Cornetti Alla Crema

Cornetti Alla Crema
Cornetti Alla Crema

Cornetti Alla Crema (1981) chiude una ideale trilogia alimentare e godereccia ordita da Sergio Martino, che vede in Zucchero Miele E Peperoncino (1980) e Spaghetti A Mezzanotte (1981) gli altri due capitoli. Lino Banfi imperversa in tutti e tre i film, la Fenech lo affianca in un paio, mentre per la spaghettata di mezzanotte c'è la Bouchet. Cornetti Alla Crema è una pochade che sfrutta situazioni comiche (o, se preferite, cliché) rodate, dallo scambio di persona al fidanzato geloso deve molto all'avanspettacolo; spesso e volentieri ad esempio nei film di Totò abbiamo il "solito" moroso geloso e un po' violento che insegue fidanzata ed amante per sistemarli a dovere. Ecco, qui abbiamo l'Ulrico, giocatore di football ottuso ma che mena. Tutto già visto e riciclato si diveva, ma funziona. Per quanto venga assegnato al filone della commedia sexy, il film in realtà non è poi così scollacciato; la Fenech, ad esempio, ha appena un paio di topless, anche se non sono solo le scene nelle quali rimane a seno nudo ad incaricarsi di trasmettere la sua carica sensuale e cerbiattesca. Come alcuni critici hanno osservato (ad esempio Buttafava) la Fenech aveva dalla sua quella peculiare caratteristica di coniugare erotismo ed ironia, naturalezza e carnalità....burro e margarina. In questa pellicola questa risultante è plastica: il personaggio di Marianna è scemarello, un'ochetta un po' stralunata e inegnua (deliziosa e civettuola nel suo accento veneto), tuttavia estremamente dolce, materna, accogliente, solare e, naturalmente, incredibilmente sexy. Non ci sono spigolature, forzature, insincerità, la Marianna della Fenech appare del tutto vera, prossima e raggiungibile eppure, al tempo stesso, sideralmente inarrivabile per bellezza ed emanazioni squisitamente erotiche. Chiaro che nella realtà un pezzo di donna così non scenderebbe mai a patti con un Lino Banfi "basso, grasso e pelato", ed infatti è Banfi stesso che si ripete continuamente come non sia possibile che una simile fortuna sia capitata proprio a lui, rimane incredulo anche se comprensibilmente entusiasta.

La commedia è un meccanismo ad orologeria perfetto, che vive di luce anche grazie alle ineccepibili interpretazioni di Gianni Cavina e della Vukotic, eccellenti carattertisti che offrono i giusti spunti alla coppia di protagonisti. Il ruolo di Cavina in particolare è quello classicamente associato ad Andrea Roncato, e in Cornetti Alla Crema Cavina dimostra tutta la differenza tra un comico anche divertente - ma volgare e sguaiatello - ed un attore a tutto tondo. Cinico l'occhio di Martino sul povero Aristide/Filippo Evangelisti, il figlio obeso di Banfi e la Vukotic, costantemente additato come una palla di lardo succube delle isterie della madre (una Vukotic che deve tirare fuori la leonessa che giace repressa sotto le coperte, e che sul finale trionferà titanicamente). Ah...perché "Cornetti Alla Crema"? E' lo snodo narrativo del film (oltre che la ghiottoneria di cui va matto Aristide); quando la Fenech rincasa portando un vassioio di cornetti a Banfi e, per una serie di equivoci, stringe amicizia proprio con la Vukotic (la moglie di Banfi), costringe il suo amante ad una serie di faticosissime peripezie per sdoppiarsi tra il suo abituale menage matrimoniale e l'adulterio, fino al sorprendente finale. Da segnalare tre le mignotte del bordello dove si reca Cavina anche Michela Miti. Da più parti il film è ritenuto come il canto del cigno di una "certa" commedia all'italiana, e con quel "certa" si apre un mondo...

Trailer ufficiale

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