Ender’s Game

Ender’s Game
Ender’s Game

Non ho letto nulla di Orson Scott Card, non conosco il ciclo fantascientifico al quale appartiene pure il romanzo Il Gioco Di Ender, e dal quale è stato tratto questo film, dunque mi limito a parlare della pellicola in quanto tale, ignorando qualsiasi collegamento col libro, attinenza filologica, deviazione e rispetto delle pagine. Va detto che è lo stesso Scott Card ad averne curato la sceneggiatura, avendola per altro messa al riparo per anni dalle grinfie delle major cinematografiche. A tal proposito ha fondato egli stesso la Fresco Pictures, onde detenere evidentemente il controllo totale sul film che ne sarebbe poi scaturito. Questo perlomeno darebbe adito a pensare che Ender's Game sia quanto di più vicino in spirito alle parole del romanzo.

Lo spettatore viene catapultato nel pieno dell'azione fin dai primissimi fotogrammi, quando apprende che la Terra è già stata oggetto di invasioni aliene, dei formiconi giganti per l'esattezza, chiamati - con poca fantasia - Formics. La prima guerra è stata vinta dagli umani, i quali però hanno pagato carissima la sorpresa di essere oggetto di attenzioni da parte di insetti alieni. Milioni di vite umane sono state spezzate e ora la Terra si prepara ad una nuova possibile invasione. I Formics infatti sono in agguato da qualche parte. Prevenire è meglio che curare dunque, il supermega Consiglio Militar-Spaziale recluta e addestra continuamente nuovi soldati, bambini in particolare, da tirar su a colpi di videogiochi per stimolarne al massimo riflessi e istinti aggressivi. Tra questi uno si impone per talenti e leaderismo innato, Andrew Ender Wiggin. Il colonnello Graff (Harrison Ford) scommette tutto su di lui e lo mette al centro del proprio programma di addestramento militare. - SPOILER: Ender scalerà rapidamente le posizioni di comando fino a condurre una gigantesca simulazione di guerra contro i Formics. Durante la partita sconfiggerà gli alieni con una mossa tanto sorprendente quanto deflagrante, la distruzione del loro intero pianeta mediante una super arma che riproduce sostanzialmente gli effetti di una sorta di buco nero. Ender assicurerà così la vittoria ai terrestri ma scoprirà allo stesso tempo di essere stato gabbato ed usato, poiché quella che credeva essere una simulazione era in realtà una ultima, disperata azione di guerra effettiva. Ender ha così compiuto un vero e proprio genocidio.

Il film ha un tono estremamente cupo e nero, sottolineato da musiche che non fanno altro che annunciare l'apocalisse. I personaggi sono turbati, arrovellati, sofferenti, pure un tantino morbosi. Ender in primis. Considerando poi che stiamo parlando di bambini la cosa si tinge ancor più di nero. C'è un senso di minaccia incombente, di anime squarciate e personalità disadattate nel mondo (filmico) di Scott Card. Questa cosa per un verso dà carattere e spessore al film, dall'altro disturba un po', perché il senso di asfissia perdura incessante. Anche le buone notizie sono in realtà sempre cattive notizie, e non pare proprio esserci speranza, solo sopraffazione e crudeltà. L'ultimissimo viaggio di Ender, oramai promosso Ammiraglio (il che, per un pre-adolescente, fa un po' ridere) prova minimamente a gettare una luce più positiva sul futuro, ma oramai l'incudine ce lo hai già bello che sullo stomaco.

Harrison Ford non interpreta il buono della situazione, e questa è già una notizia; oltre ad essere moralmente discutibile, il suo personaggio è anche un po' ottuso, militarmente tetragono nelle sue convinzioni. Il suo contraltare è una psicologa (ovviamente donna, ovviamente nera), assai più sensibile. Non tutti i dialoghi funzionano, alcuni sono risolti in fretta e furia e non portano il peso dello snodo narrativo a cui dovrebbero condurre. Ad esempio quello tra Ender e sua sorella, quando a Ender - che vuole abbandonare il programma militare - viene concesso di incontrarla sulla Terra; lei lo convince sbrigativamente a tener duro e proseguire l'addestramento. Oltre a non esserci una ragione logica in questa sua posizione, l'oratoria della ragazza non convincerebbe neppure un moscerino. Molto bella invece l'estetica sci-fi; ogni film del genere - almeno quelli da un certo livello in su - ne devono concepire una, creare un mondo credibile, coerente e possibilmente accattivante da un punto di vista visivo. Ender's Game lo fa. Le scene delle simulazioni di guerra tridimensionali o gli allenamenti nella sfera antigravitazionale sono decisamente belli da vedere, coinvolgenti. Meno sfavillante la razza aliena dei Formics, così come il videogioco a cui gioca sempre Ender. Per altro determinati passaggi rimangono inspiegati; la storia della telepatia tra Formics e Ender, i suoi perché e percome non sono esplicitati, e dunque tutte le "visioni" che Ender ha durante il gioco del topolino sono autoreferenziali e un po' appese lì.

Le spunzonate tra bambini all'accademia militare fanno un po' corridoi della scuola e battibecchi a chi ce l'ha più lungo; e pure il personaggio di Ben Kingsley è un po' così, francamente si poteva fare di meglio. Tuttavia Ender's Game è una visione gradevole e a suo modo appassionante, anche se l'impressione è che molte cose si sarebbero potute gestire con più cura e dettagli (non solo visivi, anche di sceneggiatura) L'atmosfera c'è, il resto meno.

Trailer ufficiale

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