Così Bello, Così Corrotto, Così Conteso!

Così Bello, Così Corrotto, Così Conteso!
Così Bello, Così Corrotto, Così Conteso!

L'ex Dorian Gray ('70), Alberto Finzi Contini ('70) nonché Ludovico II di Baviera ('72) Helmut Berger nel 1973 si chiama Kosta e fa il croupier al casinò di Cannes per la MdP di Sergio Gobbi, autore italiano attivo perlopiù Oltralpe. Se siete in cerca di una pellicola che metta nero su bianco il degrado morale della ricconeria degli anni '70, borghesi strapieni di soldi, ville, yacht e champagne, ecco il film che fa per voi. Ogni sera al casinò Kosta assiste alla sfilata di questi arroganti miliardari che vincono e perdono chili e chili di fiches al tavolo da gioco, quello del baccarat per essere precisi. Noccioline, né più né meno, che talvolta con fare quasi sprezzante elargiscono pure alle maestranze del casinò, in segno di apprezzamento (o elemosina?). Una sera Kosta dà di matto, randella tale Olmi (Massimo Girotti), che se ne esce a notte fonda dal casinò con 700 mila franchi in saccoccia. Una chiave inglese in testa e il gioco è fatto. All'aggressione assiste una donna, Lara (Françoise Fabian), anch'essa cliente abituale del casinò. Kosta corre a nascondere i soldi e riprende la sua vita abituale, ma la donna si manifesta sempre più insistentemente nella sua vita. Il sottinteso è chiaro, lei sa e vuole una contropartita. Il croupier si vede costretto a frequentare la donna e a soddisfare le sue voglie sessuali. Non solo, la donna in un gioco di sfida e trasgressione, invita l'acciaccato Olmi (col quale pare avere avuto una liaison tempestosa anni addietro) e lo inserisce tra le frequentazioni di Kosta. Tra i due uomini però si va saldando un pericoloso rapporto di interessi reciproci ed amicizia che tende ad escludere Lara, sempre più gelosa e furente. Per di più, le indagini dell'ispettor Martino (Paul Meurisse) sembrano concentrarsi proprio su Kosta. - SPOILER: Al culmine della gelosia Lara tenterà persino di uccidere Olmi ma sarà proprio Kosta a salvarlo in extremis. Oramai anche Lara è compromessa e la coppia ora si trova in perfetto equilibrio, entrambi hanno qualcosa da nascondere e devono la propria "salvezza" all'altro/a. Kosta riesce così a liberarsi dal giogo di Lara, anche se paga a caro prezzo la scommessa che ha portato avanti, poiché la sua fidanzata Judith (Florence L. Afuma) lo abbandona al suo destino.

Il film di Gobbi è insidioso, offre più di quanto superficialmente sembrasse promettere. Una storia assegnabile parzialmente al filone drammatico e sentimentale, con risvolti gialli e thriller, un po' di Polizia, ed un velenoso indice puntato contro una certa società benestante. Il tono quasi da soap opera con cui è condotta la storia non deve trarre in inganno, ci sono molte sfumature da cogliere, anche poco evidenti. La differenza di classe tra i croupier - e segnatamente Kosta (motociclista in jeans nella vita privata, giacca nera e camicia bianca impeccabile al casinò) - e gli avventori del tavolo da gioco è abissale. Kosta è un insoddisfatto, instabile e rancoroso lavoratore qualunque, nonostante si muova in ambienti rigorosamente upper class. Attorno a lui, annoiate e debosciate scimmiette, attentissime ai vestiti eleganti, ai gioielli, alle donnine da accompagnamento, ai calici di champagne e alle battute sarcastiche. Kosta vive come una costante provocazione la loro attenzione. La sua aggressione a Olmi è quasi più dettata da un senso di "rivalsa sociale" che dall'avidità per il denaro. Lara e Olmi sono due creature orribili, egoista, opportunista e vendicativa la prima, corrotto e vizioso il secondo (il suo principale motivo di interesse nei confronti di Kosta è di tipo voyeuristico; intende spingerlo ad amoreggiare con le sue giovani amanti, non essendo più in grado di farlo in prima persona). Fuori dalla gabbia dorata e lussuosissima in cui Lara rinchiude Kosta, c'è Judith, una ragazza dolce e di segno opposto, maestrina d'asilo per missione, avulsa da ipocrisie ed immoralità. Il commisario Martino poi è un personaggio a metà strada tra il tenente Colombo ed un cartone animato. Veste con giacche infinitamente larghe, cammina goffamente, doppiato da Renato Turi (meravigliosa voce di Walter Matthau), porta il peso di ambigui siparietti comici all'interno del film (sottolineati da cambi di musica quasi demenziale) e non sfugge al tritacarne borghese, visto che pure lui, al momento opportuno, viene corrotto da Lara (la quale a sua volta imputava a Olmi come colpa più spregevole proprio quella di corrompere come ultima ratio per volgere le situazioni a proprio vantaggio).

Alla fine, fatta eccezione per Judith, che è una figura di contorno, Kosta risulta il più pulito nonostante l'aggressione a colpi di chiave inglese (altro che "così corrotto"). Il suo è stato un gesto istintivo non premeditato, mentre i vari Olmi e Lara agiscono per calcolo e convenienza, senza alcuna cura della sensibilità altrui. Kosta è un giocattolo sessuale per Lara, idem per Olmi. Il finale magari è un po' troppo sbrigativo e poco sviluppato e, come detto, la mano di Gobbi è talvolta incline alla telenovela, tanto da creare qualche difficoltà di catalogazione del film. Lodevolissimo in compenso il comparto femminile del film, con la giovane Afuma e la matura Fabian una più bella e sensuale dell'altra. Berger un po' stoccafisso, anche se di presenza.

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