
Una giovanissimerrima Eleonora Giorgi nel 1977, sotto la direzione di Giorgio Stegani, era Disposta A Tutto. Il titolo pare quello di un porno con la moglie tuttofare, ma ovviamente non lo è, trattasi di drammone con risvolti erotici, molto molto sulla falsariga di Ultimo Tango A Parigi (anzi, direi che la filiazione è sin troppo evidente). Fine anni '70, contestazioni a 360 gradi, rapporto uomo-donna che praticamente pare il Vietnam, ammore sviscerato, squartato e rigirato come un calzino vecchio. Si narra della storia tra la minorenne Giorgi (all'epoca in realtà 23enne) e il vissuto e scafato Bekim Fehmiu, antenne spostato con figlioletta. I due si spolpano vivi, in una relazione che stabilisce precisi ruoli, lui domina e signoreggia, lei subisce e si lascia schiavizzare docilmente. Fehmiu pontifica dalla mattina alla sera, ogni sua esternazione è una massima filosofica esistenziale; sa tutto lui, sul mondo, sulla vita, sui sentimenti, sugli uomini e le donne, pare Angelo Infanti (che, per inciso, avrei visto divinamente nel ruolo). La Giorgi è una studentessa dell'istituto "Stenodat", con le zeppe, niente trucco, sottanona svolazzante, lunghi capelli dorati e candore virgineo; adora il suo idolo e si prostra ad ogni suo comandamento pur di appagarlo. Si sevizia il seno con un coltello, prende soldi come una baldracca dopo i rapporti, accetta di andare con altri uomini e infine abortisce, tutto per volere del suo mentore, per dimostrare che amore= sottomissione. Di contro, lui non ha la minima idea concreta di cosa dice e cosa vuole, prova ne sia che, alla fine del film, sbugiarda tutto ciò che ha sempre millantato dall'alto del suo scranno sapienzale, trasformandosi in un ragazzetto delle medie innamorato. E prende il due di picche. E' lo snodo tematico fondamentale del film, il rapporto tra i due è stato come una specie di esperienza formativa inversamente proporzionale, mentre la Giorgi abbandona progressivamente le sue ingenuità per farsi "donna", ovvero acquistare il cinismo degli adulti, Fehmiu abbatte ogni sua barriera superomistica, aprendosi incondizionatamente all'ammore puro, ma a quel punto le due sensibilità non si incontrano più, perché la Giorgi non è più la Giorgi di partenza, l'incantesimo lanciato all'inizio della relazione ha imprigionato Fehmiu, che si scopre senza difese e dominato a sorpresa dalla donna che credeva di dominare, e che lo abbandona, liberandosi dal giogo, mettendo in pratica proprio gli insegnamenti ricevuti. In sintesi: Fehmiu vittima delle sue stronzate.
Tutto l'arrovello è scandito dalle belle e sensuali scene di sesso tra i due, con molti nudi della Giorgi, e dalla fuffa femminista che contorna il periodo storico. La moglie di Fehmiu infatti è un'attivista, con amante incorporato, e guida un drappello di amazzoni che lottano per l'abbattimento dell'uomo padrone. Lo scontro quindi è epocale, da un lato la donna geisha e sottomessa (per libera scelta) della Giorgi, dall'altra le suffragette con l'utero d'acciaio votate all'emancipazione senza se e senza ma. Viste le premesse, ovviamente trattasi di un film molto verboso, che non fa del ritmo e della velocità le sue peculiarità. Tuttavia non mi sono annoiato, perché regia e fotografia sono pregevoli, la recitazione non è malvagia, la Giorgi la ho nel cuore, e le str...upidate proferite dal "maschio" Fehmiu e dalle femministe ravvivano decisamente i momenti di stanca. Alla 35esima inquadratura di una pubblicità del Crodino ho intuito che forse l'azienda doveva aver partecipato in qualche misura al finanziamento del film. Immaginatevi comunque oggi un film che per 99 minuti ci racconta l'amore (con scene spinte) tra un quarantenne sposato ed una minorenne.... regista, cast e produttore finirebbero in galera senza passare dal via, con anatemi Vaticani, forconi delle associazioni dei genitori davanti ai cinema, bombe carta nelle piazza, disonore e pubblico ludibrio. In quegli anni il cinema italiano ha saputo essere concettualmente estremo, altro che Manuale d'Amore e Maschi Contro Femmine Contro Maschi.
Giusti nel Dizionario Stracult esordisce descrivendo la pellicola come un "porno"....mah, ho serie perplessità nei confronti delle catalogazioni di Giusti, che spesso e volentieri etichetta come tali dei semplici film erotici; per altro, questo, rispetto ad altri, non lo è neanche tanto, quindi basta comprendere che per Giusti siamo nel porno se ci sono tette e culi. Racconta però un gustoso aneddoto riguardante un'intervista di allora di Biagi alla Giorgi, in cui il giornalista accusava scandalizzato l'attrice di essersi fatta sbattere da Fehmiu in ogni dove (il film insomma era diseducativo ed audace) e la Giorgi, incredula replicava che insomma, lui era l'Ulisse dell'Odissea, cribbio (quello dello sceneggiato televisivo Rai), come se di per sé questo gli desse il patentino per sderenare qualsiasi foro circolasse nel raggio di un km. Il dvd Cinekult ci omaggia anche di una intervista alla Giorgi, che mi ha un po' demoralizzato, intanto perché non riguarda quasi per niente la Giorgi attrice, i film, i registi, il cinema, ma si occupa prevalentemente di chiarire che lei all'epoca era una piccola ragazzina innocente, finita a far vedere nudità sul grande schermo per caso, anzi per protesta verso la sua famiglia sgarrupata, e che però l'essere identificata, almeno inizialmente, come una attrice di "quei" film, le andava stretto, tant'è che poi cambiò genere. Vabbè....potevamo vivere tranquillamente senza questo spaccato di realtà adolescenziale della Giorgi, che per altro pare ostentare sin troppo una certa "umiltà" e "inappropriatezza" che invece sanno di artefatto e costruito. Nulla toglie però che la signora Giorgi rimane una delle adoratissime di Cineraglio quando si parla di cinema italiano, e ci mancherebbe. Ah, chicca, c'è pure Barbara "Suspiria" Magnolfi (cuginetta e vicina di casa della Giorgi) in una breve apparizione in vestaglia scosciata.