I Fichissimi, dirige Carlo Vanzina. Avete letto bene il nome del regista si? Vanzina, quello che a tanti piace avere sulla bocca quando c'è da stroncare a gratis il cinema popolare italiano (mica Fausto Brizzi o Veronesi). Ci avrò scritto 200 post sopra, l'ennesimo pistolotto ve lo risparmio. Avevo 7 anni quando quando mi portarono al cinema a vedere I Fichissimi; mi era stata data facoltà di scelta, questo o Fracchia La Belva Umana, scelsi I Fichissimi (e ovviamente dopo andai pure a vedere Villaggio). Per un bimbo tenere tenero, una roba come I Fichissimi era il non plus ultra del non plus ultra della comicità supa-dupa-upa-sganasciamento totale, risi come un pazzo, da crampi allo stomaco, uno dei più bei pomeriggi della mia vita. Dice: "eh grazie, avevi 7 anni, adesso ne hai qualche decina in più, questo dimostra l'infantilismo e la pochezza del cinema vanziniano fatto di terruncelli e bauscia milanesi". Rispondo: col cacchio, perché rivisto adesso mi fa ancora più ridere che pria...tiè! Dai, non fate i cagacazzi intellettual-rettal-snob, non puoi vederti 84 minuti di questo film e non scatafasciarti dal ridere per i "diacoli" che si scambiano Jerry e Tieco, non è umanamente possibile, non ci credo! Entrambi al top della forma, in stato di grazia, sono gli indiscussi protagonisti di questa pellicola che fa finta di ispirarsi a Romeo e Giulietta, incrociato con una versione demenziale de I Guerrieri Della Notte, col risultato che si sghignazza da matti, merito di una sceneggiatura che, se da una parte ha una trama ridotta all'osso, risibile per non dire inesistente, dall'altra poggia su battute a raffica e una mimica devastante. Anzi, non mi stupirei se mi dicessero che, come spesso accade in queste situazioni, gran parte dei dialoghi fossero stati improvvisati lì per lì, da quel manipolo di eroi, che oltre a Calà e Abatantuono, contava anche una brillantissima pletora di comprimari e caratteristi, tra i quali il mitico Mauro Di Francesco, Fabio Grossi (il fratello "ippprito"), Ugo Bologna (l'avvocato con la Ferrari), Pietro Zardini (lo strozzino del monte dei pegni), eccetera... Bellissima Simona Mariani, vista in una manciata di pellicole italiane del periodo (troppo poche purtroppo). Non mi metto qui a citare battuta dopo battuta perché sarebbe uno stillicidio, ad ogni fotogramma c'è una invenzione linguistica, un gioco di parole, un rimando esilarante. Insieme agli altri film di Carlo Vanzina citati in precedenza, I Fichissimi rappresenta per me l'apice creativo dei fratelli cinematografari romani, con buona pace dei detrattori intrisi di fiele e spocchia sapienziale. Vi meritereste un solo epiteto: Rollerstronz!
I Fichissimi
Anno:1981Genere:Benbow's Best, Commedia, Il Cinema dei VanzinaRegia:Carlo VanzinaCast:Diego Abatantuono, Jerry Calà, Mauro Di Francesco, Simona Mariani, Ugo Bologna