Il Buco Nella Parete

Il Buco Nella Parete
Il Buco Nella Parete

Conosciuto con una miriade di titoli diversi (o sarebbe meglio dire "sconosciuto" come tale), questo Bezeten - Het Gat In De Muur è uscito fuori dal confini olandesi con il titolo internazionale di Obsessions (poi ampiamente diffuso anche in patria) e declinato in qualche caso secondo una sensibilità particolare, come in Italia dove si è fatto appello alla pruderie dei potenziali spettatori paganti lasciando solo la seconda parte del titolo (Il Buco Nella Parete), pur sempre appropriato ma evidentemente indirizzato in modo univoco verso l'appetito erotico. Obsessions credo sia il primo lungometraggio di Pim de la Parra, dopo alcuni corti; assieme a Wim Verstappen e alla loro Skorpio Films (nella quale si alternavano tra cabina di regia e di produzione), licenzia quello che viene considerato il primo thriller dai risvolti quasi horror dei Paesi Bassi. La pellicola ha una chiara, forte e netta connotazione exploitation e nei primi minuti prende avvio come si trattasse di un film erotico senza molte altre pretese. In realtà l'erotismo - che pure è presente - è del tutto funzionale alla storia che deve essere raccontata e che si attesta come un thriller a tutti gli effetti, una vicenda morbosa ma allo stesso tempo inquietante e criminale. Per un caso fortuito (un Van Gogh che si sfracella a terra), il giovane medico Nils Janssen (Dieter Geissler) si ritrova un foro nel muro attraverso il quale può gettare il proprio sguardo sulla camera da letto del vicino. Questi ha una vita sessuale piuttosto impegnativa, solo che al termine dei suoi incontri la partner sembra svenuta e morente nel letto. Con una certa dose di incoscienza e impudenza, Nils si introduce nell'appartamento per indagare, quando il vicino è assente. Scopre una donna nuda, legata per i polsi alle tubature del bagno, e nello specifico i polsi sono tagliati, come accade ai suicidi. Da quel momento in Nils scatta un tarlo che non lo lascia più libero, spiare il vicino e capire chi sia e cosa stia combinando. Anche la sua compagna, la bella giornalista Marina (Alexandra Stewart), dapprima recalcitrante, si appassiona all'indagine, mentre tra l'altro ne conduce parallelamente una per il proprio giornale relativa all'omicidio di un militare americano che parrebbe commesso da una sua amica appena uscita di prigione, la quale aveva avuto una relazione col defunto. Strada facendo i due fidanzati ne scoprono delle belle, rischiando moltissimo sulla propria pelle e trovando un inaspettato punto di intersezione tra le due indagini in corso.

Obsessions è un film molto coinvolgente, girato con un occhio di riguardo ad Hitchcock e personalmente ci ho ritrovato anche tanta inquietudine di polanskiana memoria. La coppia di protagonisti è incredibimente attrattiva, personaggi sfumati e pieni di zone d'ombra, nei quali è possibile identificarsi e che tuttavia sono capaci di improvvise accelerazioni ed iniziative imprevedibili .Il fiore viene scoperto poco a poco, petalo dopo petalo, sapientemente dosato, e con in aggiunta un finale che si rivela abbastanza sconcertante. Alla sceneggiatura mise mano persino Scorsese, conosciuto da de la Parra in occasione della presentazione dei rispettivi cortometraggi ad una rassegna cinematografica. Scorsese si mostrò disponibile a collaborare ed espresse il suo punto di vista sullo script con consigli e suggerimenti. Per quanto riguarda le musiche la colonna sonora sinistra e ansiogena è opera di Bernard Herrmann, nome noto ai cultori di Hitchcock e Scorsese ma anche Truffaut, De Palma e Orson Welles. A tratti per altro le musiche sembrano andare per conto loro, creando contrasti interessanti, come ad esempio nella scena di sesso iniziale, dove l'amplesso è accompagnato da atmosfere quasi da peplum. Come detto, il duo Geissler/Stewart si rivela vincente, bellissima e sensuale la Stewart (che non si spoglia mai, tranne una furtiva doccia, né tantomeno ha scene di sesso), mentre Geissler mi ha ricordato una sorta di Richard Dreyfuss ante litteram. Da menzionare  assolutamente Vibeke Løkkeberg, personaggio muto in tutto il film (è la seconda ragazza che il vicino mattacchione si porta a casa), che Geissler incontra continuamente, anche casualmente (per strada, seguendola fino in un negozio di dischi, poi ad una festa). Il suo è uno dei seni più belli mai visti al cinema, non si tratta di una notazione molto tecnica, me ne rendo conto, ma va dato a Cesare quel che è di Cesare (in questo caso parlerei di Poppea....).

E chissà se Dario Argento all'inizio della sua trilogia zoomorfa avesse visto o sentito parlare di questo film, considerato che il dettaglio del grande occhio sbattuto in primo piano (ed all'interno di un contesto thriller-voyeuristico) richiama non poco il suo Il Gatto A Nove Code (1971). Il film ebbe un notevole successo fuori e dentro l'Olanda, quindi non è affatto da escludere che Argento lo avesse ben presente. La derivazione stesss da Hitchcock è un elemento in comune tra le due pellicole. Deliziosi gli esterni che ritraggono la città di Amsterdam dell'epoca, sia di giorno che di notte. Cult Epics ha meritevolmente rieditato in dvd e bluray il film in un master fenomenale e corredato di vari extra, con la traccia audio in originale, che era in inglese e non in olandese, per altro comprensibilissimo e ridotto al minimo, vista la penuria di dialoghi nell'arco dei 91 minuti di durata (integrale).

Trailer ufficiale

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