Il Vichingo Venuto Dal Sud

Il Vichingo Venuto Dal Sud
Il Vichingo Venuto Dal Sud

Nel 1970 Lando Buzzanca inaugura il decennio girando ben sette film, nel '71 ne farà "solo" quattro e tra questi Il Vichingo Venuto Dal Sud, per la regia di Steno e con la sceneggiatura di Vianello, Giulio Scarnicci e lo stesso Steno. Sul set a farsi le ossa c'è pure Carlo Vanzina (che esordirà 5 anni dopo con Luna Di Miele In Tre). Il Vichingo Venuto Dal Sud è un po' il solito film di Buzzanca anche se la location scandinava e la conseguente tematica principale del film riescono ad aggiungere qualcosa in più alla consueta girandola di imprese da amatore siculo, stavolta in trasferta. Lo spunto è esattamente quello, Rosario Trapanese (Buzzanca), figlio della Trinacria fin nel midollo e sin dal nome, decide di trasferirsi per lavoro a Copenhagen, per avviare una filiale danese del calzaturificio Borelon presso il quale è impiegato. Una volta sul posto, entra in contatto con lo stile di vita nordico fatto di grande emancipazione anche e soprattutto a livello relazionale tra uomini e donne. Trapanese adora lo stile "vichingo", fatto di mentalità aperta, modernità, liberazione sessuale. Tutto fila liscio finché si tratta delle donne degli altri; non appena sarà la sua fidanzata danese a godere di tali libertà l'indole italiana e prettamente siciliana di Trapanese tornerà prepotentemente ad affiorare gettandolo in una profonda crisi di identità. Lo stereotipo insomma c'è in un senso e nell'altro, andata danese, ritorno latino. Le compagne di viaggio di Buzzanca sono Dominique Boschero (amante italiana), Pamela Tiffin (fidanzata e poi moglie danese), Ada Pometti, amica danese della Tiffin; c'è insomma solo l'imbarazzo della scelta.

Il film è davvero interessante per la cornice scandinava, per la maggior parte è ambientato a Copenhagen e lo spettatore ha modo di vedere e respirare la città all'alba dei '70; per certi versi oggi una sorta di documento storico, come succedeva per Fumo Di Londra di Sordi o per le varie altre pellicole che in quegli anni hanno provato a portarci fuori dai confini patri, cercando il confronto con altre culture europee e/o  extraeuropee. Si avverte la curiosità per un altro mondo, che poi era la stessa che motivava i mondo movies o le esplorazioni esotiche di certo cinema erotico di quel decennio e di quello a seguire, senza dimenticare la serie di Emanuelle - con una emme sola - di Joe D'Amato e della Gemser. Buzzanca è l'italiano medio, con tutti i suoi cliché, le sue convinzioni morali e perbeniste, che si avventura in una terra incognita e approda su spiagge totalmente inaspettate, sorprendenti, "avanti di 50 anni". Non manca un certo provincialismo dato che a Copenhagen praticamente tutti o quasi parlano e capiscono l'italiano, una scelta dettata più dalla necessità di facilitare la trama che da una effettiva aderenza alla realtà. L'apporto di Vianello contribuisce moltissimo a tenere il giusto equilibrio in sceneggiatura tra sensualità e garbo. Il film non esagera mai ed allo stesso tempo ha un approccio semi documentaristico riguardo all'incontro/scontro di civiltà. Anche per questo non si tratta in realtà di un'opera divertentissima, da risate a sganascio; anzi talvolta invita ad una certa riflessione, come nel confronto verbale tra Buzzanca e Ballista (il Borlon capo dell'azienda), dal quale Buzzanca ricava la netta e rassegnata convinzione che i suoi connazionali non sono pronti ancora per la mentalità danese (ma in fondo non lo è del tutto neppure lui). Un momento di intensità quasi drammatica. L'apporto delle musiche è molto caratterizzante, dando alla pellicola una qualche coloritura più "giovanile" e modaiola. Buzzanca è il solito mattatore, insuperabile nel suo personaggio classico. All'estero il film è circolato con una pletora di titoli diversi e a tratti fuorvianti, da La Bionda Nel Film Blu (i celebri "blue movie", ovvero quelli che da noi invece erano le cosiddette luci rosse) a Un Siciliano In Danimarca, da Chi Giudica Mia Moglie a Nessuno Noterà Che Sei Nuda. In Italia è conosciuto anche come Il Magnifico Mandrillo (davvero una scelta senza senso, tutta ascrivibile alla sola presenza di Buzzanca nel cast).

Trailer ufficiale

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