Godzilla

Godzilla
Godzilla

Godzilla è un film di mostri, è infatti è una palla mostruosa. Sto parlano del reboot di Gareth Edwards, nel '98 avevamo avuto la produzione americana a firma Roland Emmerich, e quasi quasi sono arrivato a rimpiangere Emmerich...(ho detto tutto!). Questa versione, realizzata in coincidenza col sessantesimo anniversario della nascita della creatura (il primo film di quella che sarà una lunga serie è del '54, per la regia di Hishiro Honda), è attentissima alla filologia del kaijū, dunque un sauro radioattivo, così come fu concepito inizialmente dalla Toho. La fisionomia stessa dell'animale è molto simile a quella originale del '54, erutta fiatella atomica (il raggio azzurrognolo) e le scaglie dorsali si illuminano del medesimo colore. Infine, per quanto ingombrante come amico del cuore, Godzilla si rivela più un tutore che un aggressore degli umani, alla fin fine un bravo ragazzo dal cuore d'oro. Stavolta il sauro più famoso del cinema se la deve vedere con due creature radioattive e preistoriche come lui, denominate M.U.T.O. e create appositamente per questo film, un'invenzione di sana pianta insomma, anche se echeggiano altri kaijū Toho come Kamacuras e Rodan. Sostanzialmente due insettoni con zampe aguzze, ali da pipistrello e mascelle di ferro. Un maschio (alato) ed una femmina, incinta. I due M.U.T.O. creano sconquassi e sono prossimi alla distruzione dell'umanità, ergo Godzilla accorre come un cavaliere crociato a ristabilire l'ordine naturale delle cose (?), ovvero - indirettamente - difendere noialtri sapiens. Edwards giocherella per una buona metà di film senza mostrare il protagonista che si è intestato il titolo; prendiamo atto della presenza dei M.U.T.O., ma poi è tutto uno scorrere di attività umane e terremoti premonitori. Supercazzole scientifiche, dietrologia complottista e una verbosità infinita sul nulla, poiché alla fine tutti aspettiamo 150 metri di sauri millenari che arrivano a massacrarsi di botte in mezzo ai grattacieli.

Godzilla 2014 sarà filologico quanto volete ma è di una noia abissale; non scorre, e persino quando arriviamo ai combattimenti tra kaijū si finisce con lo sbadigliare. Ammirata la possanza delle creature, sopraggiunge rapidamente il tedio, e si comincia a guardare ossessivamente il timer del lettore bluray. Le atmosfere del film sono particolarmente seriose e drammatiche, come si ragionasse di catastrofi naturali possibili e verosimili, e non di megasauri incazzosi. Per carità, su grande schermo ed in 3D avrà fatto la sua porca figura, ma paradossalmente è la conferma che il film vive solo di quello, poiché a livello di sceneggiatura regnano nioa e lentezza. 123 minuti, personaggi piatti, un'eternità prima che accada qualcosa di pregnante ed un tono inutilmente cupo ed apocalittico (poiché la componente fracassona-blockbuster sparisce del tutto, non c'è la minima traccia di ironia insomma). Per altro i M.U.T.O., minuti alla mano, si prendono assai più tempo sullo schermo rispetto al nostro sauro preferito. Per certi versi Godzilla non può non ricordare Pacific Rim, stessa grandiosità, stessa piattezza, stessa noia....e indovinate un po' a chi è venuto in mente un possibile crossover tra i due film? Guillermo Del Toro, entusiasta all'idea, così come la Legendary Pictures, che detiene le casse di entrambi i titoli. Ovviamente è già in cantiere un sequel, anzi una trilogia (e figuriamoci!), tutta diretta da Edwards. Perla del film, il professore giapponese (Ken Watanabe), doppiato dal "nostro" Haruhiko Yamanouchi (caratterista di tanti film italiani dove serviva l'orientale), che chiama sistematicamente il mostro "Gogila". Io manca poco mi addormentavo, poi boh...

Trailer ufficiale

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