Indagine Ad Alto Rischio

Indagine Ad Alto Rischio
Indagine Ad Alto Rischio

Tratto da Le Strade dell'Innocenza (Blood On The Moon) di James Ellroy, del 1984, Indagine Ad Alto Rischio è il classico poliziesco un po' sguaiato, politicamente scorretto, vagamente misogino, stradaiolo e a tinte noir made in USA, di quelli con lo sbirro guascone che ha un casino in famiglia, mangia sempre schifezze, fuma e dice continuamente parolacce, usa i neuroni solo per le donne con le grandi tette, ma sul lavoro è un segugio infallibile e chiunque vorrebbe averlo come compagno. Paro paro il ritratto di James Woods, qui co-produttore assieme al regista Harris. In originale il film si chiama semplicemente The Cop, è lui, la sua vita, il suo modo di essere poliziotto. Si fa a modo suo e solo a modo suo, alla fine i casi si risolvono e pazienza se nel frattempo qualcuno ci rimane secco, ed il protocollo non viene esattamente rispettato alla lettera.

Woods infrange la Legge a proprio piacimento, ma è sempre a fin di bene, e se non lo è ne ha comunque un suo tornaconto. Interessante la caratterizzazione nichilista, depressiva e pessimista del personaggio; la apprendiamo fin da subito, quando racconta alla figlia piccola la fiaba della buonanotte, ovvero il resoconto di una giornata al Distretto di Polizia. Woods odia l'ingenuità, perché porta ad avere aspettative e a farsi delle illusioni, il male del secolo. La realtà poi ti distrugge e soggiace alla base di tante vite spezzate e disperate, in particolar modo di donne e ragazze, vittime di assassini, di droghe, violenze e sogni infranti. E su cosa si ritrova ad indagare il buon poliziotto Woods? Su un serial killer che accoppa timide e ingenue ragazze. Di chi si tratta e perché lo fa? A lui scoprirlo, mentre tutto intorno il mondo gli crolla addosso. La moglie, esasperata da tanto maledettismo, lo lascia portandosi via la figlioletta, i superiori lo detestano, vedendolo come un attaccabrighe insubordinato combina guai e dalla tempra morale non proprio ineccepibile; il suo diretto superiore lo difende e lo protegge come può ma è quasi un'impresa impossibile.

Va da sé che tutte le donne che entrano in contatto con Woods ne subiscano il fascino (pur non trattandosi esattamente di un adone), ed è così che praticamente ogni attrice del film ha il suo momento sensuale con Woods (tranne la moglie ovviamente). L'indagine è sofferta e arrovellata, e pure lo spettatore rischia di perdersi un po', perché alcuni passaggi sono dati troppo per scontati o mancano proprio di collante l'uno con l'altro, tuttavia ci si può sempre intrattenere con le belle atmosfere dannate di una Los Angeles spietata popolata di brutti ceffi e di principesse più o meno limpide, con almeno la quarta di reggiseno. La recitazione di Woods è stereotipata ai massimi livelli, tutto un corredo di facce e movimenti corporei tipici da attore-americano-che-recita-la-parte-di-un-poliziotto-americano. All'inizio quasi stucca poi ci si fa il callo, soprattutto se si è degli habitué del genere. Qualche momento di ironia cattiva stempera temporaneamente il clima opprimente. Finale sbruffone e testosteronico, con confronto finale Woods vs killer che sarebbe potuto andar benissimo per un film con Schwarzenegger.

Trailer ufficiale

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