Dopo qualche buona opportunità sul grande schermo con Sergio Martino (Mezzo Destro Mezzo Sinistro - 2 Calciatori Senza Pallone), Corbucci (Rimini Rimini) e Brass (Snack Bar Budapest), Loredana Romito, un corpo ed una faccia fatti apposta per il cinema softcore, è la protagonista di Fatal Frames, conosciuto anche come Extasy ed Errore Fatale, quest'ultimo anzi dovrebbe essere il titolo originale del film che poi è finito con l'essere perlopiù noto come Fatal Temptation. Un thrilleraccio girato dal produttore Remo Angioli, solitamente attribuito a Beppe Cino che pare abbia certamente dato una mano ma non abbia a tutti gli effetti diretto la pellicola. Fatal Frames non si può nemmeno assegnare al filone "so bad... so good", perché rimane bad nonostante le premesse e nonostante la generosità del vostro metro di giudizio. Meno di 90 minuti sciatti e persino noiosi, nonostante la fotografia di Delli Colli, Franco però non Tonino, suo cugino. Silvia (Loredana Romito) gestisce un albergo con il marito Paolo (John Armstead). Lui ha un'amante (Carmen Manzano) e proprio mentre i due stanno facendo una fuga d'amore in Ferrari hanno un incidente col giovane motociclista Alessio (James Villemaire). Il ragazzo rimane illeso mentre Paolo batte la testa e perde la vista. Nonostante la dura convalescenza, tutto sembra riprendere come prima, Paolo riceve a casa l'amante quando sua moglie non c'è, anche perché Silvia nel frattempo ha assunto Alessio come suo autista personale.... e oltre. Insieme i due progettano di far fuori Paolo, anche se Alessio sembra diviso tra Silvia ed una cameriera dell'albergo, Cosetta (Ann Margaret Hughes). - SPOILER: dopo aver fatto uccidere Paolo, Silvia inizierà ad essere ricattata da Cosetta ed eliminerà anche lei. A quel punto il patto di silenzio rimane stretto solo tra Silvia e Alessio, ma i due cercheranno di uccidersi a vicenda e sarà Silvia ad avere la meglio.
Fatal Temptation è veramente atroce, con dei tempi morti infiniti, lunghi primi piani sul volto della Romito, sigarette fumate per minuti e minuti, insistiti dettagli sullo scosciamento ogni volta che sale o scende dall'automobile. La recitazione è scarsissima. Villemaire è vestito per un'ora e mezzo sempre con gli stessi abiti di scena. Passano i giorni ma lui ha incollato addosso sempre lo stesso giubbotto di pelle e la stessa sciarpa rossa. La Romito invece cambia continuamente abito, non sa cosa siano i pantaloni ma in compenso usa solo pellicce, anche in riva al mare. All'inizio del film fa la doccia, poi l'assetto del bagno di casa sua cambia perché c'è solo la vasca da bagno, 250 strusciate di acqua e sapone sui seni (rigorosamente truccata di tutto punto) mentre il resto viene abbastanza trascurato. Gli omicidi che vengono messi in scena (già, perché sarebbe un thriller) sono ridicoli. In tutta sincerità è una notevole agonia arrivare in fondo alla storiaccia tessuta da Angioli, né si comprende come dalle parti di Sirolo e Numana (nell'anconetano) - dove il film è stato girato - non ci sia traccia né di Polizia né di Carabinieri perché si può letteralmente ammazzare la gente senza che nessuno chieda spiegazioni, investighi o faccia domande, nemmeno ai parenti più stretti o al primo indiziato per evidenti interessi personali. Ma tant'è, il mondo di Fatal Temptation è Romito-centrico, tutto ruota attorno a lei ed alla sua procacità. Perché Armstead ha un'amante che è decisamente meno attraente della moglie (per altro sempre ben disponibile)? Perché dopo aver appena assistito al corpo del marito che precipita giù da una scogliera la Romito ha attacchi di riso isterico mentre Villamaire è visibilmente sconvolto e il tutto porta ad un attacco di lussuria contro un albero? Domande destinate a rimanere senza risposta. "Un film misterioso, invitante, fatale....", recita la locandina, altroché. C'è chi ci ha visto dei rimandi a Il Postino Suona Sempre Due Volte, beato lui.