Il Duro Del Road House

Il Duro Del Road House
Il Duro Del Road House

Il Duro Del Road House arriva sul finire degli anni '80, è un prodotto che esprime il cinema d'azione di quel decennio ma lievemente più elegante e raffinato della media degli action spaccatutto "sezione gasati/sballati" (vedi Stallone, Schwarzenegger, Norris, eccetera). Molto lo si deve alla scelta di Patrick Swayze come protagonista, uno non troppo fisicato, discretamente espressivo, che apporta anche quella componente romantica che normalmente viene asfaltata dal testosterone.

La storia è quella di Dalton, un buttafuori per professione, che vive dirigendo locali malfamatissimi che poi lui trasforma nel doposcuola dell'oratorio; finita la bonifica, parte per nuove mete, nuovi locali, stessi problemi. Nella sua vita ha collezionato "anta" fratture, ferite da armi da taglio e da fuoco, ma lui sa fare quello, è il suo lavoro, ci è affezionato, anche se da giovane si è preso una laurea in filosofia (e a quel punto viene giù il cinema dalle risate, per chi lo ha visto al cinema, altrimenti vi scatafasciate giù dal divano, carponi sul pavimento) e fa meditazione orientale. Per l'ennesima volta Dalton viene stipendiato per ripulire un postaccio, il Double Douce, nel Missouri, quattro mura veramente squallide, frequentate da zoccole, spacciatori, alcolizzati e red neck, il tutto mentre il povero Jeff Healey cerca di suonare del buon blues rock dal palco. Dalton prende in mano la situazione, licenzia i balordi dello staff e riporta l'ordine, il tutto secondo tre semplici regole: 1) mai sottovalutare l'avversario; 2) portare le risse fuori dal locale e mai dentro; 3) comportarsi sempre e comunque con gentilezza. Certo, ci si mette un po' a carburare, ma poi la cura Dalton funziona, il Double Deuce diventa pulitino e a modino, e tutte le donne del Missouri vogliono darla a gratis a Swayze. Senonché il boss della mala del luogo, Ben Gazzara, non gradisce la rivoluzione, anche perché Dalton si interessa pure dei poveri negozianti taglieggiati; tra i due inizia una guerra personale, che prima si risolve a colpi di scagnozzi ed incendi dolosi, poi conduce diretta diretta alla immancabile resa dei conti finale, in chiave "il cittadino si ribella". Dentro a tanta trama maschia, c'e spazio anche per del sentimento, Dalton infatti flirta con la dottoressa del Pronto Soccorso (quella che gli rammenda i brandelli di carne qundo riceve le coltellate), una cavalla bionda tutta impermanentata (Kelly Lynch), che in passato è stata anche una fiamma di Gazzara.

Herrington (appena quattro film in carriera) dirige con piglio sicuro questo action stradaiolo e un po' western, per ambientazioni. Fotografia dai colori molto caldi, clima colorito e parecchie concessioni ai tettomani (di belle figliole se ne vedono parecchie, e anche di tette). Swayze però, con quella sua aria da duro calmo, che ha sempre sotto controllo la situazione, e che incendia gli uteri al solo sguardo, dona una certa rilassatezza alla pellicola; con uno Stallone per dire, la piega sarebbe stata assai diversa. Swayze invece è il picchiatore gentiluomo, affatto burbero o involuto umanamente, come sarebbe potuto essere un Marion Cobretti, tanto meno sborone e cingolato come sarebbero potuti essere i vari Mark Kaminski o colonnello Matrix, per dire (e a buon intenditor....). La sospensione dell'incredulità è una condizione necessaria e obbligatoria ad affrontare la visione del film, perché l'innamoramento istantaneo, con annessa copula anche di una certa rusticità, della dottoressa brava ragazza col buttafuori (però filosofo...) incuriosisce alquanto, così come il fatto che una mezzasega come Swayze non venga regolarmente rincarcato di botte dagli energumeni che solitamente affollano i locali che lui deve raddrizzare. Poi c'è la figura del mentore, il più grande buttafuori di tutti i tempi, Sam Elliot, uno oramai "vecchio" e zoppo, che però ha il know how della buttafuorologia, e che a suo tempo ha insegnato tutto a Swayze. Quando il bel Patrick si trova in difficoltà al Double Deuce, Elliot corre in suo aiuto, ahimé per un'ultima volta. Il villain di Gazzara è da fumetto, cinico, spietato e crudelissimo, e Gazzara si sbizzarrisce a gigioneggiare e fare faccine sardoniche. Sua schiava del piacere è una bionda dotata di respingenti XXL che pare Francesca Cirpiani. Colonna sonora a cura della Jeff Healey Band, che interpreta tutto il repertorio del caso ("Hoochie Coochie Man", "Roadhouse Blues", "Knock On Wood", "Mustang Sally", eccetera) oltre a brani propri.

Esiste un sequel, uscito solo in dvd, intitolato Last Call (2006), ambientato vari anni dopo e che ha per protagonista il figlio di Dalton. Nessuno del vecchio cast è presente, ed anche i riferimenti al primo Road House sono sparuti. Nel 2003 era già stato realizzato pure un musical demenziale off-Brodway ispirato al film, dal titolo: The Stage Version Of The Cinema Classic That Starred Patrick Swayze, Except This One Stars Taimak From The 80’s Cult Classic The Last Dragon Wearing A Blonde Mullet Wig. Ultima curiosità, perché il film si chiama Il Duro Del Road House, quando il locale del film ha l'insegna Double Deuce? Perché per "Road House" si intende un locale dove si mangia, in genere bistecche e cose da cowboy con le palle d'argento.

Trailer ufficiale

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