Classificato come produzione "reaganiana" secondo la scuola Mereghetti (il re dello stronco), Firefox - Volpe di Fuoco appartiene al cinema di un regista che negli anni '80 era prevalentemente attore e soprattutto non era ancora stato assegnato al gotha dei "grandi autori americani". Dopo l'insuccesso di Bronco Billy, Clint fa comprare alla Warner i diritti dell'omonimo romanzo gallese del '77 (di Craig Thomas) e ne trae un film. La Warner, da par suo, forse sente odore di effetti speciali e conseguentemente di banconote, e pompa la produzione. Ecco che il buon Eastwood tira fuori una solidissima spy story ambientata a Mosca (ma girata a Vienna, siamo pur sempre nel 1982), che narra il ladrocinio da parte degli americani di un super Mig (il Firefox) che viaggia a Mach 5, è invisibile ai radar e si pilota ad impulsi mentali. E a chi lo rubano gli americani fighi? Ai russi fessi, ovvio (però... se erano fessi, come avevano fatto a costruire il gioiellino tecnologico e a farlo prima degli americani?).
Per metà la storia ritrae Clint che si intrufola in Russia - azione, spionaggio, suspence, fantapolitica, thrillerologia - e arriva a mettere le mani sul Firefox, poi ha inizio la girandola pirotecnica, con effetti speciali, combattimenti nei cieli e tecnologia Top Gun (e per essere nell'82 gli effetti speciali non sono niente male, curati da John Dykstra, quello de L'Impero Colpisce Ancora). Top Gun - si diceva - è dell'86, Tuono Blu dell'83; Firefox li anticipa nettamente, ma Eastwood rispetto a questi infonde assai più spessore alla trama e ai personaggi, non è Tony Scott insomma (con tutto il rispetto, visto che visivamente Top Gun non ha eguali). Siamo sempre nello schema Impero del Bene vs Impero del Male, ma l'ambientazione è in piena Guerra Fredda e Eastwood, anche se illuminato, non è mai stato un falcemartellato militante. Corposo e divertente, Firefox rientra nelle pellicole meno impegnate di Clint ma altrettanto godibili. Dal film fu tratto anche un laser game.
