Independence Day nel '95 sbancò i botteghini. Non mi è mai sembrato un gran film, ma ebbe il merito di recuperare la visione più manichea e semplicistica degli alieni, quella degli anni '50, da clima della guerra fredda. Gli alieni erano nemici irriducibili, invasori (comunisti) con i quali ogni contatto o trattativa erano tempo perso, loro volevano distruggere noi dovevamo difenderci. Stop. Spazzati via anni e anni di film spilbeghiani con buffi alieni fuffosi disegnati da Rambaldi o creaturine filosofiche venute per portare pace, amore e fratellanza. Via tutto, bisognava tornare a imbracciare il fucile. Un po' mancava questa sensazione di assedio venuto dallo spazio e Emmerich prontamente la recupera. E' un trionfo al botteghino, con almeno una scena iconica che entrerà nella storia del cinema, la Casa Bianca adombrata dalla astronave che vola sulla testa del Presidente Bill Pullman.
20 anni dopo esatti esatti arriva il sequel. Se ne era parlato quasi da subito. Emmerich voleva farlo, alla Fox avevano fatto tira e molla, Will Smith voleva parecchi soldi e poi c'era la faccenda che il regista tedesco voleva girare due sequel collegati. Prima era stato un no, poi un si (all'indomani del successo di Avatar) poi un forse. Infine siamo approdati ad una sceneggiatura senza Smith (che per Emmerich era "assolutamente necessario") e con un primo film che potrebbe preludere ad un terzo capitolo. Conclusivo speriamo. Si perché Independence Day: Resurgence è or-ren-do! Emmerich mi è sempre piaciuto poco, pur essendo uno che la macchina da presa la sa tenere in mano, nonché uno che gestisce con nonchalance megaiperultra produzioni faraoniche, i suoi film - stringi stringi - mi sono sempre sembrati orizzontali, un dispiego di forze clamoroso che non sa tradursi in una bella storia con bei personaggi e momenti intensi. La montagna partorisce il topolino e l'unica certezza è che hai assistito al dispendio di un sacco, ma proprio un sacco di soldi.
Independence Day: Resurgence è cinema playstation all'ennesima potenza. E' un film che dopo mezzora ti sta già annoiando a morte. Non ha la minima costruzione di tensione, tutto è spiattellato in faccia allo spettatore a secchiate. Vuoi effetti speciali? Tie'. Vuoi astronavi? Tie'. Vuoi scene nello spazio? Tie'. Vuoi attori fighi che fanno cose? Tie'. Vuoi super battaglie nei cieli con psiuuun psiuuuun fosforescenti ed esplosioni ovunque, anche a caso? Quante ne vuoi, un chilo, due chili, cinque e lascio? Non fare complimenti, accomodati, c'è il 3x2, super offerta fino ad esaurimento scorte. I vari Jeff Goldblum, Bill Pullman, Vivica Fox etc., vengono riesumati dal sarcofago (evidentemente costavano meno di Smith) e circondati di un cast teen sparatissimo, con l'intenzione di renderlo la cosa più cool e testosteronica che mente umana abbia mai osato immaginare. Naturalmente risulta solo quella più antipatica e lo fa in 3...2...1... non saprei trovare un singolo aspetto accattivante di questo film, veramente terribile in tutto. Anche la durata è sfiancante perché quando sei saturo già al primo fotogramma e devi aspettare due lunghissime ore prima che la parata circense si concluda, rischi il blocco intestinale.
Resurgence riesce nella non facile impresa di farmi rivalutare il già noiosetto Independence Day del '96, una passeggiata al confronto. Emmerich trasforma ogni cosa che tocca in una sagra del "tanto al kg", non si pone mai il problema del "come" e del "quale" ma solo del "quanto", e per lui quanto significa tanto. 165 milioni di dollari di budget, un incasso pari a poco più del doppio, non esattamente un trionfo per un film che avrebbe dovuto scoperchiare le sale worldwide, come l'astronave degli alieni sopra la Casa Bianca. Una delle (numerose) dimostrazioni che puoi avere tutti i soldi e i finanziamenti che vuoi, ma se non hai uno straccio di idea (eccetto "riportiamo la gente al cinema sfruttando il primo film") non vai da nessuna parte. Emmerich non sviluppa niente. Anche l'idea della fusione intervenuta tra la tecnologia umana e quella aliena, a seguito dell'incontro/scontro di 20 anni prima, è buttata lì come carne avariata per i maiali. Tutto si traduce in mega cannoni laser e elicotteroni dal design fashion. Ammazza che minimo sindacale! Roba che Starship Troopers è il Riccardo III. Brutto, insulso, inutile, dialoghi da mentecatti, espressioni da pubblicità del cellulare top di gamma ultimo modello; andiamo spacchiamo, trionfiamo. E siamo fighi. Pessimo.