Se Asso, rivisto oggi, conserva tutta la sua comicità portentosa, Innamorato Pazzo (sempre di Castellano e Pipolo) mi ha fatto invece ben altro effetto. Mi è parso un film più stanco, modesto, con trovate spesso al di sotto della sufficienza. Non che manchino momenti di ilarità, Celentano è Celentano, la bischerata non sense, buffa, la scova sempre (vedi il tuffo pirotecnico dal trampolino, col solito effetto avanti e 'ndrè alla Castellano e Pipolo - in Asso lo stesso succede quando Adriano mischia il mazzo di carte - oppure la mitica serenata del tranviere "Cotto Cottissimo"), però complessivamente tutto procede più mosciamente, trama e battute sono esili, un po' stupidine, e Adriano, diversamente dal solito, non basta a reggere da solo tutto l'almbaradan.
E dire che c'è pure il sempre magnifico Adolfo Celi, e anche Enzo Garinei, e i mitici caratteristi Tiberio Murgia (venditore di tappeti), Enzo De Toma (l'automobilista tamponato) e la bella Milla Sannoner (nel film, la madre della Muti). Ornella Muti purtroppo è quel che è, una bellissima donna senza molto altro che la sua bellezza. Quell'aria un po' snob e stronzetta non l'ha mai abbandonata, in nessuno dei suoi film, ed anche qui, benché faccia più la scioccherella, non riesce a convincere, né funge adeguatamente da spalla per Celentano.
Ok, Innamorato Pazzo l'ho comunque rivisto volentieri, per l'affetto fanciullesco che mi lega a queste pellicole, tuttavia mi è anche dispiaciuto scorpirlo assai più stento e stiracchiato di quanto ricordassi. Speriamo non succeda anche con i prossimi in cartellone.