Io, Chiara E Lo Scuro

Io, Chiara E Lo Scuro
Io, Chiara E Lo Scuro

Terza pellicola "solista" dell'ex Giancattivo Francesco Nuti e prima a prendere di petto il biliardo, grande amore di Francesco Piccioli detto "il Toscano" (il protagonista del film) e di Nuti stesso. Infatti tutti i colpi da maestro che vediamo nel film (compresa "l'ottavina reale di Dio...e della speranza", un colpo difficilissimo a nove sponde) sono veri, fatti da Francesco senza controfigure o primi piani "diversivi" sulle mani del giocatore. Così come pure i colpi del suo antagonista, lo Scuro, sono veri, dato che si tratta del plurititolato Marcello Lotti, campionissimo italiano che nella Firenze dell'epoca (ma pure nel resto d'Italia) era una leggenda, una semi divinità che calpestava il suolo pubblico. Deceduto nel 2008.

La storia è di quelle già tipicamente nutiane, strampalata, poetica, bislacca, sognante. Francesco è un tizio qualunque, figlio di una famiglia in cui tutti hanno fatto qualcosa tranne lui; si adatta a fare il portiere di un residence, ma la sua grande passione è la stecca (trasmessagli dal nonno, col quale lui parla in foto). Francesco non gioca mai per soldi ma, di fronte alllo Scuro, tradisce i suoi principi e accetta di misurarsi per una posta in danaro. Contrae così debiti sempre crescenti, che ripaga rubando il denaro dalle cassette di sicurezza degli abitanti del residence. Nel frattempo conosce Chiara, una splendida Giuliana De Sio, sassofonista. Chiara diventa di nome e di fatto l'antitesi dello Scuro; laddove il biliardo e quel terribile drago che lo domina sottragono denaro e serenità a Francesco, Chiara invece lo placa, lo rasserena, gli dona il sole (l'amore). Sostenuto da Chiara, Francesco accetta di partecipare ad un campionato di biliardo che prevede un premio di 15 milioni di lire, con i quali potrebbe provvedere al maltolto trafugato ai clienti del residence. - SPOILER: Al torneo Francesco arriva in finale, e incontra per l'ennesima volta lo Scuro, che lo batte sonoramente. Ma Chiara ha scommesso sulla vittoria dello Scuro, e con il ricavato consente a Francesco di salvarsi in extremis, rimpinguando le cassette di sicurezza del residence. Dapprima Francesco si sente umiliato per la scommessa di Chiara, ma poi decide di sfidare un'altra volta lo Scuro, e alla presenza di Chiara, per dimostrare che può batterlo. Il film si chiude durante la partita, sul bellissimo monologo di Francesco che racconta la propria situazione familiare allo Scuro.

Il film non è girato a Firenze (o Prato) come altre pellicole di Nuti, ma a Roma, e per la parte del torneo a Chianciano Terme. Nel film si fa riferimento a Lo Spaccone (1961), pellicola sul biliardo con Paul Newman, di cui Io, Chiara E Lo Scuro è in qualche modo una lontana ripresa/parodia. Nuti dedicherà altri due film al tema, Casablanca Casablanca (1985), che è un diretto sequel di Io, Chiara E lo Scuro, e Il Signor Quindicipalle (1998). Al posto della De Sio ci sarebbe dovuta essere Donatella Rettore, che non accettò. Non oso pensare cosa ne sarebbe venuto fuori. La forza di Nuti rispetto ad esempio al modestissimo epigono Pieraccioni, risiede infatti anche nella scelta delle sue compagne sul set. Mentre Nuti cervaca bellissime attrici, Pieraccioni si limita a bellissime donne, e la differenza sta tutta lì. Isabella Ferrari, la De Sio, Clarissa Burt, Barbara De Rossi, Edy Angelillo, Carole Bouquet (con la sola eccezione della Muti magari, e senza contare i film a partire dalla seconda metà dei '90....) reggevano perfettamente un ruolo, un'atmosfera, senza limitarsi a parlare spagnolo e mostrare il fisichino da lolitina sexy. Altre 258 cose separano Pieraccioni da Nuti, ma non vorrei dilungarmi più di tanto sull'argomento, poiché qui stiamo parlando dell'originale e non del tarocco cinese. Le espressioni, le movenze fisiche, i tempi comici, la stralunatezza delle situazioni rende un'esperienza qualsiasi film di Nuti, ed in particolari i primi, magari imperfetti o ancora parzialmente acerbi, ma anche enormemente freschi, vitali e già capaci di coniugare la comicità ad una vena estremamente malinconica ed amara. Quei film di Nuti ritraggono un'Italia che non c'è più e sono fonte di estrema nostalgia anche per lo spettatore.

Trailer ufficiale

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