Non paga di aver fornito il materiale per le sceneggiature de I Miei Primi 40 Anni (1987) e La Più Bella Del Reame (1989), l'indomabile Marina Ripa Di Meana decide di cimentarsi anche come regista dirigendo nel 1992 la sua opera prima (ed ultima) Cattive Ragazze, del quale scrive soggetto e copione. Naturalmente la sua "regia" è del tutto virtuale, come direttore della fotografia c'è un certo Sergio Rubini, per dire. I finanziamenti arrivarono invece dall'articolo 28, quello che stabilisce che le sceneggiature più "meritevoli" siano partecipate dallo Stato Italiano, limitandosi alle opere prime. In che modo Cattive Ragazze abbia potuto fregiarsi di meriti non è dato sapere (all'epoca sollevò diverse polemiche, anche considerando l'amicizia con Bettino Craxi e il fatto che il marito Carlo Ripa Di Meana fosse anche lui un parlamentare) ma tant'è, Marina passa col semaforo verde e porta a casa questa sgangherata ed improbabile pellicola che ebbe una distribuzione alquanto scarsa nelle sale. Tuttavia nel tempo si è guadagnata il lodevole epiteto di film più brutto di tutti i tempi (Mereghetti). La storia ideata da Marina Elide Punturieri, poi Lante della Rovere, infine Ripa di Meana, ruota attorno ad un manipolo di ragazze - manco a dirlo - cattive, o presunte tali. Abbiamo Alma Denver (Eva Grimaldi), una donna d'affari che ha divorziato dal marito per perseguire la carriera, e Marilyn (Florence Guérin), appena uscita di galera, abituata a vivere di espedienti e intenzionata a mettere le mani sul fidanzato che le ha fregato la refurtiva in diamanti dell'ultimo colpo. Attorno a loro gravitano altre donne, Amy (Debbie Lee Carrington), compare di Marilyn da sempre innamorata di lei, Milli (Anita Ekberg), madre del fidanzato di Marilyn, che non l'ha mai approvata e cerca di accopparla, e infine Esmeralda (Apollonia Kotero), prima compagna del fidanzato di Marilyn che però si spaccia per sua sorella. Questo famoso e ambitissimo fidanzato è Brando Giorgi, qui al suo debutto assoluto (pensa te....).
La confezione del film fondamentalmente è quella da commedia vanziniana di impronta Mediaset ma molto più sommaria, rozza e squinternata. La recitazione è costantemente sopra le righe, farsesca. La regista tende molto a sottolineare l'impronta femminista ma il fatto di avere tante donne in scena non attribuisce di per sé la patente. Anzi, i dialoghi tradiscono una forma mentis decisamente opposta, oltre che terribilmente snob. La Grimaldi frigna come una vite tagliata perché è rimasta senza marito per la carriera e "ad una donna non basta solo la carriera"; più in là, per farsi valere nei confronti di Apollonia Kotero con la quale ha una certa rivalità le viene suggerito di far vedere che "la sua fica ha le palle" (scusate il francesismo ma questa è la citazione testuale), dunque tutto si riduce ad una gara di testosterone, anche tra donne. Il femminismo della contessa Ripa Di Meana insomma insegue le tipiche performance maschili al ribasso di quoziente intellettivo. Ed ecco allora che la Guérin (veramente sfigurata in questo film con una parrucca bionda da leonessa, ma del resto pure alla povera Kotero mettono una tremenda protesi all'occhio che grida vendetta) si rivolge alla partner affetta da nanismo definendola ogni volta nelle maniere peggiori, "deforme", "mostro", "piccolo essere", la provoca dicendole che le piacerebbe avere gambe lunghe come le sue, la chiude in un armadio. Altro che politically correct. Siccome Amy è lesbica (anche se all'occorrenza pratica sesso orale agli energumeni in cambio di favori) la Guérin le urla contro di odiare le lesbiche , ma poi altrove la Kotero declama che "se il buon Dio si fosse dimenticato di inventare i froci....". La Ripa Di Meana ha molta confusione in testa, usa ovviamente il sesso come un grimaldello, i personaggi maschili del film sono puttanieri, omosessuali, maniaci infoiati, spogliarellisti, sempre e comunque cretini, insomma non ce n'è uno che non sia borderline per qualche aspetto o motivo.
Agghiacciante il ruolo della Ekbeg, qui a fine carriera e se ne intuisce anche il motivo, roba da causa per diffamazione. Ospiti di lusso pure Burt Young e Kid Creole, veri e propri pesci fuor d'acqua. Su wikipedia leggo che quello della Grimaldi sarebbe il suo primo ruolo drammatico; non è vero e basta scorrere la sua filmografia per accorgersene. Forse si fa riferimento al primo ruolo da protagonista drammatica; ora, per essere drammatica è drammatica ma non nel senso in cui lo si intendeva. Ciò che è veramente drammatico è l'aver partecipato ad un film del genere, la Grimaldi fa quel che può ma è alle prese con una sceneggiatura schizzata e una serie di eventi grotteschi. Di punto in bianco accadono cose che spezzano completamente il tono buffo e scaraventano il film nel tragico, ma si tratta di momenti completamente decontestualizzati che provocano perlopiù un senso di ridicolo involontario. Non specifico quali per non spoilerare ma ve ne renderete agilmente conto da soli. La scena di sesso al motel tra Giorgi e Grimaldi (che poi è quella che offre lo spunto alla locandina) è talmente stilizzata da sembrare un fumetto. Marina Ripa Di Meana - o chi per lei - usa mille registri diversi e non per vezzo autoriale ma per confusione, una babilonia di cose affastellate l'una sull'altra, un po' come i vestitini che spesso la nobildonna amava sfoggiare, provocatori e estremi.
Ci sono anche vere e proprie assurdità, come un tizio che è appena uscito dal bagno di un autogrill (quindi si presume abbia appena espletato le sue funzioni corporali) ma, minacciato dalla Guérin con la pistola, se la fa addosso.... un'altra volta? Grande eleganza ovunque e comunque, come quando alla Grimaldi viene continuamente ripetuto che quello di Giorgi è "il miglior hot dog che abbia mai assaggiato", o come quando si dice che gli uomini si cambiano come assorbenti e che certi incontri sono piacevoli come la diarrea. Il film fu girato in un anonimo Venezuela e anche a Città del Messico per ammortizzare i costi. La canzone di coda "Bad Girl" è cantata da Donatella Rettore. L'incasso non coprì neppure i costi anche se, ad onore del vero, va detto che fu fatto uscire in sala a Ferragosto. Alle impietose critiche ricevute urbi et orbi Marina Ripa Di Meana replicò scrivendo al Corriere Della Sera sostenendo di non aver mai pensato di realizzare una seconda Corazzata Potëmkin ed affermando che dopo tutto il film non era affatto così brutto, che era stato prodotto ben di peggio e che in ogni caso entro cinque anni avrebbe vinto l'Oscar. Correva l'anno 1992, ho controllato e fino a tutto il 1997 compreso negli annali della Academy non c'è traccia della contessa. In tutta onestà il film può persino essere divertente da vedere (solo su Youtube se non si possiede una VHS dell'epoca, e in pessimo stato poiché è a tutti gli effetti una registrazione da tv) ma solo a patto di assegnarlo al filone del "so bad so good", so maledettamente bad.