Case 39 è un film del 2007 ma distribuito solo nel 2009. Era un po' che non vedevo un film con Guanciotte, dunque son stato ben lieto di averla ritrovata nuovamente in azione, e per di più in un thriller/horror, un genere non frequentato granché dalla bella Renée. Piuttosto interessante il punto di vista della storia, poiché parte come un thriller, senza alcun sentore di horrorama, e poi anche perché abbiamo a che fare con dei bimbi, e questo complica sempre le cose quando, nell'eterno scontro tra ragione e sentimento, bisogna tenere a freno il secondo e far prevalere la prima. Non tutto è come sembra - questo vale praticamente per ogni horror/thriller/giallo/poliziesco, una regola che sta alla base, anzi, è la base; più che mai accade con Case 39, che scorre via tranquillo per la prima mezzora, e poi inizia a rimescolare le carte. Tu sai che doveva succedere; si è risolto tutto troppo in fretta, ovvio, sicuro, facile facile, zero ostacoli, e non può essere, altrimenti Guanciotte lì che ci sta a fare? E infatti, iniziano i sassolini nelle scarpe, i topolini a rosicchiare, le formichine a incamminarsi (....le vespe a ronzare...), insomma, arrivano le magagne e la puzza di bruciato si diffonde per le tue narici...pare più zolfo che arrosto però! La seconda parte del film si scatena abbastanza con morti ammazzati, scene d'effetto e tracimazione del soprannaturale nella realtà, con calma dignità e classe però, non uno sbracamento esagerato, anche se un paio di scene le avrei misurate di più, perché concedono troppo e tolgono eleganza "vedo/non vedo" al film, quelle in cui la bimba smette di annichilire col linguaggio (devastante il colloquio con Bradley Cooper, lo psicologo infantile amico della Zellweger) e mostra segni di incontinenza epidermica, diciamo così.
Guanciotte è spettacolare come sempre, come attrice, come donna, come felina, non si potrebbe vivere senza, tanto varrebbe abbattere una ad una le lettere che compongono la scritta Hollywood lassù sulla montagnola U.S.A.. Recitazione da attrice scafatissima quella di Jodelle Ferland, dall'alto dei suoi 12 anni. Tensione retta discretamente, bel ritmo, ed in generale molto buoni i dialoghi (spesso e volentieri un punto debole degli horror); come detto, il film non strafa, ed in questa sua morigeratezza guadagna credibilità, non vuole compiacere il pubblico facile, ma portarlo piano piano al massimo dell'inquietudine e della trepidazione. Il regista, a vederlo, non mi ha fatto simpatia, classico tipo da horror, capello lungo, aria sbattuta, un po' nerd-maniaco del genere, però ha il suo perché, negli extra del dvd racconta la sua filosofia professionale, e il ragazzo sa e fa quel che dice. Ottimo anche il comparto contenuti speciali, pieno di extra e con ben 18 scene eliminate, chissà poi perché, visto che parecchie mi sarebbero parse funzionali e utili se integrate nella pellicola finale. C'è pure un finale alternativo, molto alternativo. Il finale ufficiale è un po' tronco, visto che si presume che, dopo quel che accade, il personaggio di Renée avrà senz'altro qualche problemuccio legale, e gioverebbe sapere come va a finire, ma evidentemente alla sceneggiatura ed al regista premeva più che altro sterminare il Male, il resto diventa secondario e troppo prosaico Case 39 si ispira per stessa ammissione della produzione a film come Il Giglio Nero, L'Esorcista, Il Presagio, dunque l'aristocrazia dell'horror soprannaturale, di quelli che ti vogliono disturbare dentro, non farti ingollare ettolitri di coca cola e secchiate di pop corn caramellati. Merita indubbiamente una visione.