Dark Bar

Dark Bar
Dark Bar

Dark Bar è il Velluto Blu de' noantri...no no, non scherziamo dai, quello è David Lynch, questo è un abominevole troiaio da podio iridato dell'orrido. C'è Marina Suma che fa la musicista jazz spocchiasnob, costretta ad indagare sulla scomparsa della sorella. Nel far ciò scopre un mondo sordido fatto di droga e killer. Il Dark Bar è il locale attorno al quale ruota la vicenda (nelle intenzioni del regista, perché poi, a livello di sceneggiatura, ha un peso molto relativo), una sorta di night con catacomba annessa dove la gente si sfonda di eroina, frequentato da tutti gli sfattoni punk della zona. La trama in soldoni è quella appena descritta, desunta però dal retro del dvd, perché se vedendo il film gli eventi dovessero apparirvi chiari e lineari, fatemi una telefonata che ne parliamo, e vi consiglio un buon medico. Stelio Fiorenza (cineasta di grido...) mette su questa bella storia totalmente senza né capo né coda, pensata male (soggetto e sceneggiatura sono suoi), girata peggio, montata allo stato brado (con vere incongruenze di raccordo tra una scena e l'altra, tipo una fuga di Marina Suma che parte di notte ma finisce di giorno), recitata da cani, e comunque di certo non aiutata da dialoghi e situazioni ben oltre i confini del trash. Nessuna cognizione del ritmo nell'andamento del plot, il film o è estenuante nella sua lentezza, o è sciancato nel suo non-sense; tolti i due protagonisti principali (la Suma e Richard Hatch), la maggior parte dei personaggi non ha ragion d'essere, appare e scompare senza nessi logici, né beneficia di alcuna introduzione allo spettatore, tant'è che hai l'impressione di esserti addormentato in qualche punto ed aver perso una spiegazione chiave (e forse, in effetti, ti sei addormentato....). Aggiungeteci che nel dvd della AVO gli ultimi 20 minuti sono bellamente fuori sincrono, con i labiali che arrivano a circa 2 secondi dal sonoro dei dialoghi, o i cazzottoni che prima fanno "speeeeem" e poi si vede il braccio partire nel silenzio più assoluto. Puro "effetto estraniamento" brechtiano. Geniale la visione del Dark Bar, descritto più volte dai protagonisti come un locale ambiguo e sinistro, popolato da strane creature; praticamente un video dei Duran Duran, con gente truccata di giallo o di verde, con costumi finto punk ma anche fashion-chic, e cocktail che sembrano una spremuta di liquame ectoplasmatico di Ghostbusters. Una roba ridicola oltre ogni umana concezione (ah, ovviamente la musica che si suona nel locale ha i chitarroni rammsteiniani). Meravigliosa la colonna sonora "d'autore" del film, una litania insopportabile, una voce femminile, senza accompagnamento strumentale, che canta alla Marlene Dietrich der Tufello, praticamente un incudine fisso, inamovibile, sui coglioni. Il tono del film è tutto blu, a cominciare dalla locandina che si rifa abbastanza apertamente a quella di Velluto Blu. Pare anche di intuire che ci siano risvolti erotici, vista la morta scosciata in primo piano....ecco, manco l'ombra, il film non è né un giallo, né un thriller, né un erotico, né altro. E' genere: orrendo. Va bene la riscoperta del cinema italiano "nascosto", "segreto", "perduto"...ma questo film evitatelo e basta. P.S. "Vendesi dvd ottimo stato, visto una volta sola, splendido film di genere, Italia, 1990....."

Galleria Fotografica