laura Dern, anche se il primo è il protagonista effettivo del film mentre la Dern si vede in un paio di scene.
Un ragazzino sorvola in parapendio l'isola assieme al nuovo compagno di sua madre. Le cose si mettono male (ovviamente) e si ritrova a fare Robinson Crusoe proprio nel Giurassico. I suoi genitori (separati) si mettono sulle sue tracce e con un piccolo inganno assoldano pure Sam Neil (sistematicamente a secco di fondi per le sue ricerche). Accompagnati dal solito manipolo di mercenari armati fino ai denti sbarcano sull'isola e in appena due secondi netti vengono assaliti dalle bestie. Inizia la caccia. Un copione già visto direte voi; assolutamente, eppure non finisce mai di dare spettacolo (e soddisfazione). A me pure questa terza regia di Johnston è parsa di tutto rispetto, il film è divertente, vorticoso, ritmato e pieno di azione. Le impossibili sopravvivenze dei personaggi agli attacchi dei dinosauri sono sempre più incredibili e improbabili, ma del resto ...siete a cercare la verosimiglianza in un film che parla di dinosauri riportati in vita 65 milioni di anni dopo la loro estinzione?
Il tasso di spettacolarità è massimo; Johnston ha buone trovate, cerca in tutti i modi di emanciparsi da Spielberg e si inventa nuovi dinosauri e situazioni, anche se alcuni leit-motiv tornano con rassicurante frequenza (c'è sempre un ragazzetto a vivere in prima persona queste imprese, e nuovamente Sam Neil è costretto a confrontarsi con la genitorialità). La Natura viene sfidata per l'ennesima volta e per l'ennesima volta risponde con le unghie e coi denti, quelle degli Spinosauri, dinos concepiti appositamente da Johnston per non cadere nel "cliché" troppo spielberghiano dei Tirannosauri. Questi Spinosauri sono raffinatissimi, dotati ed intelligenti, sviluppano addirittura una propria forma di comunicazione vocale e superano per strategie e razionalità delfini e primati. Anche qui le scene di grande azione si sprecano, tutta la parte iniziale della distruzione dell'aereo col quale la spedizione raggiunge l'isola o la meravigliosa parte della voliera avvolta nella nebbia sono godimento puro. Per non parlare del dinosauro che simula di essere una testa sott'olio. Personalmente ho apprezzato che Johnston abbia scelto la via del basso profilo, nel senso che anziché tentare di competere con Spielberg e spararla sempre più alta, abbia invece mirato a portare a casa un concretissimo film d'azione, teso e diretto come un cazzottone da ring.
Jeff Goldblum avrebbe dovuto essere del cast, ma si ruppe una gamba una settimana prima delle riprese. L'incasso fu dignitoso ma minore rispetto ai precedenti due blockbuster e la critica si accanì ferocemente sul film, onorato pure dalle attenzioni dei Razzie Award (come peggior sequel). Naturalmente il finale rimane apertissimo, anche perché sappiamo già che per giugno 2015 è stata annunciata l'uscita nelle sale del quarto (e ultimo, dice) capitolo della serie, intitolato Jurassic World, che prevederà persino dinosauri acquatici e verrà girato in 3D nativo. Il regista non sarà né Johnson né Spielberg ma Colin Trevorrow (illustre sconosciuto). Anziché essere girato alle Hawaii il film venne giurato più prosaicamente nelle foreste della California. Anche l'aspetto delle creature si evolve rispetto alle altre due pellicole, tenendo conto delle scoperte coeve in campo paleontologico (e della massima spettacolarità raggiungibile), mentre altre non esistono affatto nei romanzi di Crichton ma si dà ad intendere che la InGen ne stesse sviluppando di nuove nei propri laboratori.