Chi Vuole Uccidere Miss Douglas? (in originale The Seduction) è l'esordio da protagonista di Morgan Fairchild, attrice che porta una cattiva pubblicità al film. Nota fino a quel momento per le sue tante interpretazioni in serie televisive (telefilm e soap come Aspettando Il Domani, Kojak, Happy Days, Dallas, Mork & Mindy, Flamingo Road, Love Boat, Magnum P.I., etc), viene ricevuta con un po' di snobismo, una bellona del tutto inadeguata ad un ruolo di peso come la protagonista di questo thriller, vittima di uno stalker e dalla variegata gamma emotiva. In realtà la Fairchild, apparsa inizialmente sul set come controfigura di Faye Dunaway, sa benissimo di avere tutte le carte in regola per portare a casa la parte e fare bella figura, ovvero esattamente ciò che farà. La sua Jamie Douglas è un personaggio a tutto tondo che in più di un versante consente all'attrice texana di mettere in mostra le proprie capacità. Penso ad esempio alla scena del puro panico mentre è in onda e si rende conto che il suo persecutore è nello studio e le ha scritto un messaggio. Un crollo di nervi che la Fairchild interpreta da grande professionista. La vicenda vede la anchor woman Douglas diventare il centro delle attenzioni di un vicino di casa, Derek (Andrew Stevens). Lui la spia, la fotografa, le telefona, entra in casa sua. Il compagno di Jamie, Brandon (Michael Sarrazin), non riesce a difenderla ed anche la Polizia non pare intenzionata ad offrire grandi protezioni. La situazione peggiora di giorno in giorno fino ad un drammatico epilogo.
La Fairchild, qui poco più che trentenne, è bellissima e naturalmente la pellicola ne valorizza la fisicità, pur senza mai eccedere in volgarità o scene gratuite. La sua entrata in scena sin dai titoli di testa, con il bagno in piscina sulle note della theme song di Dionne Warwick, è da manuale del sexy thriller. De Palma avrà sicuramente apprezzato. Del resto la maniacale infatuazione di Derek doveva pur trovare ancoraggio nell'avvenenza di Jaimie. Chi Vuole Uccidere Miss Douglas?, a dispetto dell'anonima e banale titolazione italiana, è una pellicola assai gradevole, montaggio, fotografia, le belle musiche di Lalo Schifrin ed il cast decisamente appropriato rendono il film piuttosto solido. Non ci sono grandi sorprese in sceneggiatura ma la costruzione narrativa è pragmatica ed inappuntabile. C'è tensione, c'è violenza, anche e soprattutto psicologica. Il personaggio di Derek è disturbante, la sua paranoia è resa egregiamente da Stevens, il cui sguardo mette un certo disagio. Così come è altrettanto frustante l'ignavia mista ad impotenza dell'agente di Polizia Maxwell (Vince Edwards). Nel cast c'è anche Colleen Camp, indimenticabile e procace sergentessa del secondo capitolo del franchise Scuola Di Polizia. Il film venne candidato a tre diverse categorie dei Razzie Award, ciò nonostante Bette Davis rimase così colpita dalla interpretazione della Fairchild da scriverle una lettera di elogio. Una medaglia più importante di qualsiasi critica spocchiosa. La Fairchild non fu comunque la prima scelta, inizialmente si era pensato a Theresa Russell e Valerie Perrine, così come il ruolo di Derek ebbe tra i suoi candidati potenziali anche Michael Keaton e Peter Gallagher. Non date retta la giudizio superficiale con il quale questo film è stato bollato, se riuscirete magari anche a vederlo nella bella edizione bluray Studio Canal /Scream Factory godrete di 104 minuti di ottimo intrattenimento.
