Hard Sensation

Hard Sensation
Hard Sensation

E rieccoci col "periodo caraibico" di Joe D'Amato (1978 - 1981), ogni tanto torna a galla su Cineraglio. E' storia nota, Massaccesi se ne va a Santo Domingo e, con piglio industriale, mette giù una manciata di pellicole (Sesso Nero, Papaya Dei Caraibi, Orgasmo Nero, Le Notti Erotiche Dei Morti Viventi, Porno Holocaust, Hard Sensation, Porno Esotic Love e Paradiso Blu) ottimizzando dotazioni tecniche ed artistiche. Sempre lo stesso cast, sempre la stessa manovalanza operaia, sempre lo stesso (bellissimo) scenario naturale, per un discorso "pionieristico" - come lo definiva lui - di ricerca sul cinema hard che esondava in quello "normale, o viceversa se preferite. In qualche modo un cinema porno d'autore; anche furbo e ruffiano per certi versi (D'Amato lavorava per i soldi non per la gloria) ma indubbiamente diverso. Ci fu spazio anche per l'action Duri A Morire, breve parentesi extra rispetto al filone "esotico-erotico". Hard Sensation lo scrive Luigi Montefiori sotto pseudonimo (Tom Salina), e lo interpreta anche, assieme a Manlio Cersosimo. I due, assieme ad un terzo compare, sono dei criminali evasi dalla galera che trovano rifugio su un'isola deserta; l'isola è di proprietà di un ambasciatore riccone che ha parcheggiato lì la figlia con le amiche dopo i buoni risultati scolastici conseguiti. Le ragazze sono "sorvegliate" dalla loro insegnante e dal personale di servizio. I malviventi ammazzano tutti gli uomini e poi saccheggiano la villa e approfittano delle donne, fino a che non iniziano e rivoltarsi l'uno contro l'altro come cani rognosi. - SPOILER: col progredire delle tensioni le donne faranno fronte comune e uccideranno due evasi, mentre il terzo era stato già giustiziato dai suoi compagni.

La platea di attori al quale si affida D'Amato è quella rodata e collaudata dei Montefiori (George Eastman), Cersosimo (Mark Shannon), Dirce Funari, Anna Maria Napolitano (Annj Goren), Lucia Ramirez - scoperta (in tutti i sensi) da Massaccesi stesso - e Lola Burdan (se si chiama così...ho qualche dubbio di attribuzione), che in Sesso Nero era (credo) la moglie di Shannon. Tutte e quattro le signore vengono impiegate da D'Amato in frangenti hard, nessuna la scampa. Shannon ha scene "liriche" (si fa per dire) sulla spiaggia di Santo Domingo, tra palme, sabbia e onde argentee, ma altri incontri si svolgono pure all'interno della villa. Il tenore è da "rape and revenge", poiché ovviamente le ragazze non sono ben disposte nei confronti degli aggressori. Vero è che poi, al dunque, più che tirarsi indietro sfoggiano una certa tecnica esecutoria, ma tant'è, non puoi fare un mezzo porno con la materia prima che scalcia, altrimenti è vera violenza carnale. Dei tre brutti ceffi Montefiori è quello più umano, cerca di risparmiare le ragazze (anche per non aggravare la sua condizione di ricercato), ma è letteralmente costretto ad un rapporto dal perfido Shannon che imbraccia un fucile, il quale per altro interpreta un villain esasperato e senza scrupoli. Le sue battute sono cinismo al fiele. Il terzo tizio è gay e viene continuamente sfottuto per questa sua inclinazione. Massaccesi ci butta dentro (un po' alla rinfusa ed in modo del tutto superficiale) qualche lieve invettiva sociale; oltre all'omosesualità, si tratta pure di disparità tra poveri e ricchi e di rapporti genitori/figli, con le tre ragazze parecchio più sveglie di quanto pensino i loro genitori (tant'è che, in mancanza di carne maschia, si dedicano tranquillamente all'amore lesbico). Il finale dà ad intendere che, messe alle strette, le ragazze diventano carnefici dopo essere state vittime, nonostante l'adozione della violenza le disgusti per convenzione sociale e abitudine (si perché di "trasgressioni" non sembrano così a digiuno). La Ramirez sfoggia la consueta gran varietà di espressioni recitative: un monolito di granito. Tra impianto thriller e sexploitation nuda e cruda, Massaccesi costruisce un film che tutto sommato sta in piedi, non avendo praticamente nulla in mano se non tanto estro artigianale e degli attori disposti a copulare sotto l'occhio della macchina da presa e immersi in scenari caraibici da sogno. La soundtrack di Alessandro Alessandroni riprende quella scritta per La Vergine Di Bali di Guido Zurli ('72). Inspiegabile la locandina del film.

Trailer ufficiale

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