
Gli anni '70 sono quelli del declino della Hammer britannica, un crepuscolo che butta un po' in vacca i vari franchise creati nei due decenni precedenti, quasi rivisitandoli in chiave sempre più trucida, sexy e talvolta financo parodistica, più o meno volontariamente. Accade alle mummie, ai vampiri e naturalmente anche alla creatura del barone Frankenstein, ad esempio in questo Gli Orrori Di Frankenstein, la cui sceneggiatura (e regia) è affidata a quel Jimmy Sangster che aveva già scritto il copione dell'originale La Maschera Di Frankenstein (1957) che aveva dato avvio alla saga. Abbiamo il barone (Ralph Bates), che dopo aver assassinato il padre simulando un incidente col fucile da caccia, se ne assicura il patrimonio e si trasferisce in America per i suoi studi universitari. Qui si dedica parallelamente ai suoi esperimenti acquistando quantità industriali di macchinari. - SPOILER: arriverà a dar vita alla creatura che tuttavia fuggirà dal castello e seminerà morte. Frankenstein riuscirà a ricondurlo sotto il suo giogo e a farlo obbedire ai propri voleri ma la scia di cadaveri attorno al castello condurrà curiosi e polizia alla magione. Durante un sopralluogo la creatura finirà inavvertitamente nell'acido distruggendosi, anche se il barone avrà oramai acquisito le capacità per crearne di ulteriori.
La storia è quella classica, con tanto anche di bimba aggredita durante la fuga della creatura (quella che in Frankenstein Junior vola dal dondolo direttamente in camera da letto), ma il tutto è infarcito di un'ironia e di un sarcasmo che davvero satireggiano tutti i cliché dell'horror, di Frankenstein e dei topoi della Hammer. La misoginia regna sovrana, le Hammer scream queens come Kate O'Mara e Veronica Carlson sono sempre col davanzale a favore di telecamera, la O'Mara veste i panni della governante di casa che prima soddisfaceva il vecchio barone e poi fa altrettanto con il nuovo. Ad ogni vassoio servito a tavola, ad ogni reverenza, ad ogni fiasca di vino versata nei calici si piega in modo che la scollatura riempia il fotogramma. Per altro nel film viene presentata come una servetta di 16 anni ma nel 1970 la O'Mara ne aveva ben 31 e si vedono tutti, anche e soprattutto nelle forme e nella voluttà degli sguardi carichi di malizia. Pure la Carlson, che tuttavia ha un personaggio più candido e virgineo, ha sempre i seni rigonfi ben in evidenza. E' insomma chiaro l'approccio sensuale alla materia frankensteiniana. Divertente il personaggio del barone interpretato da Bates, un guascone irriverente, furbastro e opportunista con la risposta sempre pronta e una faccia da schiaffi da competizione, privo del benché minimo senso morale, il che lo rende assolutamente irresistibile.
La creatura è terribile, esteticamente abominevole, ma non vuole essere un complimento alla riuscita del film, anzi tutt'altro; davvero grottesca nella sua resa, si poteva fare certamente meglio. Non a caso si vede piuttosto poco, centellinata nelle sue apparizioni, confinata nella parte finale del film per un minutaggio assai inferiore a quello della O'Mara, giusto per chiarire quale fosse il reale focus della pellicola. Molto naif anche il laboratorio, con macchinari letteralmente a manovella e con luci intermittenti. L'enorme attore che si cela dietro quelle cuciture e quel testone idrocefalo è David Prowse, che sette anni dopo avrebbe indossato il costume di Darth Vader. Per quanto il film abbia basse pretese e lo spirito dissacratorio sia del tutto evidente, Gli Orrori Di Frankenstein si rivela alquanto divertente, una sorta di black comedy con un tocco di erotismo che non poteva non piacere ai britannici già ampiamente abituati alle donnine del Benny Hill Show.