Se Sei Così Ti Dico Sì, solo per il titolo il film meriterebbe di non essere visto...ma accidenti, è possibile smetterla con questi pensierini cretini di Moccia? Vista l'assonanza con i vari "se questo allora quello", e vista la presenza di Belen Rodriguez, credevo si trattasse di una commediola disimpegnata di stampo allegrotto-sentimentale sullo stile delle varie Jennifer Aniston/Lopez, invece la visione si è rivelata ben diversa. Intanto la pellicola si può classificare come drammatica, e poi c'è il buon Emilio Solfrizzi, che personalmente ritengo un bravissimo attore ed anche un talento sottovalutato del nostro cinema (ma sai com'è, abbiamo gli Accorsi e gli Scamarcio....). Si narra di Piero Cicala, ex cantantucolo fallito pugliese, che negli anni '80 aveva acquisito una certa notorietà con una trashata alla Renato Zero meets Leone Di Lernia dal titolo "Io, Tu e il Mare". Trent'anni dopo la tv lo cerca per la solita trasmissione di revival (I Migliori Anni), anche perché i Ricchi e Poveri hanno dato buca. Ecco che al vecchio leone (ora dimesso cuoco di polpi in un ristorante) si ripropone l'opportunità di riscattarsi.
Cosa c'entra Belen in tutto ciò? L'argentina praticamente fa se stessa, ovvero la modella glamour presenzialista, senza alcun vero talento se non la propria bellezza e la capacità di attrarre teleobbiettivi come una calamità, nota alle cronache per amorazzi assurdi, sensualità un tanto al chilo, jet privati e pubblicità di profumi. Pura fuffa insomma. Belen è perfetta, le physique du role, stessa spocchia, stessa strafottenza, uguale identica all'originale (ecco perché risulta molto credibile). Solfrizzi ne è l'esatto contraltare, uno sconfitto catapultato nel mondo dei lustrini e quindi infinitamente più umano rispetto alla figarobot Rodriguez. Eccellente la sua resa di Piero Cicala, perdente che non gode più della fiducia di nessuno, neppure della (ex) moglie (la bravissima Iaia Forte), abbrutito nell'aspetto, ma che riesce a riacciuffare la voglia di vivere solo con le sue forze (ovviamente l'happy ending è garantito). Sorprendentemente la storia ha un taglio verticale che non mi aspettavo, un po' per pregiudizio, un po' per il marketing di cui sopra con il quale viene offerta allo spettatore. Invece merita, siamo ampiamente sopra la media delle sciocchezzuole del cinema italiano dei buoni sentimenti, della risatina facile e della gnocca in cartellone. Alle musiche ha collaborato lo stesso Solfrizzi. Geniale il videoclip finto vintage della hit anni '80, realizzato apposta per il film, roba che neanche la Gialappa's dei giorni migliori.