Foxy Brown

Foxy Brown
Foxy Brown

Foxy Brown (di Jack Hill, 1974) è considerato il seguito ideale di Coffy (1973), tant'è che il working title di Foxy Brown era Burn, Coffy, Burn! La precedente pellicola aveva incassato un bel po' di quattrini ma all'ultimo minuto la AIP decise di non divulgare il film come un vero e proprio sequel. Il Mereghetti, per dire, parla di Foxy come di una agente della narcotici, ma in realtà nel film non viene mai appurato esplicitamente quale sia la professione della ragazza. Siamo in piena blax(sex)ploitation, con dei contenuti e dei messaggi totalmente scorretti politicamente. Il generoso balcone della Grier non ci viene risparmiato nella pellicola, così come è possibile assistere a tentati stupri, consumo di droghe e scene di sesso. Tutta roba molto borderline. Pare di vedere un film di Russ Meyer meno squinternato, contaminato da un episodio delle Charlie's Angels girato a basso budget. Il film sprizza anni '70 da tutti i fotorgrammi. Pam va per le spicciole, uccide i cattivi con brutalità (evirazioni, accecamenti, torce umane, etc.), si rivolge ad una banda di vigilantes per avere giustizia (un "tipico sistema americano", si dice nel film), fa ricorso al proprio corpo per ottenere ciò che le serve, fa risse nei bar (di lesbiche), tollera le gesta di un fratello spacciatore e biscarolo clandestino. Foxy Brown è considerato l'archetipo del genere femminile della blaxploitation. Prima di Foxy (e di Coffy) i villains del tipo papponi e spacciatori erano tutto sommato trattati con un certo riguardo nelle pellicole black, mentre con Pam Grier qualsiasi soglia di tolleranza e comprensione sparisce e la feccia diventa a tutti gli effetti "feccia", da estirpare pergiunta. Interessante il dialogo di Antonio Fargas (Link, il fratello di Foxy nel film) a proposito della sua misera condizione di negro sottodotato fisicamente, economicamente e culturalmente, ma divorato dalle ambizioni instillate dalla tv (gente ricca, con belle case e belle macchine). Lui le vuole e per averle si adopera senza troppi moralismi e piagnistei.

Trailer ufficiale

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