I Goonies

I Goonies
I Goonies

E' uno dei film della formazione culturale, uno di quei passaggi obbligati se gli '80 sono stati il tuo decennio di svezzamento, uno di quei titoli irrinunciabili qui a Cineraglio, senza se e senza ma, come lo sono stati Corto Circuito, Karate Kid, Scuola Di Polizia, Wargames, Beverly Hills Cop, Una Poltrona Per Due, e tanti altri. I Goonies è un film di Spielberg, non lo è, ma lo è. Dirige Richard Donner, braccio armato di Spielby sul set, e comunque regista con i controcosi perché, per dire, The Omen, Superman I e II (l'unico vero mitico Superman), Ladyhawke e 3 Arma Letale su 4 sono suoi, mica pizza e fichi. Spielberg pare essersi ispirato ad un episodio di una serie tv degli anni '30, il soggetto del film porta la sua firma, e Donner racconta di averlo sempre avuto accanto sul set. I due costruiscono assieme uno dei pilatsri fondamentali del cinema di avventura per ragazzi che il mondo di celluloide annovera; un classico a suo modo, esattamente come lo sono "L'Isola del Tesoro", "Peter Pan", "Ivanohe" o "I 3 Moschettieri". Il film ha una chimica pazzesca, è sostanzialmente perfetto (anche se perfetto non è, perché a tratti c'è qualche lungagnata di sceneggiatura che col senno di poi si sarebbe potuta limare). I personaggi sono fantastupendi, ogni singolo Goonie è caratterizzato, particolareggiato, ha una sua dimensione, una sua vita, un suo perché all'interno del gruppo. Si parte da stereotipi naturalmente (il ciccione, il nerd inventore, il leader, lo sborone, le principesse sul pisello) ma Donner e Spielberg sono bravissimi a sviluppare, arricchire, infondere magia.

Il contesto fa la sua parte; già perché non siamo in un mondo fatato, incantato, siamo nella vita reale, con problemi reali (lo sfratto da Goon Docks, da cui il nome "Goonies", che però letteralmente vuol dire anche "sempliciotto"), ma attraverso piccoli espedienti i Goonies raggiungono un altro mondo, fatto di avventura allo stato puro, cunicoli, trappole, "tracobetti", addirittura laghi e cascate sotterranee, con tanto di nave pirata e tesoro in monete sonanti (ci sarebbe pure una piovra alla Jules Verne, ma quella parte è stata poi cassata nella versione finale...ed in effetti non è che fosse venuta un granché bene). La chiave di volta è una mitica mappa del tesoro, la cui esegesi porterà i ragazzi a vivere un rocambolesco saliscendi di emozioni che rimarrà impresso nella loro mente per tutto il resto della vita. L'esperienza che ne cementificherà l'unione inscindibile "fino alla fine del mondo" (come recita il giuramento dei Goonies). Altro elemento importante sono i cattivi della situazione, la leggendaria banda dei Fratelli's, mamma e due figli, brutti ceffi di origine sicula, naturalmente declinati in chiave comica e pieni di goffaggine. C'è pure un terzo fratello, Sloth, mostro deforme al quale Spielberg affida un ruolo di riscatto e catarsi (come spesso avviene nel suo cinema). Il diverso, l'emarginato, ribalta la sua condizione negativa, affrancandosi come un eroe buono e positivo che aiuta i ragazzi a cavarsi dagli impicci, ed il suo aspetto così orribile diventa piano piano tollerabile, sopportabile, quasi buffo, in nome delle azioni "giuste" che egli compie. Da mostro diventa una mascotte. I suoi duetti con Chunk il ghiottone sono tra le cose più divertenti del film. Le ore di trucco necessarie per ridurre l'ex NFL John Matuszak in quel modo erano ben 5.

Tutto è visto alla maniera di un ragazzino, questa è la grandezza del film; non si tratta di adulti che descrivono dei ragazzi, ma di ragazzi che descrivono loro stessi. L'eccitazione, la sorpresa, il vitalismo, i primi amori, la paura, l'avventura, è tutto un puro distillato di emozioni e sensazioni (pre)adolescenziali, esattamente come loro lo immagino da che mondo e mondo. Donner adotta piccoli trucchi in tal senso; ad esempio quando i Goonies sbucano nel lago sotterraneo e vedono per la prima volta il galeone pirata di Willie l'Orbo in tutta la sua magnificenza (ricostruito a grandezza naturale da Donner)...è esattamente la prima volta che gli attori lo vedono. Ai ragazzi era stata negata la possibilità di vedere la imponente scenografia nella quale avrebbero recitato, e così gli occhi dei ragazzi davanti a quel vascello esprimono un sincero e genuino stupore. Corey Feldman (Mouth nel film) tuttavia ha poi confessato di aver visto di straforo la nave, assieme ad un altro attore di cui però non ha rivelato il nome. Esattamente come nel film, Feldman era il furbetto arrogantello guascone, un po' simpatico un po' no (ma la sua traduzione alla governate Rosalita delle regole di casa Walsh è esilarante). Donner si cita quando Sloth scopre la sua maglietta di Superman, e cita anche l'universo spielberghiano in due occasioni: quando fa rimproverare Chunk da un poliziotto per la sua mania di inventare balle, e tra queste quella di un'invasione di Gremlins, film di Chris Columbus (sceneggiatore de I Goonies), prodotto da Spielberg; e quando Brandon scappa in bicicletta all'inseguimento dei Goonies, venendo poi "arpionato" dal bullo Troy e scaraventato in un burrone con tutta la bici (una scena che ricorda parecchio E.T.). Da notare anche che Brandon porta per tutto il tempo una fascetta rossa in testa alla maniera di un certo John Rambo. La colonna sonora è divenuta altrettanto leggendaria nel tempo, includendo per altro anche Cindy Lauper, che girò un videoclip "dentro" il film e con i suoi protagonisti. I Goonies è il classico film che avrebbe potuto generare dei sequel, i fans l'avrebbero voluto, la casa cinematografica avrebbe sbancato il casinò, tuttavia Donner e Spielberg lo avrebbero fatto solo se avessero avuto per le mani una storia veramente forte. Sequel, ad oggi, non ce ne sono mai stati (per fortuna), e proprio questo a mio parere ha contribuito a far resistere l'alone mitico creatosi attorno alla pellicola. Sono nati però svariati videogames dal film, alcuni contenenti anche uno sviluppo della storia originariamente narrata nel 1985.

Trailer ufficiale

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